E’ arrivato il momento del classico Pagellone di fine anno di OA Sport. La redazione si è riunita, tracciando un bilancio sport per sport. Buon divertimento!
ARRAMPICATA SPORTIVA: 7
L’Italia si sta ben muovendo nella nuova disciplina olimpica: il movimento è in fermento, riusciamo a metterci in luce nelle varie competizioni continentali e guardiamo con fiducia all’imminente futuro. Va però tenuto in considerazione che la maggior parte degli atleti (italiani e non) si è esibito per l’intera stagione solo in una specialità mentre alle Olimpiadi di Tokyo 2020 bisognerà essere dei polivalenti abili nei tre tipi di esercizio. E anche qui un plauso al nostro DT Pietro Pozza che ha organizzato due tappe di Coppa Italia nel format della combinata per cercare di abituare già gli azzurri in quest’ottica.
L’uomo di punta rimane Claudio Ghisolfi, seconda nella classifica finale della Coppa del Mondo di lead e vincitore anche di un tappa del circuito internazionale. Purtroppo il torinese non ha brillato agli Europei casalinghi ma è stato estremamente continuo, un ragazzo in grado di competere ai massimi livelli e che può togliersi delle soddisfazioni. Ludovico Fossali ha vinto a Birmingham ed è stato terzo ad Arco di Trento nello speed (quarto agli Europei), Marcello Bombardi ha dominato a Chamonix nella difficoltà (stiamo parlando di risultati di Coppa del Mondo), Michael Piccolruaz ha vinto il bronzo negli Europei di combinata. E incantano giovani come Laura Rogora, Filip Schenk, Giorgia Strazieri, Giorgia Tesio. La strada intrapresa è quella giusta.
ATLETICA: 4
I Mondiali di Londra sono stati i peggiori della nostra storia con nemmeno una finale raggiunta all’interno dello Stadio (evento mai successo in passato e perfetta cartina di tornasole del momento critico che stiamo attraversando). Non può bastare il bronzo iridato conquistato dall’eccezionale Antonella Palmisano nella 20km di marcia per salvare la spedizione azzurra, presentatasi in Gran Bretagna anche con alcune defezioni e con Gianmarco Tamberi in precario stato fisico. Il numero di personali e/o stagionali raggiunti è stato ridottissimo, segno anche di una poco ottimale preparazione all’evento più importante dell’anno.
Il movimento fatica a uscire dal tunnel e la crisi sembra davvero senza fine, nonostante qualche timido lampo arrivato dai giovani come Filippo Tortu che ha incantato al Golden Gala e che è stato protagonista agli Europei giovanili di Grosetto insieme a tanti altri azzurrini (pensiamo anche a Vladimir Aceti). Bisogna provare a risalire la china ma la situazione è davvero molto complicata: proviamo ad aggrapparci a qualche fenomeno come Gimbo, le ragazze del tacco-punta, magari Daniele Meucci e Valeria Straneo nella Maratona. Prossima tappa gli Europei di Berlino, giro di boa del quadriennio che conduce alle Olimpiadi di Tokyo 2020: per forza di cose servirà ottenere dei risultati importanti.
BADMINTON: 5
Lo stesso voto della passata stagione. Il #ProgettoGiovani#duemila20e24 della Federazione inizia a dare frutti, come mostrato agli Europei in Danimarca, dove però gli Azzurrini, dopo il decimo posto a squadre, non sono riusciti ad andare oltre i sedicesimi nei tabelloni individuali. A livello junior Fabio Caponio e Giovanni Toti (quest’ultimo tenterà la qualificazione agli YOG del prossimo anno) si sono ben difesi ai Mondiali in Indonesia, raggiungendo i sedicesimi in doppio.
A livello senior è stata positiva la presenza di ben cinque atleti alla rassegna iridata di Glasgow, dove però il solo Rosario Maddaloni è riuscito a superare il primo turno. I due doppi, Osele-Strobl e Iversen-Garino, invece hanno alzato subito bandiera bianca. I tornei in Mauritius e Zambia hanno regalato gioie ai nostri atleti, ma il confronto con le potenze europee e mondiali è ancora impietoso.
(foto FIDAL/Colombo)
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BASEBALL; 6,5
l 2017 dell’Italia è cominciato con un deludente World Baseball Classic, in cui gli azzurri hanno centrato il 12° posto con una sola vittoria, pur notevole, sul Messico. Un passo indietro rispetto alla seconda fase di quattro anni fa e al bronzo europeo della scorsa stagione. In primavera, con il cambio ai vertici della FIBS, è partito il nuovo corso della Nazionale: via Marco Mazzieri, dentro Gilberto Gerali, chiamato al timone di una nave che ha come porto finale Tokyo 2020.
Una suggestione, un sogno. Il nuovo corso, intanto, meglio non poteva cominciare. L’Italia ha disputato le European Baseball Series, ovvero una serie di tre amichevoli contro l’Olanda. Un test importante contro la principale potenza europea, ma ampiamente superato dagli azzurri, che hanno brillantemente battuto gli Orange nei primi due confronti, cedendo solo nel terzo. Le note positive vanno aldilà del risultato: Gerali ha mandato in campo tanti giovani che hanno risposto positivamente, optando per una Nazionale “italiana”, con pochi oriundi rispetto al passato. Ancora, nella tre giorni di amichevoli si sono visti ben 19 giocatori usciti dall’Accademia FIBS, la scuola creata per far crescere i giovani talenti azzurri. Un progetto ambizioso, destinato a far maturare i suoi frutti nel quadriennio olimpico. Tanti talenti azzurri stanno maturando esperienza, sin da giovanissimi, negli Stati Uniti e la Nazionale non può che trarne beneficio. Il 2017 si chiude dunque con un carico notevole di fiducia. Il percorso che porterà a Tokyo è lungo e la qualificazione molto complicata, inutile negarlo (solo sei squadre accederanno, una delle quali è il Giappone, paese ospitante), ma l’Italia vuole stupire.
