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Editoriali

Pagellone 2017: tutti i voti allo sport italiano. Scherma e tiro a volo eccellenti, novità ciclismo su pista, guizzo canottaggio. Ma quanti flop….

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TENNIS: 2

Anno da dimenticare per il tennis italiano. Da dove partire? Il tennista di punta del movimento rimane Fabio Fognini. Il suo 2017 era iniziato sotto ottimi auspici, con il cambio di allenatore e di preparazione per provare a raggiungere traguardi importanti. I risultati, in effetti, sono stati positivi, almeno ad inizio anno, con la semifinale raggiunta a Miami. La stagione sulla terra è stata condizionata dalla nascita del piccolo Federico, ma al Foro Italico è arrivata comunque una vittoria di prestigio contro Murray. Poi c’è stato il titolo a Gstaad ma da lì in poi è stata una discesa verso il baratro, culminata con le gravi offese rivolte alla giudice arbitro dopo la sconfitta al primo turno dello US Open contro Travaglia. Una figuraccia che gli è costata una sospensione (con condizionale) e che ha offuscato un 2017 che poteva comunque chiudersi positivamente, se non fosse stato per l’infortunio che ha costretto Fognini praticamente a saltare la stagione indoor. Volenti o nolenti resta Fabio il miglior giocatore azzurro a livello maschile. Dietro di lui Paolo Lorenzi continua a navigare in ottime acque ed a togliersi le sue soddisfazioni. Il senese è un atleta da ammirare per umiltà, tenacia e costanza, caratteristiche con cui riesce a compensare un talento sicuramente inferiore rispetto al collega. Thomas Fabbiano e Marco Cecchinato, poi, sono stati bravi ad affacciarsi in top 100 ma non sembrano poter andare oltre. Andreas Seppi, infine, sembra aver imboccato la fase calante della sua carriera.
Il discorso non cambia tra le donne. La classifica ci dice che la migliore azzurra è Camila Giorgi, al numero 79 del ranking mondiale. La marchigiana è stata come al solito incostante in questo 2017, alternando risultati di rilievo (contro Keys a Wimbledon) a sconfitte abbastanza deludenti ed evitabili. Che piaccia o no bisognerebbe puntare su di lei: non sembra essere d’accordo la Federazione, che continua ad osteggiarla e perseguitarla nelle aule di tribunale, fino ad arrivare a farla squalificare con motivazioni quantomeno singolari. La migliore di questo 2017 è stata Francesca Schiavone. Doveva essere l’ultimo anno della sua carriera, dove non si è fatta mancare nulla, persino un titolo, ma la milanese ha deciso che il ritiro può attendere e proseguirà. È ammirabile per la capacità di mantenersi ad alti livelli anche nella fase finale della carriera. Senza nulla togliere alla Leonessa, però, se la migliore di quest’anno è stata lei, a 37 anni, allora il sospetto che il movimento italiano sia in crisi viene eccome. In caduta libera Roberta Vinci e soprattutto Sara Errani. Sulla tarantina nulla da dire: ha imboccato il viale del tramonto, ha provato a ribellarsi ma alla fine ha prevalso la mancanza di motivazioni che l’hanno portata ad accettare la realtà dei fatti. Robertina nel 2018 dirà basta al Foro Italico e proverà a chiudere degnamente una carriera importante e ricca di soddisfazioni. Discorso diverso per Sarita. Il 2017 è proseguito sulla scia di un 2016 davvero negativo; una crisi che nemmeno il cambio di allenatore è riuscito a frenare. Errani quest’anno è stata addirittura costretta a giocare le qualificazioni al Roland Garros. Come se non bastasse, poi, nel corso dell’estate è arrivata la squalifica per due mesi per doping, vicenda ancora aperta con NADO Italia che chiede a gran voce una squalifica più aspra. Sara è tornata sul finire dell’anno ricominciando dai tornei minori ma le prospettive per il 2018 non sembrano rosee.
Sia tra gli uomini che tra le donne, poi, qualche speranza si intravede tra i giovani. Gianluigi Quinzi e Matteo Berrettini, o Jasmine Paolini e Martina Trevisan. Ma c’è ancora da aspettare. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda le competizioni a squadre. Se la squadra di Davis riesce a mantenersi con discreta facilità nel gruppo mondiale da anni, le ragazze di Fed Cup hanno addirittura dovuto lottare per salvarsi dalla retrocessione in Serie C…

TENNISTAVOLO: 1

Come lo scorso anno: la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. E all’orizzonte grandi novità non paiono esserci. Partiamo da quelle che potrebbero essere le note liete, soprattutto a lungo termine: Matteo Mutti e Jamila Laurenti si sono tolti belle soddisfazioni. Mutti ha raggiunto pochi giorni fa i quarti di finale ai Mondiali Junior a Riva del Garda, eguagliando il risultato del fratello Matteo, Laurenti ha conquistato l’oro in doppio misto ed il bronzo a squdre (rappresentando l’Europa) nel World Cadet Challenge, tra le più importanti manifestazioni a livello mondiale under 15. Entrambi hanno mancato di poco la qualificazione agli YOG del prossimo anno (Mutti è la prima delle riserve) ma il futuro della disciplina in Italia passerà certamente da loro. Note stonate invece giungono dalle formazioni senior: benino agli Europei a squadre, dove però le rappresentative azzurre erano inserite nella “Serie B” della manifestazione. Esiti diversi per le due selezioni: la riforma della rassegna continentale costringerà gli uomini ad un doppio turno di qualificazione, per centrare uno degli ultimi dieci posti a disposizione (su 24), mentre le donne potrebbero centrare al primo tentativo l’obiettivo e riportare in auge, almeno a livello continentale, il nostro movimento. L’Oriente, infatti, resta lontano anni luce.

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