OSCAR 2017 – Lo sportivo italiano dell’anno è… La top 20: le magie di Pellegrini, lo show della scherma, le impresa dei motori

Pubblicato

il

Il 2017 è stato un anno meraviglioso per lo sport italiano che ha vissuto e ammirato tantissimi successi. Come da tradizione OA Sport conferisce i suoi premi e onora i migliori atleti azzurri della stagione che si sta per concludere con i consueti Oscar.

Arriva il momento della speciale classificata riservata allo sportivo italiano dell’anno: la classifica generale, il premio più ambito. Una top 20 tutta azzurra che ha preso in considerazione tutti gli sport, ha valutato le grandi vittorie e i migliori risultati.

Per conoscere la top 20 dello sportivo italiano dell’anno clicca in ordine sulle pagine 2, 3, 4 e via dicendo. Dalla ventesima alla prima posizione, per scoprire dal basso verso l’alto la nostra speciale classifica.

 





CLICCA SU PAGINA 2 PER LA 20^ POSIZIONE

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per iscriverti al nostro gruppo
Clicca qui per seguirci su Twitter

 

DANIELE GAROZZO:

Il meraviglioso Campione Olimpico di Rio si rende protagonista di un’altra bella annata che gli porta in dote ben quattro medaglie: Campione d’Europa nell’individuale e Campione del Mondo con la squadra, bronzo iridato individuale e bronzo continentale con la squadra. A fine anno viene colpito da uno pneumotorace ma fortunatamente non è grave, il 25enne è pronto per tornare a ruggire.





(foto Bizzi per Federscherma)

 

CLICCA SU PAGINA 3 PER LA 19^ POSIZIONE

 

ARIANNA ERRIGO:

Dopo la clamorosa eliminazione al primo turno delle Olimpiadi di Rio 2016, la due volte Campionessa del Mondo riesce a riscattarsi prontamente e si conferma Campionessa d’Europa poi vola a Lipsia per cercare il terzo titolo iridato consecutivo ma purtroppo deve accontentarsi della medaglia di bronzo dopo aver perso la semifinale contro quella Irina Deriglazova che invece aveva sconfitto nell’atto conclusivo della rassegna continentale. Pilastro della squadra, il magico Dream Team del fioretto che sale sul gradino più alto del podio sia ai Mondiali che agli Europei.

Arianna vuole entrare nella storia della scherma, non si accontenta di dominare con un’arma e dunque sposa anche la causa della sciabola con l’obiettivo di essere competitiva in entrambe le discipline alle Olimpiadi di Tokyo 2020: è arrivata la prima soddisfazione in Coppa del Mondo, secondo posto a Cancun battuta solo dalla stella Olga Kharlan. Ci farà sognare.





(foto Bizzi per Federscherma)

 

CLICCA SU PAGINA 4 PER LA 18^ POSIZIONE

 

RACHELE BARBIERI:

L’Italia esulta nello scratch femminile, Rachele Barbieri si laurea Campionessa del Mondo al termine di una gara perfetta sotto il profilo tattico, una prestazione degna di un’atleta navigata che invece a soli 20 anni regala a tutta la Nazione una gioia incredibile. A Hong Kong sono tutte ai suoi piedi, tiene il ritmo delle favorite della vigilia nella prima parte di gara, poi ai 150 metri lancia una volata e sorprende le avversarie sul rettilineo conclusivo consacrandosi tra lacrime di gioia e incredulità.

Dopo il titolo continentali tra le U23 ora si sogna davvero in grande nel circuito che conta, fenomeni come Barker, D’Hoore, Hammer, Wild sono alle sue spalle. Non solo scatch ma anche omnium con buoni risultati in Coppa del Mondo: il futuro è tutto suo.