SOFTBALL: 6
Sufficienza piena per il softball italiano. Il 2017 è stato caratterizzato dagli Europei di Bollate, conclusi dalle Azzurre al secondo posto, cedendo il titolo vinto due anni fa all’Olanda. La finale non ha avuto storia ed è stata vinta dalla Orange per 7-1 ma il secondo posto della Nazionale guidata da Enrico Obletter è più che positivo. L’Italia è infatti cambiata molto rispetto alla squadra che aveva vinto due anni fa: molto più giovane, con un’età media di 23 anni, rispetto all’Olanda. L’obiettivo, infatti, è quello di lavorare a lungo termine e di portare il softball italiano a Tokyo 2020. In quest’ottica il 2017 dell’Italia è stato davvero positivo. I volti nuovi in Nazionale hanno risposto più che positivamente (Laura Vigna su tutte, classe ’99), così come le “giovani” veterane (Erika Piancastelli e Ilaria Cacciamani, ’96). L’Europeo è stato dunque un primo banco di prova, utile a capire il lavoro da fare per colmare il gap con le altre squadre, a partire dall’Olanda, la rivale di sempre. Il secondo posto agli Europei è valso la qualificazione Mondiale alle azzurre (2-12 agosto 2018 in Giappone) e il prossimo anno servirà quindi per “uscire” dai confini europei e misurarsi con le potenze mondiali. È questo il prossimo passo dell’Italia, per capire il suo reale valore. Il viaggio delle azzurre verso il Mondiale (e quindi verso Tokyo) comincerà infatti molto presto, a febbraio, quando le ragazze di Obletter parteciperanno all’Asia Pacific Cup di Sydney. Il progetto è ambizioso e il movimento in salute: ora tocca al campo confermare questa crescita con i risultati.
BEACH VOLLEY: 6,5
Mai come quest’anno il movimento si è aggrappato a Daniele Lupo e Paolo Nicolai che hanno legittimato l’argento olimpico conquistando il terzo titolo europeo (secondo consecutivo) e salendo per ben cinque volte sul podio di tornei World Tour, con la ciliegina sulla torta del terzo posto alle World Tour Finals di Amburgo. Un solo black out in stagione ma piuttosto pesante: l’eliminazione ai sedicesimi del Mondiale di Vienna.
I black out sono stati tanti, troppi, invece, per le altre coppie di punta del nostro movimento: Ranghieri/Carambula sono sprofondati nelle classifiche dopo un 2016 da favola, preannunciando con i fatti già a metà stagione di non voler più proseguire il percorso assieme e ancora peggio sono andate le cose per Menegatti/Perry, coppia che si è divisa, di fatto, dopo l’eliminazione al primo turno dei Mondiali e un solo, piccolo, lampo, in un torneo secondario del circuito europeo (terzo posto).
Un lampo è arrivato proprio in chiusura di stagione da Rossi/Caminati (altra coppia destinata a dividersi) con la vittoria nel World Tour di Aalsmeer che arriva dopo diversi podi conquistati in tornei satellite europei. Buone notizie, finalmente, arrivano dal settore giovanile, soprattutto femminile, con il podio europeo (secondo posto) di They/Orsi Toth nell’Under 20, i due quarti posti continentali di Ferraris/Varrassi (Under 20) e Mason/Scampoli (Under 18) e il prestigioso quarto posto di Traballi/Maestroni al Mondiale Under 21 di Nanjing.
BOXE: 4,5
Zero medaglie è il bilancio dell’Italia ai Campionati Mondiali di boxe dilettantistica maschile 2017, lo stesso score ottenuto alle Olimpiadi di Rio 2016 ed ai Mondiali di Doha 2015. Purtroppo si tratta di un vero e proprio campanello d’allarme, visto che l’Italia non accumulava tre zeri consecutivi nelle grandi manifestazioni planetarie dalla metà degli anni ’90: Mondiali di Tampere 1993, Mondiali di Berlino 1995 ed Olimpiadi di Atlanta 1996. Non possono bastare i quarti di finale di Manuel Cappai per definire soddisfacente la spedizione di Amburgo e per mascherare gli errori di una federazione che forse, dopo le vittorie di Russo, Cammarelle e Valentino, si è un po’ adagiata e ha trascurato la programmazione.
A livello maschile, le due note più liete sono i bronzi europei di Valentino Manfredonia e Salvatore Cavallaro – apparse però come due exploit, piuttosto che risultati figli di progettualità. Tra i professionisti, invece, Fabio Turchi e Alessandro Goddi sono due boxer che si sono fatti valere anche nel mondo della Pro Boxing, conquistando un titolo internazionale a testa. Considerando invece le donne, le notizie sono migliori: ai campionati dell’Unione Europea. Alessia Mesiano ha vinto la medaglia d’oro, mentre Roberta Bonatti e Carmela Donniacuo l’argento, insieme al bronzo di Irma Testa comprensibilmente delusa dopo l’esito della semifinale. Se invece si sposta lo sguardo sulle categorie giovanili, ci si accorge di come l’Italia spesso riesca a piazzare i propri atleti sul podio: basti pensare all’argento di Vittoria De Carlo negli ultimi Mondiali Youth o a Matias Zdrinca e Emanuele Massimo Santini, entrambi bronzo agli ultimi Europei juniores.
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CALCIO: 0
Un disastro epocale. La mancata qualificazione ai Mondiali 2018 rappresenta un’autentica mazzata per tutto il movimento, una batosta che trae le sue origini da una gestione scellerata, la cui punta dell’iceberg consiste nella confusione tattica di Gian Piero Ventura. Un tecnico rivelatosi inadeguato al ruolo di CT della Nazionale e divenuto con Carlo Tavecchio l’emblema di un fallimento che resterà negli annali come la pagina più nera della storia del calcio italiano, che appena 11 fa alzava al cielo la quarta Coppa del Mondo a Berlino.
Da 60 anni l’Italia non mancava l’appuntamento con la qualificazione ai Mondiali, sfumata in un doppio confronto con la modesta Svezia, contro cui gli azzurri non sono riusciti a segnare neanche un gol. Il campanello d’allarme, in realtà, era suonato già a Madrid, dove l’Italia ha incassato tre reti dalla Spagna, sonoramente sconfitta un anno prima agli Europei dall’armata di Antonio Conte. Ma con Ventura un’Italia senza gioco, senza idee e con pochi veri talenti si è sgretolata fino al disastro di Solna e San Siro, una macchia indelebile per il calcio italiano e per un’intera generazione di giocatori. Passa in secondo piano, così, anche la seconda finale di Champions League conquistata in tre anni dalla Juventus, ennesima conferma della competitività della compagine bianconera in Europa. Il calcio italiano ora è davvero all’anno zero.
CALCIO FEMMINILE: 6
Una stagione sufficiente per il movimento delle donne con calzoncini e pantaloncini. L’eliminazione prevedibile al primo turno degli Europei 2017 della Nazionale di Antonio Cabrini, in un raggruppamento di ferro con Germania, Svezia e Russia, ha alimentato le solite perplessità su un movimento ancora distante dagli standard europei. Tuttavia, sotto la nuova gestione di Milena Bertolini, sono arrivate 4 vittorie in altrettanti incontri nel gruppo 6 di qualificazione ai Mondiali 2019 in Francia, con la vetta del raggruppamento e la concreta chance di giocarsi il pass iridato fino in fondo.
