OSCAR 2017 – L’emozione dell’anno è… La top 5: la Divina disintegra i robot, stone e frecce infuocate
Il 2017 è stato un anno meraviglioso per lo sport italiano che ha vissuto e ammirato tantissimi successi. Come da tradizione OA Sport conferisce i suoi premi e onora i migliori atleti azzurri della stagione che si sta per concludere con i consueti Oscar.
Arriva il momento della speciale classificata riservata alle emozioni sportive dell’anno. Una top 5 tutta azzurra, 5 momenti che ci hanno fatto sognare.
Per conoscere la top 10 delle emozioni sportive dell’anno clicca in ordine sulle pagine 2, 3, 4 e via dicendo. Dalla decima alla prima posizione, per scoprire dal basso verso l’alto la nostra speciale classifica.
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CURLING, ALL’ULTIMA STONE:
Amos Mosaner ha in mano la pietra della vita, quella che può cambiare il tuo destino e quello di un movimento intero. Last stone, per volare alle Olimpiadi Invernali, per prenotare i biglietti per PyeongChang 2018, per strappare una storica qualificazione ai Giochi, la prima sul campo, ottenuta per nostri meriti. Da una parte la piccola Italia, con soltanto 300 praticanti, una tradizione praticamente inesistente e con vago ricordo della curling mania che ci avvolse tutti a Torino 2006. Dall’altra la granitica Danimarca, una delle Nazioni guida di questo sport.
Quelle partite sul ghiaccio italico sembrano così lontane, sono passati addirittura undici anni e Amos ha sulle spalle un’enorme responsabilità. Deve inventarsi un’autentica magia, boccia una stone avversaria, entra in casa, rimane davanti ad altre due pietre, marca il punto e l’esultanza sfrenata è leggenda: l’Italia si è qualificata alle Olimpiadi Invernali, un’emozione indescrivibile che rilancia l’intero movimento con un colpo finale da vero maestro.
(foto pagina Facebook WCF)
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CHICCO PELLEGRINO, RE MIDA:
Il Camoscio delle Alpi ha divorato gli Orsi, ha sbranato fenomeni venuti a Lathi per trionfare e tornati poi a casa spellati, a mani vuoti, con gli artigli spuntati dopo la battaglia con la leggiadria, la classe, la freschezza di un indomabile azzurro. Chicco Pellegrini è sempre più il Re Mida dello sci di fondo azzurro, è riuscito ancora una volta a mettersi in luce e a fare la differenza, ha messo in fila il meglio dell’intero movimento, da vero Principe della volata ha portato il tricolore sul pennone più alto come mai ci era riuscito nella storia in questa specialità ai Mondiali. Rabbia, prepotenza, agonismo, furore agonistico contro Ustiugov, Krogh, Klaebo: semplicemente non c’è stata storia, la finale della rassegna iridata è da vedere e rivedere, un atto conclusivo memorabile frutto di un talento cristallino al cui cospetto dobbiamo solo inchinarci.
(foto Pier Colombo)
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GIORGIO MINISINI, IL MESSIA DEL SINCRO AZZURRO:
L’Italia era stata sempre una comparsa nel nuoto sincronizzato, non era mi riuscita a vincere a livello internazionale, l’Inno di Mameli non era mai risuonato in una piscina dove si disputassero competizioni di questo sport, sempre relegati ai margini nonostante delle belle prestazioni. A riscrivere la storia è arrivato il Messia del sincro azzurro, un fenomeno che ha fiutato la possibilità di entrare nella leggenda, che ha creduto fin da subito in questa chance di salire sul tetto del Mondo, che ha sfondato mille barriere di pregiudizi, che non ha dato peso agli insulti ricevuti perché pratica uno sport da sempre riservato alle donne, un autentico pioniere che rimarrà per sempre nella mente di tutti gli appassionati: ha aperto la strada e sfondato un portone, in molti vorranno emularlo. Campione del Mondo insieme a Manila Flamini grazie a una performance struggente, commovente, toccante, divinamente eseguita e in grado di convincere tutti i giudici: Scream of Lampedusa va oltre tutti i confini, esula dallo sport e sfocia nel civile, fa pulsare i cuori e fa sgorgare lacrime di gioia. Davvero immenso.
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ITALIA TIRO CON L’ARCO, LE FRECCE DEGLI EROI:
Hanno fatto centro nel cuore degli italiani e nei bersagli di Città del Messico: sono gli Eroi col sombrero, tre arcieri incredibili che hanno riportato l’Italia sul tetto del Mondo, tre ragazzi dal cuore gigante che si sono resi protagonisti di una cavalcata ai limiti dell’incredibile dall’altra parte del Pianeta, degni eredi della grande tradizione del ricurvo: la finale dominata contro la Francia dopo aver messo in ginocchio i maestri sudcoreani è già entrata nella leggenda dello sport italiano, una prova di forza che ci riporta sul gradino più alto del podio dopo una lunga assenza e che consacra definitivamente Pasqualucci, Nespoli e Galiazzo.
(foto Fitarco)
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FEDERICA PELLEGRINI, DIVINA CHE DEMOLISCE I ROBOT:
Una Dea che ha camminato sull’acqua, Divina Grazia rinata dalle onde, Araba Fenice risorta nuovamente ed esplosa nel suo aureo splendore. Impresa mitologica degna dei canti dei migliori aedi, oltre l’impossibile, oltre l’immaginabile, ora il desiderabile, contro ogni logica, riscrivendo trattati di biologia sportiva, contro robot automatizzati imbattuti.
Semplicemente Campionessa del Mondo demolendo bracciata dopo bracciata il fenomeno Katie Ledecky, l’anello di congiunzione tra il nuoto maschile e femminile: l’americana era imbattuta, sembrava inscalfibile, donna delle Olimpiadi, creatura bionica costruita per vincere. A Budapest ha però dovuto fare i conti con un mostro di bravura, con il cuore, la grinta, il romanticismo di una donna infinita che a 29 anni ha ancora avuto la forza, l’energia, la voglia, l’ardore per crederci un’ultima volta, per andare oltre la leggenda: sconfiggere il mostro, toccare la piastra per prima, festeggiare in lacrime mandando in estasi un’intera Nazione. Tre ori iridati sui suoi 200m stile libero, un’ultima vasca assurda in cui ha tenuto a bada ragazze di un’altra generazione, per volare sempre più in alto e arricchire l’epopea della Divina.
(foto Diego Gasperoni)