(foto Twitter UEC)

 

CLICCA SU PAGINA 5 PER LA 17^ POSIZIONE

 

PETER FILL:

Nessuno come lui nella storia dello sci italiano: prima delle sue imprese, l’Italia non aveva mai gustato il sapore della Coppa del Mondo di discesa libera, il 35enne ne conquista addirittura due consecutive ed entra nella leggenda con pieno merito grazie a una continuità spaventosa (e a qualche infortunio degli altri big) che è stata ineguagliabile per tutti gli avversari (spicca comunque anche il trionfo di Lillehammer, il terzo in carriera dopo che l’anno scorso aveva fatto sua la Classicissima di Kitzbuehel).

L’urlo di gioia dopo aver appreso di aver conquistato la Sfera di Cristallo per la seconda volta di fila è una delle immagini più belle, genuine, limpide dello sport italiano nel 2017: emozioni uniche e impareggiabili, degne di un Campione umano e semplice che è riuscito ad andare oltre ogni ostacolo e a risplendere come forse nemmeno lui si aspettava. Ci ha regalato un vero e proprio sogno, una ciliegina sulla torta nella stagione degli sport invernali.





(foto Pentaphoto)

 

CLICCA SU PAGINA 6 PER LA 16^ POSIZIONE

 

IRENE VECCHI:

Una delle note più liete della scherma azzurra in questa stagione: la 28enne livornese è la protagonista assoluta della sciabola e riesce a mettersi in luce in ogni circostanza. Trascinatrice della squadra capace di laurearsi Campionessa d’Europa e Campionessa del Mondo, a livello personale riesce a salire sul podio iridato conquistando un bellissimo bronzo a quattro anni di distanza dallo show di Budapest.





(foto Bizzi per Federscherma)

 

CLICCA SU PAGINA 7 PER LA 15^ POSIZIONE

 

FRANK CHAMIZO:

Spartacus ha spezzato le catene che lo imprigionavano, ha lottato con il fantasma del bronzo olimpico, ha fatto a pugni con la delusione delle Olimpiadi e della mancata apoteosi, ha combattuto contro se stesso e contro la sua mente, ha cercato una nuova sfida e un nuovo stimolo, ha voluto alzare l’asticella per dimostrare davvero di essere un fenomeno, un numero 1 fatto e finito, un fuoriclasse degno di questo nome, il paladino della lotta azzurra in giro per il Pianeta.

Campione del Mondo nella categoria 70kg, secondo titolo iridato dopo quello ottenuto due anni fa nella 65kg: ha cambiato il peso ma si è confermato il più forti di tutti (attenzione: categoria non olimpica). Il dominio stagionale era già iniziato in primavera con il successo agli Europei di Novi Sad, doppietta degna della stella più luminosa della lotta azzurra.





(foto UWW)

 

CLICCA SU PAGINA 8 PER LA 14^ POSIZIONE

 

DANIELE RESCA:

Semplicemente memorabile: a 31 anni si spinge dove non era mai riuscito ad arrivare e si laurea Campione del Mondo in maniera quasi inattesa, sovvertendo tutti i pronostici e demolendo le sicurezze di una concorrenza che sembrava più quotata. Il trap è solo azzurro dopo il successo di Jessica Rossi, l’Italia domina la disciplina olimpica, Cento fa festa doppia. È stato semplicemente pazzesco, ha dominato la sua gara nonostante un brivido finale che ci ha fatto letteralmente tremare ma la battaglia con Ling ci sorride, il tricolore sventola ancora una volta a Mosca, il tiro a volo siamo noi.





(foto FITAV)

 

CLICCA SU PAGINA 9 PER LA 13^ POSIZIONE

 

PAOLO PIZZO:

Mastodontico, dinosauro possente, veterano di mille battaglie, sportivo pulito e semplice, uno di tutti noi che però confeziona un ritorno degno delle migliori antologie dello sport. Dopo addirittura sei anni, quando in pochi credevano ancora in lui, si laurea Campione del Mondo con la sua spada: una giornata memorabile a Lipsia che lo catapulta indietro fino al 2011 quando fece festa nella sua Catania. Dopo mille peripezie e averne passate di ogni colore, il gradino più alto del podio in terra teutonica è tutto suo, tra lacrime di gioia e di incredulità di un campione ritrovato. Novosjolov si arrende in una finale per cuori forti: Paolo vola avanti 12-8, si fa superare sul 12-13, scatto d’orgoglio e vittoria epocale. La stagione si era aperta con l’argento conquistato agli Europei, altra prova individuale di assoluto spessore.