Una nuova filosofia di lavoro quella dell’ex tecnico del Brescia volta alla valorizzazione dei blocchi di Juventus, Brescia e Fiorentina per sfruttare la conoscenza delle calciatrici nel club. I risultati, al momento, hanno dato ragione al CT. Il target è chiaro: riportare il Bel Paese alla fase finale di un Mondiale a distanza di quasi 20 anni dall’ultima volta (1999). In questo senso i cambiamenti degli ultimi mesi dimostrati dall’ingresso della Juve nella massima serie potrebbero rappresentare un incentivo per tutti ad investire maggiormente nella pratica delle donne, tenendo conto anche delle difficoltà degli uomini. Segnali di discontinuità si possono notare ma il lavoro da fare è ancora molto.
CALCIO A 5: 5,5.
La qualificazione agli Europei 2018 a Lubiana è stata messa in cassaforte senza intoppi, obiettivo minimo in un’annata di ricostruzione per una Nazionale uscita con le ossa rotte da un 2016 da incubo. L’Italia punta a rilanciarsi con un mix di veterani, perlopiù oriundi, e di giovani rampanti del calibro di Cristiano Fusari, Mauro Castagna, Giuliano Fortini, Marco Boaventura e soprattutto Julio Miotti De Oliveira, già punto fermo del gruppo tricolore. L’assenza dalla Final Four di UEFA Futsal Cup, tuttavia, costituisce ancora una lacuna da colmare per il futsal italiano, in cui la legione straniera continua ad essere predominante. Il suicidio della Luparense nel gruppo élite rappresenta un peccato mortale per una squadra che sembrava davvero proiettata verso un grande traguardo, sfumato sul più bello contro il Gyor, un avversario tutt’altro che imbattibile.
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CANOA VELOCITA’: 7,5
In salita rispetto alla scorsa stagione, dove era stata raggiunta una sufficienza stiracchiata: i podi iridati conquistati a Racice fanno ben sperare per il futuro del movimento azzurro verso Tokyo 2020. Certo, le medaglie mondiali sono arrivate tutte in specialità non olimpiche, ma Carlo Tacchini, che domina a livello Under 23, riesce già ad essere vicino ai big di questo sport. Un pizzico di sfortuna, sottoforma di medaglie di legno, lo ha accompagnato nel corso di questa stagione, ma in ottica Olimpiadi sarà uno degli uomini da battere.
Nelle specialità non olimpiche è da incorniciare l’argento ottenuto nel C1 500, dove l’azzurro è rimasto alle spalle del ceco Fuksa, autentico mostro sacro della specialità, dal quale il nostro portacolori non è poi così lontano. I fratelli Craciun hanno centrato un bellissimo bronzo nel C2 500, mentre a far ben figurare l’Italia del kayak ci hanno pensato Susanna Cicali e Francesca Genzo, argento nel K2 200: per sognare il Giappone però bisognerà migliorare sui 500 metri.
CANOA SLALOM: 6
Voto confermato rispetto all’anno olimpico. Poteva starci qualcosa di più, ma il Mondiale, abbastanza sottotono degli azzurri, ha prodotto questa valutazione. Purtroppo la rassegna iridata ha portato in dote il solo argento della coppia Ferrari-Horn nel C2 misto. Si è ben comportato Roberto Colazingari, quinto nel C1, dopo le numerose vittorie a livello giovanile, ma è mancata la zampata da podio. Stefanie Horn può fregiarsi dell’argento europeo nel K1, ma ha steccato la prova mondiale, fermandosi alle semifinali. K1 che al maschile ha deluso profondamente a Pau, con i nostri rappresentanti che non hanno centrato l’ultimo atto. Molto si puntava su Giovanni De Gennaro, che ha chiuso comunque la Coppa del Mondo al settimo posto, piazzamento certo da non buttar via, ma nel momento clou la squadra italiana non è apparsa al massimo della forma, mostrando anzi in terra transalpina un vero e proprio calo fisico. Il bronzo della canadese a squadre agli Europei fa ben sperare per il futuro.
CANOTTAGGIO: 10
Voto massimo, non si poteva davvero chiedere di più. Mondiali stratosferici, con tanto di conquista del medagliere finale. Nelle specialità olimpiche, per quanto riguarda il settore maschile, Matteo Lodo e Giuseppe Vicino sono scesi dal quattro senza senior per andare a prendersi una storica medaglia d’oro nel due senza senior. Molto bene hanno fatto anche i doppi: Stefano Oppo e Pietro Ruta, pesi leggeri, si sono arresi soltanto all’imbarcazione francese, mentre Filippo Mondelli e Luca Rambaldi, senior, hanno ottenuto una bellissima medaglia di bronzo. Secondo posto per il quattro senza senior, dulcis in fundo il bronzo dell’ammiraglia azzurra: l’otto con senior. Nelle specialità non olimpiche, in ambito maschile, da applausi è stato il successo del quattro senza pesi leggeri, imbarcazione che dopo Rio non rientra più nel programma a cinque cerchi. Nel settore femminile tanti buoni piazzamenti nelle specialità olimpiche, con una formazione molto giovane, e la consapevolezza di poter crescere verso Tokyo. Bellissimo e storico, infine, lo stupendo oro del quattro di coppia pesi leggeri di Asja Maregotto, Paola Piazzolla, Federica Cesarini e Giovanna Schettino, giovanissime azzurre (due classe 1995 e due 1998).
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CICLISMO SU STRADA: 7,5
Il successo di Vincenzo Nibali al Giro di Lombardia ha impreziosito la sua stagione e quella dell’Italia intera. Lo Squalo si è confermato la punta di riferimento dell’intero movimento, con il terzo posto al Giro e il secondo alla Vuelta che ce lo riconsegnano, ancora una volta ai vertici del ciclismo Mondiale. Il 2017 è stato anche l’anno del riscatto di Fabio Aru, nonostante la sfortuna. Infortunatosi nel mese di aprile, ha dovuto deviare sul Tour de France, dove ha vinto una splendida tappa a La Planche des Belles Filles e ha indossato anche la maglia gialla, prima di scivolare fuori dal podio nella fase finale di corsa. Ha chiuso bene la stagione alla Vuelta e mettendoci tanta grinta nelle classiche italiane.
