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Nuoto, l’anno d’oro di Federica Pellegrini. E chissà se la storia con i 200 sl sia davvero conclusa…

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Il 2017 ci sta per salutare e scorrendo l’album dei ricordi nel mondo sportivo italiano le imprese di Federica Pellegrini degli ultimi 12 mesi hanno un posto speciale. La campionessa di Spinea, reduce da un’Olimpiade di Rio 2016 con quel quarto posto di amarezza e rabbia nella finale dei 200 stile libero, ha trovato il riscatto desiderato in questa stagione.

La determinazione messa in allenamento per il raggiungimento del massimo possibile si tramuta in realtà a Windsor (Canada), nella mai troppo amata vasca corta, dove Federica coglie qualcosa che mai era stato suo: l’oro iridato nella piscina da 25 metri. La sfidante n.1, la magiara Katinka Hosszu, grande favorita della vigilia, deve inchinarsi all’ultimo 25 metri devastante della veneta. L’1’51″73 porta la Pellegrini sul podio più alto con un tempo di livello mondiale. Un successo significativo, iniezione di fiducia importante per quel che ancora deve venire: i Mondiali in lunga di Budapest.

E’ il 26 luglio, l’orario segna le 17.32 e l’atto conclusivo è sempre lo stesso: 200 stile libero donne. L’azzurra parte dalla corsia n.6 mentre le più forti, l’invincibile Katie Ledecki e l’australiana Emma McKeon occupano le corsie centrali. L’avvio dell’oceanica è veemente ed il passaggio ai 100m di 55″83, trascina anche l’alieno statunitense (56″09), mentre la veneta è quinta in 56″41. L’italiana si prepara per il rush finale, rientrando in gioco per le medaglie alla virata, a mezzo secondo dalla vetta. Ed eccola quell’ultima vasca che definirla epica è poco: bracciate furiose, a mangiarsi le avversarie negli ultimi 15 metri ed a scavalcare inesorabilmente per un successo incredibile. 1’54″73, Ledecky e McKeon messe dietro con lo stesso tempo (1’55″18) e discorso chiuso.

 

 

Stupore e felicità in quegli attimi, così unici in cui si fa fatica a comprendere ciò che sia capitato. In tribuna stampa volano sedie ma tutti guardiamo al tabellone, raggianti per aver assistito ad una grande impresa di sport. Sorpresa doppia per quel che saranno poi le sue parole, riguardanti il non voler più nuotare i 200 sl e dedicarsi ad altre distanze. Un proposito a cui ha tenuto fede nella rassegna continentale, in corta, di Copenhagen (Danimarca). Ma forse, per lei, è solo un modo per staccare la spina in un 2018 più tranquillo e rilanciarsi in vista di Tokyo 2020 nei suoi amati 200 con ancor più mordente di prima. Noi tutti ci speriamo anche perché sognare non costa nulla.

 





 

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Foto: Credit La Presse

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