(foto Bizzi per Federscherma)

 

CLICCA SU PAGINA 10 PER LA 12^ POSIZIONE

 

GABRIELE ROSSETTI:

Nel nome del padre, meglio del padre. Semplicemente ha fatto la storia in meno di un anno: Campione Olimpico, Campione del Mondo. Dopo le lacrime dorate di Rio, il 22enne toscano ne combina un’altra delle sue e conquista il titolo iridato al termine di una gara di assoluto spessore in cui è riuscito a domare il meglio che lo skeet possa proporre in questo momento. A Mosca si devono inchinare tutti al cospetto del fenomeno fiorentino: Nilsson, Teplyy, Achilleos, Haga, Zemlin non lo intimoriscono, se li divora uno a uno, mentalmente non cede nulla fino all’ultimo piattello e può partire la festa. Il tiro italiano è stellare dopo i Giochi, lui è la punta di diamante e il futuro è tutto suo.





(foto pagina Facebook Gabriele Rossetti)

 

CLICCA SU PAGINA 11 PER LA 11^ POSIZIONE

 

BEBE VIO:

Il volto simbolo del paralimpismo italiano, un personaggio anche al di fuori delle pedane, un’icona di mille battaglie, un esempio di chi ce l’ha fatta nonostante mille avversità, una ragazza genuina, acqua e sapone che trova sempre il modo per non essere banale, per essere incisiva e lanciare messaggi importanti. Non è soltanto una schermitrice con i fiocchi capace di dominare i Mondiali casalinghi a Roma, è una sportiva a tutto tondo, un modello per molte persone, un punto di riferimento e la dimostrazione che davvero se desideri qualcosa puoi realizzarlo se ci credi fino in fondo.

La ricordiamo con il suo sorriso, con le sue esultanze sfrenate, con le sue medaglie al collo, con le sue campagne di sensibilizzazione, nel suo ruolo di conduttrice su Rai Uno, semplice ragazza di tutti i giorni ma allo stesso tempo eroina di vita, alieno dalla forza morale infinita dotato di una caparbietà esagerata, una Campionessa Paralimpica che ha saputo confermarsi ai massimi livelli.





CLICCA SU PAGINA 12 PER LA DECIMA POSIZIONE

GIORGIO MINISINI:

Il Messia del nuoto sincronizzato, un autentico pioniere, una stella del firmamento sportivo italico a cui tutti dovrebbero essere grati, un vero e proprie eroe che ha sfondato le barriere, che insistendo è riuscito a essere protagonista in un mondo storicamente soltanto femminile e che ha avuto soddisfazione vincendo il Mondiale.

Un’impresa mastodontica e che va oltre l’immaginabile, l’apoteosi di Budapest riscrive la storia del sincro azzurro: mai prima di quel giorno eravamo riusciti a conquistare una medaglia d’oro in una rassegna iridata, abbiamo dovuto aspettare questo ragazzo di 21 anni che ha rivoluzionato ogni logica e insieme a Manila Flamini nel duo misto tecnico si è consacrato definitivamente battendo un’icona come Bill May.

Il suo Scream of Lampedusa è ricco di significati che vanno ben oltre l’universo sportivo, un urlo di sensibilizzazione verso il tema dell’immigrazione, un’interpretazione di una tragica storia d’amore che ha coinvolto tutti gli appassionati e i presenti, ha convinto i giudici ed è valsa la medaglia d’oro. Poi arriva anche l’argento con Mariangela Perrupato nel duo misto libero. Semplicemente nella leggenda, uomo simbolo di mille battaglie che ha piantato una bandiera in un continente sconosciuto e ha riscritto la storia.