Abbiamo parlato di Vuelta, non possiamo non spendere qualche parola per Matteo Trentin, che sembra finalmente pronto a fare il salto di qualità, magari grazie al cambio di casacca. Dal 2018, infatti, correrà per l’Orica-Scott che l’ha ingaggiato ancora prima delle vittorie a raffica del trentino nel finale di stagione. Se durante la campagna del Nord non ha impressionato, al suo posto ci ha pensato Gianni Moscon, l’autentica rivelazione della stagione. Quinto alla Roubaix, vincente ai campionati nazionali a cronometro, straordinario alla Vuelta in supporto a Froome e al Mondiale, dove è stato l’unico a tenere l’attacco di Alaphilippe in salita. Rappresenta il futuro ma anche una buona fetta di presente. Tra gli altri, Colbrelli ha preso le misure nella categoria World Tour con maggiore costanza, mentre Sacha Modolo ha dimostrato di potersi reinventare come uomo da Fiandre e Roubaix. Stagione sfortunata, invece, per Felline, quando sembrava sul punto di poter spiccare definitivamente il volo.
CICLISMO SU PISTA: 8
La rinascita del ciclismo tricolore deve assolutamente partire da qui. Dopo un 2016 super, che aveva visto Elia Viviani imporsi a Rio 2016 nell’omnium e i due quartetti andarsi a giocare i Giochi Olimpici, il 2017 è l’anno della conferma. Viviani ha salutato la compagnia, almeno fino a data da destinarsi, ma la squadra non ha perso gli stimoli, anzi, ha addirittura alzato l’asticella. Soprattutto per quanto riguarda l’inseguimento a squadre, l’Italia ormai rappresenta una delle potenze a livello internazionale. Doppia medaglia tra Mondiali (bronzo) ed Europei (argento) per gli uomini, oro continentale per le donne che però sembrano davvero pronte a dare l’assalto al globo (per loro anche una vittoria in Coppa del Mondo). Il faro del movimento è Filippo Ganna, argento europeo ed oro iridato nell’inseguimento individuale, ma non mancano le stelle alle spalle del fenomeno della UAE Emirates. Rachele Barbieri ha conquistato un titolo iridato meraviglioso nello scratch, con ambizioni anche nella specialità olimpica dell’omnium, dove l’altra giovanissima Elisa Balsamo (protagonista anche con il quartetto) si è piazzata sul podio europeo a Berlino.
MOUNTAIN BIKE: 5,5
il trend generale di questo 2017 è stato quello di vedere i nostri atleti protagonisti nelle categorie giovanili, ma meno in quelle élite. Infatti tra i migliori risultati segnaliamo la doppietta agli Europei di Darfo Boario Terme nella categoria U23, con il successo di Gioele Bertolini davanti a Nadir Colledani. Il vivaio azzurro si è messo in luce anche ai Mondiali, dove l’Italia ha sfiorato il podio con Juri Zanotti e Marika Tovo. L’unica nota positiva tra gli élite arriva invece da Eleonora Farina, che ha conquistato il titolo europeo nella downhill, che ricordiamo però essere disciplina non olimpica.
Nel cross country l’Italia ha invece faticato molto. Il settore femminile sta vivendo una profonda crisi di risultati, aggravata dalla stagione opaca di Eva Lechner e al momento sembra non esserci un’atleta in grado di prendere il suo posto. Al maschile gli azzurri hanno ottenuto invece discreti piazzamenti, ma nessun risultato di rilievo nei grandi appuntamenti. L’italiano migliore in questa stagione è stato Gerhard Kerschbaumer, che è salito sul podio in Coppa del Mondo e ha sfiorato la top 10 ai Mondiali. Daniele Braidot e Marco Aurelio Fontana hanno invece ottenuto dei buoni piazzamenti agli Europei, ma hanno deluso nel resto della stagione.
BMX: 4
Qualche passo avanti rispetto allo scorso anno, ma il movimento azzurro rimane molto distante dall’essere competitivo in ambito internazionale. Tra gli élite non si registrano risultati di rilievo nemmeno in ambito continentale, mentre dai giovani arrivano dei segnali incoraggianti. Infatti l’Italia ha ben figurato nelle gare di Coppa Europa soprattutto nelle categorie esordienti, a dimostrazione che il vivaio azzurro sta lentamente crescendo. Tuttavia questo non può salvare da una ampia insufficienza, visto che i nostri atleti non sono mai stati protagonisti nelle gare che contano davvero. Inoltre da quest’anno anche la BMX Freestyle è entrata nel programma olimpico e in Italia questa disciplina rimane pressoché sconosciuta. L’unico atleta con risultati a livello internazionale è Alessandro Barbero, che avrà bisogno però di un movimento capace di sostenerlo nel corso del quadriennio olimpico.
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EQUITAZIONE: 8,5
Un’Italia mai così bella negli ultimi tre decenni. Lorenzo De Luca e Alberto Zorzi hanno raggiunto nel 2017 la piena maturità sportiva e in pochi mesi sono passati da un discreto livello di competitività fino all’ingresso nel gotha del Salto Ostacoli, specialità in cui gli azzurri ora sono al top mondiale. De Luca ha inanellato prestazioni da capogiro, trionfando a Shanghai e Valkenswaard in occasione del Longines Global Champions Tour, concluso al terzo posto della classifica generale, dopo aver ottenuto un’eccellente seconda piazza nel girone Europa Occidentale della Coppa del Mondo 2016-2017. La sua continuità di rendimento gli è valsa persino il secondo posto a settembre nel ranking FEI. Ancora più prodigiosa è stata l’ascesa di Alberto Zorzi, che dopo il successo a Oslo in Coppa del Mondo, si è imposto a Monaco nel LGCT e ha collezionato podi in giro per il mondo, sfiorando la medaglia agli Europei di Goteborg, conclusi al quarto posto nell’individuale in sella a Cornetto K, destriero con cui il sodalizio si è interrotto nei mesi scorsi. De Luca e Zorzi sono i fari di un movimento in grande crescita, che si è tolto anche la soddisfazione di trionfare nella Coppa delle Nazioni del Piazza di Siena, mandando in delirio il pubblico romano. Nel 2017 si sono distinti anche Luca Marziani, Emilio Bicocchi e il campione italiano Juan Carlos Garcia, mentre Piergiorgio Bucci ed Emanuele Gaudiano hanno confermato la loro solidità, ma la crescita della squadra è evidenziata anche dai progressi del giovane Luigi Polesello, già in grande spolvero in ambito internazionale. In ascesa anche le quotazioni degli azzurri del Completo, che agguantano un magnifico bronzo agli Europei dopo la penalizzazione della Germania, mentre nel Dressage l’Italia è ancora lontana dall’élite mondiale.
