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Nuoto, Mondiali Budapest 2017: oro, oro, oro! Una rassegna iridata da ricordare per i colori azzurri

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Davanti al camino, intenti a gustare le cibarie delle festività natalizie e a godersi i regali ricevuti dai propri cari, questa serata di Santo Stefano invita al ricordo, a ciò che è stato ed a quel che fa piacere riportare alla mente. Sono passati alcuni mesi ma quanto avvenuto in quella settimana di fine luglio a Budapest, nella vasca della Duna Arena, è impossibile da dimenticare. Un Mondiale storico per le discipline natatorie con 16 medaglie vinte di cui 4 ori, 3 argenti e 9 bronzi. Una rassegna nella quale il nuoto tricolore in piscina ha portato in dote 3 ori e 3 bronzi uguagliando per numero di metalli le edizioni di Perth 1991, Fukuoka 2001 e Melbourne 2007. In particolare i tre sigilli di Federica Pellegrini, Gabriele Detti e Gregorio Paltrinieri sono tre gemme purissime che rimarranno a lungo nel cuore e nel cervello di noi tutti.

L’IMMORTALE FEDERICA 

Era il 26 luglio, l’orologio scoccava le 17.32 e noi dagli spalti dell’impianto ungherese e davanti ai televisori, nel giro di pochi secondi, eravamo lì a chiederci cosa avrebbe potuto fare Federica: “Arriverà a podio?”; “Sarà ancora quarta come a Rio”. Dubbi e perplessità fugati nei giro di 1’54” circa. “L’impensabile è accaduto, l’inconcepibile si è avverato”: Federica Pellegrini è campionessa del mondo. Non si offenderà l’imperatore giapponese se usiamo una frase celeberrima, per ben altra e grave circostanza, per definire quanto accaduto nelle acque magiare. La 28enne di Spinea stupiva tutti, anche se stessa,  dimostrando ancora una volta di essere una fuoriclasse aggiudicandosi la finale dei 200m stile libero davanti all’imbattibile Katie Ledecky e all’australiana Emma McKeon. 1’54″78 il tempo della veneta, autrice di un‘impresa leggendaria e di una prestazione sensazionale sempre inseguendo le rivali: quinta ai 50 metri in 27″22, quarta ai 100 metri in 56″41, quarta ai 150 metri in 1’25″91 e ultimo 50 da 28″82 per involarsi verso il terzo titolo iridato della carriera sulla distanza. Un monumento indiscusso, una leggenda dello sport italiano, un talento che da ormai tre lustri ci sta facendo emozionare, incantando e scaldando i cuori: letteralmente monumentale, mitologica, strepitosa, insuperabile. Niente da fare per l’alieno Ledecky (1’55″18) stavolta piegata da un’atleta dalla classe infinita nell’ultima parte di gara. Messa dietro anche la McKeon, seconda ex aequo con il tempo di 1’55″18. Un successo che è per lei la chiusura del cerchio, il riscatto completo dai Giochi Olimpici 2016 e la magica doppia vasca corta-lunga in un Mondiale. Che sogno!

LA PRIMA DI GABRIELE

Un 26 luglio che poi portava ad un’altra grande gioia, quello del livornese, bronzo nei 400 stile libero nella rassegna iridata, e per la prima volta sul tetto del mondo negli 800 sl. Dopo l’alieno Ledecky distrutto dalla Pellegrini era la volta del fortissimo cinese Sun Yang ad affondare in piscina. Un atto conclusivo che vedeva anche l’amico/rivale di una vita, quel Gregorio Paltrinieri che pur gradendo poco le 16 vasche, non voleva certo stare a guardare. La tattica era chiara: fiaccare la resistenza dell’imbattibile asiatico e logorarlo ai fianchi. Con il decisivo “contributo” di Greg la gara si trasformava in un confronto a tre ma insieme ai due azzurri c’era il polacco Wojdak. Gli ultimi 100 metri da antologia natatoria quelli del toscano, che in 7’40″77, si laureava campione del mondo, centrando il nuovo primato europeo mentre il buon Sun terminava in quinta piazza. La festa italiana era completata dal terzo posto di Paltrinieri (alle spalle del polacco), già pronto per la rivincita Nei 1500 sl. Un successo da campione diventato ufficialmente non più il compagno di allenamenti di….ma semplicemente Gabriele Detti. 

 

SEMPLICEMENTE GREG-ORO

Ed ecco la rivincita delle 30 vasche per Paltrinieri negli amati 1500 stile libero. La vittoria più bella e sofferta dell’uomo che nuota nella storia. 30 vasche, in quel 30 luglio, nelle quali l’approccio era sempre lo stesso: partire forte ed imporre un ritmo indiavolato fin dalle prime bracciate. Una gara palpitante in cui, in modo quasi inatteso, Greg faceva i conti con un Mykhailo Romanchuk semplicemente straordinario. Il passo era forsennato, al di sotto del record del mondo,  toccando la piastra ai 400 metri in 3’50″62 ed agli 800 in 7’45″57 ma il classe ’96 ucraino era sempre lì, a mezzo secondo dal campione olimpico. Nel mentre,  Detti faticava ad essere parte del gioco (sarà quarto al termine). La coppia di testa, compiendo ogni 50 metri in 29″ circa, creava un gap incolmabile e la distanza tra i due era sempre minima. Iniziava a serpeggiare un po’ di preoccupazione, consci del finale non esaltante dell’azzurro ed invece… negli ultimi 200 metri Paltrinieri riusciva a prendere il largo lasciando sul posto l’avversario e chiudendo in 14’35″85.  Una vittoria di maturità e da campione consumato di una specialità con il suo nome impresso nell’oro.

 

 





 

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Foto: Credit La Presse

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