CLICCA SU PAGINA 13 PER LA NONA POSIZIONE

MATTEO LODO e GIUSEPPE VICINO:

Rimonta da cardiopalma, il bacino di Sarasota cede sotto l’incedere della coppia azzurra, infrangono l’acqua come due ossessi, il loro equipaggio vola come un gabbiano a caccia della sua preda marittima, l’imbarcazione ha l’incedere tipico dell’ardore di due giovanotti che si laureano Campioni del Mondo trascinando sul gradino più alto del podio un’imbarcazione simbolo e di grande tradizione come il due senza senior.

Quanto successo nello specchio statunitense non si può facilmente dimenticare per tutti gli appassionati di canottaggio: attardati di addirittura 2.26 dai leader quando mancano soltanto 500 metri al traguardo, gli azzurri si rendono protagonisti di un rush finale capace di far saltare chiunque davanti al televisore. Riprendono Hunter e Murray, poi si mangiano i fratelli Sinkovic e addirittura vincono la gara con margine. Monumentali Campioni del Mondo.





(foto Federcanottaggio)

 

CLICCA SU PAGINA 14 PER L’OTTAVA POSIZIONE

 

VINCENZO NIBALI:

Uno degli sportivi italiani in grado di regalare emozioni, una delle stelle del nostro Paese, un’icona autentica amatissima da tutti gli appassionati, un Campione popolare che non si tira mai indietro e che sacrifica l’anima per realizzare imprese autentiche che scaldano il cuore. Ci fa gioire, ci fa commuovere, ci fa trasalire, ci sbalordisce, ci esalta: una caparbietà, un cuore indomito, un agonismo più unici che rari.

Al momento della pubblicazione non sappiamo ancora se Froome sarà squalificato per la sua non negatività al salbutamolo e se dunque Nibali verrà risarcito con la vittoria della Vuelta di Spagna. Intanto possiamo parlare di un secondo posto sul campo, unico capace davvero di impensierire e di contrastare il fuoriclasse britannico: solo lo Squalo lo ha messo in crisi nell’arco delle tre settimane, lo ha costretto a dare davvero il massimo, lo ha spremuto come mai gli era capitato.

È salito sul podio anche al Giro d’Italia dopo aver accarezzato il sogno della vittoria, poi la magia al Giro di Lombardia e l’arrivo in solitaria a Como conquistando una Classica Monumento per la seconda volta in carriera. Davvero maestoso e ora l’assalto al Tour de France, puntando al Mondiale di Innsbruck.





(foto Pier Colombo)

 

CLICCA SU PAGINA 15 PER LA SETTIMA POSIZIONE

 

TONY CAIROLI:

Da Patti con furore, tabella 222 sempre rossa, KTM fiammante e stagione dominata da uno dei centauri italiani più forti della storia, quest’anno capace di conquistare il Mondiale di motocross per la nona volta in carriera, eguagliando così un mito come Valentino Rossi (anche se in altra specialità). Dopo due anni di digiuno, Tony Cairoli torna a festeggiare un titolo iridato e confeziona uno dei rientri più belli dopo i problemi fisici che gli avevano dato tante noie: ha fatto capire di non essere finito e anzi ha ancora tanta fame di successi e insegue il record assoluto di Stefan Everts, il pilota più vittorioso di tutti i tempi: ci proverà il prossimo anno, il belga ora è a una sola lunghezza di distacco.

Quest’anno il siciliano è stato letteralmente imprendibile: nove vittorie di manche, 6 Gran Premi vinti, 24 volte sul podio e festeggiamenti partiti in Olanda alla penultima gara. Si è imposto in carrozza demolendo la concorrenza, da vero Campione qual è, un fuoriclasse del cross davvero impareggiabile, un fenomeno che dobbiamo coccolarci e gustarci fino in fondo.





(foto Valerio Origo)

 

CLICCA SU PAGINA 16 PER LA SESTA POSIZIONE

 

GREGORIO PALTRINIERI:

Campione Olimpico, Campione del Mondo, Campione d’Europa. Da vero siluro difende di classe la triplice corona confermandosi sul tetto del Pianeta dopo l’impresa di Kazan 2015 a cui seguì l’apoteosi dei Giochi di Rio 2016. Un monumento del nuoto che da vero Squalo si divora l’acqua di Budapest e sale meritatamente sul gradino più alto del podio dopo una battaglia estenuante con Romanchuk, piegato al termine di una battaglia al cardiopalma.