FOOTBALL AMERICANO: 6
La Nazionale si è piazzata al secondo posto agli Europei di Flag Football, ma l’evento più importante si giocherà nel 2018, con il Campionato Europeo. La preparazione è già cominciata: il Blue Team ha disputato una serie di raduni da settembre a novembre, dando all’head coach Davide Giuliano l’opportunità di testare e provare tanti nuovi giocatori. L’obiettivo è quello di riportare l’Italia tra le migliori nazioni d’Europa in questo sport, là dove gli azzurri si trovavano negli anni ’90 (2 titoli e 5 finali). Soprattutto, sarà un test importante per tutto il movimento. Nel nostro paese c’è fermento, non solo a livello di Nazionali giovanili, ma anche per quanto riguarda il campionato. L’ultima edizione della Prima Divisione lo ha confermato, con un torneo di livello elevato, con ampia presenza di giocatori internazionali, e soprattutto con l’Italian Bowl finale. Una festa per gli appassionati di football americano, arricchita dalla presenza di una stella NFL come Calvin Johnson. Non solo, l’evento è stato trasmesso in tv, su Fox Sports, per il secondo anno consecutivo, a riprova di un successo crescente. Il prossimo passo spetta alla Nazionale, da sempre fattore trainante per qualsiasi sport. In estate, a Francoforte, ne sapremo di più.
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GINNASTICA ARTISTICA: 6
L’Italia si è ancora una volta aggrappata al talento infinito di Vanessa Ferrari, Campionessa monumentale che a 11 anni di distanza dal suo trionfo iridato nel concorso generale è riuscita nell’impresa di qualificarsi alla Finale dei Mondiali al corpo libero. Lo ha fatto senza gare nelle gambe, di rientro dall’operazione al tendine effettuata dopo le Olimpiadi 2016 e al termine di un anno di recupero: non era sicuramente al 100% a Montreal eppure è andata a caccia di una medaglia, voleva l’oro a tutti i costi ma purtroppo il tendine ha ceduto durante una diagonale dell’atto conclusivo. Dovrà stringere i denti ancora una volta con l’obiettivo di tornare competitiva in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020.
Abbiamo ammirato anche l’esplosione di Lara Mori che ha sfiorato la medaglia al corpo libero agli Europei e poi ha conquistato la Finale sempre al quadrato durante i Mondiali (oltre a quella ottenuta nel concorso generale). La toscana è ormai diventata un pilastro della Nazionale e può continuare a crescere. Insieme a Vanessa ha sostenuto il peso del nostro Paese a livello internazionale visto che Erika Fasana e Martina Rizzelli non hanno ancora definitivamente recuperato, Carlotta Ferlito si è vista poco o nulla, Elisa Meneghini ha faticato.
Brava Martina Maggio a conquistare il sesto posto nell’all-around agli Europei ma purtroppo si è infortunata prima dei Mondiali. Tanta sfortuna per Sofia Busato che, inserita tra le favorite per le medaglie al volteggio agli Europei, si è infortunata sulla pedana di Cluj-Napoca durante l’allenamento che precedeva l’inizio delle competizioni continentali.
Si sogna in grande con le giovani della classe 2003 (Elisa Iorio, le gemelle Asia e Alice D’Amato, Giorgia Villa) che hanno già fatto vedere cose interessanti a livello internazionale. La sufficienza risicata è influenzata dalle prestazioni sottotono della squadra maschile che stenta a riprendersi: dopo aver mancato la qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016, il movimento non riesce a decollare e non possono bastare le buone prestazioni di Marco Lodadio (medaglia in una tappa del World Challenge Cup e Finale sfiorata ai Mondiali, sempre sugli anelli) per avvicinarsi alla sufficienza.
GINNASTICA RITMICA: 6,5
Per la prima volta l’Italia ospitava i Mondiali, l’edizione di Pesaro è entrata di diritto nella storia dei piccoli attrezzi. Tutti si aspettavano la grande recita delle Farfalle nel concorso generale (l’unica prova olimpica) ma purtroppo le ragazze di Emanuela Maccarani non sono riuscite a salire sul podio nella gara regina. Le azzurre sono state brave a riscattarsi nella giornata dedicata alle Finali di Specialità e a laurearsi Campionesse del Mondo con i 5 cerchi: un successo parziale che certifica il valore della nostra squadra nonostante i tanti cambi rispetto alla formazione del precedente quadriennio olimpico.
Ormai il Bel Paese è abituato a vedere una squadra altamente competitiva ma finalmente, dopo tempo immemore, riusciamo a dire la nostra anche a livello individuale con le giovanissime Alexandra Agiurgiuculese e Milena Baldassarri, brave a salire sul podio più volte in Coppa del Mondo (sempre nelle specialità) e a disputare delle Finali anche ai Mondiali. Entrambe (soprattutto la ragazza di origini rumene) hanno ampi margini di miglioramento e possono farci sognare nell’imminente futuro.
TRAMPOLINO ELASTICO: 4
Questa disciplina non riesce proprio ad attecchire in Italia e si fatica a portarla anche solo a dei discreti livelli. Tra Europei e Mondiali siamo soltanto comparse, la baracca è sempre sorretta dall’infinito Flavia Cannone e dal buon Dario Aloi ma è davvero troppo poco. Dopo aver mancato la qualificazione alle Olimpiadi 2016 non sarà facile riuscire nell’impresa per Tokyo 2020.
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GOLF: 6,5.
Voto più che positivo per il golf italiano. Il 2017 è stato un anno importante: le note liete non sono mancate, così come qualcuna dolente. Cominciamo da Francesco Molinari, il principale alfiere azzurro. L’anno che volge alla conclusione ci ha confermato ancora una volta di che pasta è fatto Chicco. Il torinese è stato autore di un salto di qualità notevole, iniziato due anni fa, con la decisione di giocare sul tour americano. L’esperienza negli States lo ha fortificato. Sempre di golf si tratta, ma non è facile giocare contemporaneamente sui due circuiti, americano ed europeo: Francesco ha mantenuto bene il doppio impegno ed i risultati gli hanno dato ragione. Nelle sue apparizioni in Europa, infatti, è stato fisso in top ten (2° al BMW PGA Championship) ed anche in America ha ottenuto ottimi piazzamenti. Su tutti il secondo posto al PGA Championship, miglior risultato in un Major. Peccato per l’Open d’Italia, in cui comunque Molinari è riuscito a giocarsi la vittoria fino alla fine. Chicco può davvero puntare in alto nel 2018.
Rimanendo in famiglia, Edoardo è tornato alla vittoria dopo ben sette anni (al Trophée Hassan II), ponendo fine ad un periodo terribile, costellato di infortuni in serie, uno dopo l’altro. Il 2017, poi, ci ha consegnato anche un Renato Paratore entrato nell’élite dei vincitori, dopo il trionfo al Nordea Masters, a soli 20 anni. Un successo arrivato dopo una crescita costante negli ultimi anni, con fiducia e consapevolezza. La prima vittoria è arrivata e nel 2018 dovrà confermarsi, per quanto non sarà facile farlo. Annata al di sotto delle aspettative, invece, per Nino Bertasio (pur capace di salvarsi con un buon finale di stagione mantenendo la carta per il 2018) e soprattutto Matteo Manassero. Il veneto sembra lontano da quel ragazzino capace di stupire il mondo appena ventenne. Quest’anno è arrivato un terzo posto in India, ad inizio stagione, seguito però da una serie interminabile di tagli mancati e prestazioni da rivedere. Non può che essere lui la nota dolente a cui facevamo riferimento. Serve una scossa e al più presto, perché il golf italiano ha bisogno di ritrovare il suo talento cristallino. Il movimento, però, è in netta crescita: il 2017 è stato l’anno della conferma definitiva che la Ryder Cup 2022 si giocherà a Roma, con la Federgolf che ha avviato un progetto ambizioso per rilanciare il golf italiano che culminerà proprio con la disputa della Coppa più prestigiosa di questo sport in Italia. Un piano ambizioso ma anche ben avviato, come ha dimostrato il notevole successo di pubblico dell’Open d’Italia.
HOCKEY PRATO: 7,5
Dopo anni e anni ad inseguire un obiettivo che è sempre scappato proprio all’ultimo secondo, la nazionale femminile ce l’ha fatta: sarà ai prossimi Mondiali di Londra. L’estate 2018 dunque si colorerà di azzurro per una disciplina che praticamente mai era riuscita a toccare questo punto (nel 1976 aveva disputato la competizione iridata ma senza qualificarsi). Merito di una squadra che non ha mai smesso di crederci nonostante le tante delusioni olimpiche (non ultima quella di Rio 2016), ma anche di un allenatore tra i migliori del Bel Paese come Roberto Carta. Il sesto posto della World League di Bruxelles è il miglior risultato di sempre, ma da sottolineare ci sono le performance contro rivali di altissimo livello come Cina e Corea (che le azzurre si ritroveranno nella World Cup). Sprazzi di crescita anche per quanto riguarda il maschile: i giovani sono stati inseriti nel gruppo di Da Gai e, almeno a livello europeo, è arrivata una convincente promozione nella Pool B. Per quanto riguarda la World League, era difficile andare oltre il Round 2 giocato comunque in modo più che positivo.
HOCKEY GHIACCIO: 5
Non è stato un anno positivo quello appena concluso per l’Italia dell’hockey su ghiaccio. Nei Mondiali di maggio, nonostante ciò fosse ampiamente preventivato visti i valori in campo, l’Italia maschile non è riuscita ad evitare la retrocessione nella seconda serie, cosa che costringerà gli azzurri, nella prossima edizione, ad affrontare le squadre di “seconda fascia” nella rassegna iridata: vincendo, si avrà la possibilità di tornare in prima divisione. Per una nazione che però non ha mai avuto in questo sport uno dei propri cavalli di battaglia – è molto ampio il gap tecnico fra gli azzurri e le squadre incontrate nel torneo – era un risultato che era stato tenuto in considerazione. Con l’avvicendamento in panchina di Clayton Beddoes al posto di Stefan Mair, l’Italia si è ben comportata nell’ultimo Euro Ice Hockey Challenge, lasciando intravedere qualche speranza per il futuro. Al femminile, invece, le ragazze sono riuscite a conquistare la salvezza al Mondiale di prima divisione gruppo B, tenutosi a inizio 2017. Chiudendo davanti alla Polonia, l’Italia si è guadagnata la permanenza di categoria.
HOCKEY PISTA: 6
Il quarto posto ai Mondiali di Nanchino conferma l’ottimo stato di salute di un movimento che vanta numerosi talenti di calibro internazionale. I campioni d’Italia del Lodi, che hanno spodestato il Forte dei Marmi dopo tre scudetti di fila, dispongono di una matrice azzurra di elevato spessore, che costituisce anche l’asse portante della Nazionale, che si affida alla freschezza atletica dei giovani Francesco Compagno, Giulio Cocco e Davide Gavioli e all’esperienza di Domenico Illuzzi e Marco Pagnini, la cui personalità è determinante per i successi delle due migliori squadre della Serie A1. In Eurolega, intanto, le quattro italiane sono in piena corsa per la qualificazione ai quarti di finale, mentre il Sarzana e il Viareggio hanno sfiorato il trionfo in Coppa Cers, anche se le corazzate iberiche dispongono ancora di una marcia in più e sembrano molto avanti rispetto alle altre nazioni in termini di qualità e talento.
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JUDO: 6,5
La stagione azzurra non è iniziata nel migliore dei modi, tra alcuni infortuni e la scelta di diversi atleti di prendersi una pausa dopo Rio 2016, in particolare da parte del campione olimpico Fabio Basile. Il percorso ha comunque seguito una parabola ascendente, culminata con la medaglia d’argento di Matteo Marconcini ai Mondiali di Budapest nella categoria 81 kg, ma anche nel successo di Edwige Gwend (63 kg) al Grand Slam di Abu Dhabi, dove l’atleta nativa del Camerun è diventata la prima italiana ad ottenere una medaglia d’oro in un torneo di questo tipo. Di positivo c’è anche il continuo fermento che si registra nelle categorie giovanili, dove negli ultimi anni sono state ottenute numerose medaglie internazionali che lasciano ben sperare per il futuro. Dall’altro lato, la squadra italiana resta ancora distante dalle nazionali di vertice, visto che in molte categorie i migliori azzurri non sono ancora riusciti ad imporsi su scala planetaria. Resta ancora molto lavoro da fare in vista dell’inizio del periodo di qualificazioni olimpiche, con l’obiettivo di portare a Tokyo 2020 qualche atleta in più rispetto ai sei di Rio 2016.