Un testa a testa che si è poi riproposto anche a Copenhagen durante gli Europei in vasca corta e che purtroppo non gli ha sorriso: la stagione si è conclusa con l’argento continentale perdendo un 1500m dopo tempo immemore ma che non macchia un’annata da urlo che lo ha consacrato ulteriormente nel Pantheon dei grandi del nuoto. Il dominio totale poi alle Universiadi, con tanto di successo nella 10km in acque libere, apre le porte a un futuro assicurato nel fondo, continuando a sognare le Olimpiadi di Tokyo 2020 passando per l’esperienza in Australia.





(foto lapresse)

 

CLICCA SU PAGINA 17 PER LA QUINTA POSIZIONE

 

JESSICA ROSSI:

Uno dei talenti più cristallini dell’intero panorama sportivo italiano, un’icona di semplicità e genuinità, un giovane fenomeno che dominò alle Olimpiadi di Londra 2012 e che sembrava destinata a dettare legge per due decenni. Qualcosa si era spento dopo il trionfo iridato nel 2013, la lampadina sembrava essersi spento, la mente non era più libera e il suo fucile era meno preciso, i vertici della disciplina non le competevano più, i nuovi regolamenti non sembrano calzarle a pennello.

Dopo quattro anni davvero molto difficili, la 25enne di Cento riesce di nuovo a fare centro e si laurea Campionessa del Mondo per la terza volta in carriera: dopo Maribor 2009 e Lima 2013, Jessica Rossi si rende protagonista di una gara spettacolare, affonda Catherine Skinner e Zuzana Rehak, fa risuonare l’Inno di Mameli e si regala una giornata di gloria da cui ripartire più combattiva che mai.





(foto pagina Facebook Jessica Rossi)

 

CLICCA SU PAGINA 18 PER LA QUARTA POSIZIONE

FRANCO MORBIDELLI:

Aspettavamo da nove anni un alfiere che conquistasse un Motomondiale, attendevamo da una vita un piccolo Messia che ci facesse nuovamente saltare sulla sella e impennare. Valentino Rossi vinse il suo ultimo titolo iridato nel 2009, successivamente ha provato più volte a conquistare la Decima ma quella gioia gli è sempre sfuggita.

L’Italia non riusciva più a imporsi nei motori, poi finalmente il romano si scatena e si consacra al termine di una stagione letteralmente mostruosa: Campione del Mondo della Moto2 dopo aver vinto addirittura otto Gran Premi ed essere salito sul podio per ben dodici volte, cioè in più della metà delle occasioni avute a disposizione.

Il Morbido può piangere di gioia dopo il terzo posto strappato in Malesia, la dedica è tutta per l’amato papà purtroppo scomparso ma che ha sempre creduto in questo piccolo talento, ha lasciato tutto e ha puntato su un piccolo fenomeno sbocciato all’improvviso. E ora si sogna in grande in MotoGP: a 23 anni il futuro è tutto suo e l’Italia aspetta.





FOTOCATTAGNI

 

CLICCA SU PAGINA 19 PER LA TERZA POSIZIONE

GABRIELE DETTI:

Nella coppia dei ribattezzati Gemelli Diversi uno dei due non aveva ancora timbrato il cartellino in un Mondiale. Detto fatto: il 23enne si rivela come il grande protagonista del nuoto italiano (maschile) nella rassegna iridata in terra magiara, conquista due medaglie pesantissime e si conferma tra i grandissimi dopo il doppio podio ottenuto alle Olimpiadi di Rio 2016.

Gli 800m sono l’espressione della sua veemenza, della sua forza, del suo stile grintoso, di una bracciata vigorosa ed energica: nessuno riesce a tenergli testa, tutti si aspettavano Paltrinieri e invece domina lui la gara spezzando le reni anche alla rivelazione Wojciech Wojdak. Uno stile natatorio eccezionale e di altissimo spessore, frutto di un allenamento studiato nei minimi dettagli che lo ha portato a toccare le vette più elevate del nuoto mondiale.