KARATE: 8
Il tasso di competitività crescente della disciplina con la recente introduzione nel programma olimpico non ha scalfito le ambizioni della pattuglia azzurra, i cui punti di riferimento restano Luigi Busà e Sara Cardin, autentici totem del movimento azzurro. Busà nel 2017 ha trionfato agli Europei di Kocaeli, in Premier League a Lipsia e in Serie A a Okinawa, tre successi che lo pongono tuttora ai vertici internazionali della disciplina nei -75 kg. Sara Cardin, dal canto suo, ha fatto incetta di medaglie in giro per il mondo, con il picco dell’argento agli Europei e nella tappa di Premier League a Salisburgo, poche settimane dopo l’intervento per la ricostruzione del setto nasale. Ma la campionessa azzurra dovrà far fronte alla concorrenza interna di Alessandra Mangiacapra in vista della qualificazione olimpica nei -55 kg. Gli azzurri restano in prima linea anche nel kata, in particolare con la squadra femminile, pressoché imbattibile quando è al completo con la sua punta di diamante Viviana Bottaro. Da rimarcare anche la crescita prorompente dei giovani talenti Simone Marino, oro agli Europei nei +84 kg, e Silvia Semeraro, vincente in Premier League a Rabat nei -68 kg, mentre si confermano ad alti livelli Mattia Busato, Michele Martina, Gianluca De Vivo e Angelo Crescenzo.
LOTTA: 6,5
Frank Chamizo resta un campionissimo e lo ha dimostrato ancora una volta, dominando la scena internazionale anche in una nuova categoria di peso. Se il voto supera la sufficienza, però, è anche merito di Sara Da Col e del suo inaspettato bronzo europeo, che ha rotto un lungo digiuno nel settore femminile. Anche nelle categorie giovanili si sono registrati buoni risultati con medaglie europee e mondiali, un’ottima prospettiva per gli anni a venire. Tuttavia, l’Italia resta ancora una potenza minore nella lotta e sarà necessario un lavoro capillare in vista del prossimo appuntamento olimpico, per dimostrare che la lotta azzurra non è solo Chamizo.
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NUOTO: 9
6 medaglie (3 ori e 3 bronzi) ai Mondiali 2017 a Budapest non sono risultati così consueti entro i nostri confini. La Duna Arena, nella settimana magiara, sembrava il Foro Italico di Roma per la portata delle prestazioni nostrane. Una spedizione trionfale suggellata dai successi straordinari di Federica Pellegrini (200 stile libero donne), Gabriele Detti (800 stile libero uomini) e Gregorio Paltrinieri (1500 stile libero uomini) e dai terzi posti di Detti (400 stile libero uomini), Paltrinieri (800 stile libero uomini) e Simona Quadarella (1500 stile libero uomini). Ed è proprio la giovane ragazza romana, classe ‘98, la sorpresa di una rassegna che ha confermato nel gotha della piscina la “Divina” ed i “Gemelli diversi” del nuoto italiano. In generale un movimento che ha registrato poche controprestazioni ed in cui alcuni atleti sono riusciti ad esprimersi al 100%, vedi Fabio Scozzoli, autore del primato italiano nei 50 rana e finalista nelle medesima distanza dominata dall’alieno Adam Peaty. Una manifestazione da incorniciare da cui trarre spunto per quel che verrà, dovendo fare i conti con un ricambio generazionale che vede nella Quadarella ed in Nicolò Martinenghi (due volte campione del mondo nei 50 e 100 rana nella rassegna junior di Indianapolis) gli esponenti più convincenti della nouvelle vague.
NUOTO DI FONDO: 7
Nel Lago Balaton (Ungheria) la nazionale di fondo, tra le più accreditate alla vigilia del Mondiale, ha ottenuto 5 medaglie (2 argenti e 3 bronzi) mettendo in luce una giovane, sempre più realtà del contesto delle acque libere, ovvero Arianna Bridi, sul gradino più basso del podio nella 10 km (distanza olimpica) e nella 25 km. Una buona compattezza del movimento confermata dalla terza piazza nella prova a squadra del formato da Rachele Bruni, Giulia Gabbrielleschi, Federico Vanelli e Mario Sanzullo, e replicata dagli argenti proprio di Sanzullo (5 km) e di Matteo Furlan (25 km). Certo, è mancato l’acuto e questo chiaramente ha un suo peso nella valutazione complessiva comunque buona. Va considerato infatti l’andamento nella Coppa del Mondo in cui la Bridi ha ottenuto il successo finale al pari di Simone Ruffini, rafforzando l’idea di un Bel Paese molto convincente nella specialità.
NUOTO SINCRONIZZATO: 8
“A Scream of Lampedusa”. Quell’urlo prima della magica esibizione del duo misto composto da Giorgio Minisini e Manila Flamini ce la ricordiamo tutti. Una sequenza di grande emozione ed intensità in cui i due ragazzi italiani hanno impressionato nel loro esercizio non soltanto per la grande precisione dei gesti ma soprattutto per la loro interpretazione. Sembrava impossibile battere i russi Mikhaela Kalancha/Aleksandr Maltsev ma Giorgio e Manila ce l’hanno fatta, regalandosi un sogno e dando risalto ad una specialità, spesso, giudicata con superficialità. Un successo simbolico confermato poi dall’argento nella routine del libero di Minisini, in coppia con Mariangela Perrupato. Una selezione, quella di Patrizia Giallombardo, in grande crescita ed i piazzamenti di Linda Cerruti nel singolo, nel doppio con Costanza Ferro, e della squadra ne sono dimostrazione. Un lavoro che vuol portare alle Olimpiadi Tokyo 2020 il Bel Paese a rivaleggiare con ancor più convinzione per la top3 ed i segnali sono ottimi.
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BASKET: 6
Due quarti di finale agli Europei. Questo il bilancio della pallacanestro italiana nel 2017, probabilmente il massimo che le nazionali maschile e femminile potevano raggiungere, anche se non manca qualche rimpianto.
In campo maschile, per l’ennesima estate, l’Italia si è trovata a “leccarsi le ferite” e a fare la conta degli indisponibili, con Ettore Messina che ha messo insieme un buon gruppo, non fondato sicuramente sul talento, ma sulla coesione e sulla voglia di combattere fino all’ultimo secondo. Partita nello scetticismo più totale e senza Danilo Gallinari, per quel folle pugno in amichevole contro l’Olanda, la nazionale è arrivata in Israele con tanti dubbi. L’esordio vittorioso contro i padroni di casa ha, però, cambiato completamente l’ambiente e anche la successiva vittoria contro l’Ucraina ha aumentato la fiducia nello spogliatoio. Poi sono arrivate due sconfitte completamente diverse tra loro con Lituania e Germania, per poi concludere con la sofferta vittoria contro la Georgia, che ha regalato il terzo posto alla squadra di Messina e un ottavo di finale contro la sorpresa Finlandia, vinto poi in maniera netta e decisa. Successivamente è stato il momento della fortissima Serbia, poi medaglia d’argento, che per il terzo Europeo consecutivo ha messo fine all’avventura azzurra alle porte delle semifinali. Dopo l’Europeo Ettore Messina ha lasciato e sulla panchina azzurra si è seduto Meo Sacchetti. Il nuovo corso è partito sicuramente bene con due vittorie nelle Qualificazioni Mondiali contro Romania e soprattutto Croazia. Proprio il successo in terra croata ha riportato un po’ di fiducia ed entusiasmo all’interno di tutto il gruppo azzurro e avvicinato anche se di pochissimo al Giappone (la strada è ancora lunghissima) la nostra nazionale.