In vasca è spaventoso, la sua settimana inizia sui 400m stile libero dove Sun Yang è irraggiungibile ma lui riesce a mettersi al collo la medaglia di bronzo sfiorando addirittura il secondo gradino del podio occupato da Mack Horton. Il record europeo fatto registrare sugli 800m è l’ulteriore sigillo sulla sua maestosità, peccato che un infortunio non gli abbia permesso di ampliare il suo palmares agli Europei in vasca corta ma siamo indubbiamente davanti a un predestinato.





(foto lapresse)

 

CLICCA SU PAGINA 20 PER LA SECONDA POSIZIONE

 

FEDERICO PELLEGRINO:

Si è comportato da vero Camoscio delle Alpi laureandosi Campione del Mondo per la prima volta nella storia: la sprint a tecnica libera di Lahti è terra di conquista per il Re del fondo, il Principe delle volate sugli sci stretti, il pioniere azzurro che riscrive la leggenda italica nella disciplina (mai avevamo vinto in questa specialità). Il valdostano confeziona uno sprint da monumentale numero 1, di rabbia e di prepotenza infilza tutti i rivali, con una gamba da highlander demolisce psicologicamente e fisicamente maestri come Ustiugov, Krogh e quel Klaebo che ha iniziato la stagione dominando e che solo Chicco sembra poter contenere.

Le nevi sono il suo habitat naturale, uno spazio vitale, ossigeno imprescindibile e terra di conquista per realizzare i sogni di bambino, per essere il migliore di tutti. Un volto pulito, un atleta acqua e sapone, un ragazzo delizioso anche senza sci e scarponi, genuino come le sue esultanze sfogo di gesta indelebili.

A 27 anni, dopo aver già vinto la Coppa del Mondo di specialità nel 2016, si consacra come uno dei più grandi di sempre del fondo italiano (in Finlandia ha conquistato anche l’argento nella prova a squadre con Didi Noeckler) e si lancia verso le Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018: un Camoscio saltellante e dal cuore immenso riuscirà a realizzare l’impresa contro l’Orso norvegese?





(foto Valerio Origo)

 

CLICCA SU PAGINA 21 PER LO SPORTIVO ITALIANO DELL’ANNO

 

FEDERICA PELLEGRINI:

Una Divina tornata nell’Olimpo delle grandi, una Dea che risplende sempre più di luce propria, mitologicamente unica e ineguagliabile, di diritto nel Pantheon delle leggende immortali dello sport italiano, un monumento da santificare e da ringraziare bracciata dopo bracciata, trionfo dopo trionfo, da accompagnare in ciascuna delle sue apoteosi epiche.

Reginetta d’acqua che ancora una volta è andata oltre l’impossibile, ha sfidato i Titani con le sue stessi mani, ha sfoderato le armi di onnipotenza e ha scintillato sovvertendo qualsiasi logica, riscrivendo trattati di biologia e di tecnica sportiva, ha reso possibile l’impossibile, extraterrestre unico che alla Duma Arena ha fatto capire a tutto il Pianeta cosa sia la classe di una Divina.

Non ci sono avversarie che tengano, l’anello di congiunzione tra il nuoto maschile e femminile si deve inginocchiare per la prima volta in carriera: una della favole più belle si compie magicamente a Budapest ma è tutto incredibilmente vero. Campionessa del Mondo nei 200m stile libero, battuta l’imbattuta Katie Ledecky, stritolata ogni avversaria, un’ultima vasca da antologia sportiva che ha scaldato i cuori di una Nazione intera: sul trono ci torna lei, a 29 anni con il ruggito della Leonessa, con la zampata della Pantera, con la nuotata di una sirena ancora una volta meravigliosamente Divina. Per i freddi numeri: tre ori mondiali nella stessa disciplina (cinque totali), sette volte consecutive sul podio ai Mondiali in questa distanza.





(foto Diego Gasperoni)

Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version