Passando alle donne, negli occhi e nella mente di tutto l’ambiente azzurro e dei tifosi italiani ci sono ancora le immagini delle lacrime e della delusione di Masciadri e compagne dopo la sconfitta nello spareggio mondiale contro Lettonia. Una partita che è ancora una ferita aperta per una nazionale che a fari spenti era giunta ad un passo dalla qualificazione alla rassegna iridata. Una squadra di giovani e veterane, arrivata agli Europei un po’ nello scetticismo generale e con l’obiettivo di pensare una partita alla volta, per poi vedere dove si era arrivati. Un cammino meraviglioso quello della squadra di coach Capobianco, il principale protagonista di questo piccolo miracolo azzurro, arrivato addirittura fino ai quarti di finale contro il Belgio. Dopo la sconfitta con le belghe, l’Italia si è trovata ad avere un’ultima chance per centrare una storica qualificazione al Mondiale. Come già detto sopra con la Lettonia è andata male, complice un finale sfortunato e un arbitraggio molto discutibile. L’ultimo Europeo ha consacrato Cecilia Zandalasini, ormai tra le migliori giocatrici europee. Inoltre questa estate la nativa di Broni si è tolta anche la grande soddisfazione di conquistare il titolo WNBA con Minnesota. Intorno a Zandalasini verranno costruite le future nazionali, compresa quella attuale di Marco Crespi (sostituto di Capobianco), che, a differenza degli uomini, non ha iniziato bene le Qualificazioni agli Europei, con una vittoria contro l’Albania ed una sconfitta molto pesante in casa contro la Croazia, che ha sicuramente complicato il cammino delle azzurre.
Non solo le nazionali senior, ma è stato un 2017 positivo anche per le nazionali giovanili, che hanno ottenuto dei buoni risultati. Quello di maggior spicco è senza dubbio lo storico argento conquistato dall’Under 19 maschile ai Mondiali. Inoltre poi ci sono anche il quinto posto europeo dell’Under 18 e il sesto dell’Under 20 femminile. Segnali sicuramente di crescita per tutto il movimento.
PALLAMANO: 4
Anche nel 2017 l’Italia dell’handball non è riuscita a decollare, e il cambio di dirigenza a livello federale ha portato fino ad ora alla modifica del campionato maschile (tornerà a girone unico dalla prossima stagione), oltre lo spostamento delle categorie giovanili, divise per annate dispari. A livello di risultati, qualcosina di positivo c’è, e in modo particolare con la maschile, capace all’ultimo secondo di superare il turno preliminare di qualificazione agli Europei 2020, e guadagnarsi così l’accesso alla fase a gironi decisiva, dove gli avversari non saranno più Georgia e Lussemburgo, e dove per ottenere il pass per la rassegna continentale servirà un vero e proprio miracolo sportivo. Per quanto riguarda le donne, le speranze di vedere le azzurre ai prossimi Europei sono molto flebili, ma il raggruppamento con Montenegro, Polonia e Slovacchia (le prime due impegnate ai Mondiali) permetterà a Niederwieser e compagne di confrontarsi con rappresentative molto più preparate, e magari carpire qualche segreto per migliorare, in vista dei prossimi appuntamenti. Qualche segnale di crescita c’è, ma è sicuramente troppo poco per potersi affacciare all’Olimpo internazionale.
PALLANUOTO: 5
È l’anno zero per quanto riguarda l’Italia. Dopo i fasti di Rio 2016 è arrivata una stagione tutt’altro che convincente sia al maschile che al femminile. A partire dai club, dove non sono arrivati i risultati attesi (soprattutto per quanto riguarda gli uomini, con la Pro Recco che in Champions League non è andata oltre la semifinale). Il voto è comunque negativo per le nazionali, trionfanti a livello olimpico (rispettivamente bronzo gli uomini ed argento le donne), deludenti a livello iridato. A Budapest entrambe erano attese da performance di valore, ma, per vari motivi, si sono dovute fermare prima del momento clou. I ragazzi di Sandro Campagna si sono arresi ai quarti alla Croazia poi campionessa del mondo, ma soprattutto alla sfortuna, con un sospetto morbillo che ha privato la rosa di alcuni degli elementi di maggior valore. Out ai quarti, ma con maggiori recriminazioni, il Setterosa: le ragazze di Fabio Conti erano favorite e hanno giocato benissimo per tre quarti di partita con la Russia, salvo poi crollare sul finale. I nomi nuovi comunque non mancano e non ci sono grandi preoccupazioni in vista delle prossime stagioni verso Tokyo 2020. Tra gli uomini soprattutto è arrivata la notizia della naturalizzazione di Gonzalo Echenique, una delle stelle a livello internazionale. Discorso simile per le donne: la brasiliana Izabella Chiappini è convocabile per il Setterosa.
(credit: Ciamillo)
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PALLAVOLO: 5,5
Due medaglie d’argento e due cocenti eliminazioni ai quarti di finale. Questo è il bilancio contrastante dell’Italia che ha sì conquistato il secondo posto al Grand Prix (con le donne) e alla Grand Champions Cup (con gli uomini) ma ha steccato sonoramente gli Europei, l’evento più importante della stagione su cui entrambe le formazioni avevano puntato tanto.
I ragazzi di Chicco Blengini si sono presentati in Polonia con diverse defezioni tra cui spiccano soprattutto quelle di Ivan Zaytsev (caso scarpe) e Osmany Juantorena (estate di riposo): dopo aver perso all’esordio contro la Germania di Giani (poi finalista), gli azzurri hanno cercato di riprendersi ma ai quarti hanno subito una sonora lezione dal Belgio, formazione ostica ma tutt’altro che irresistibile. E’ mancato l’uomo leader, talenti come Simone Giannelli e Filippo Lanza non sono riusciti a tenere a galla la formazione, si è sentita la mancanza di un convincente reparto schiacciatori e soprattutto abbiamo pagato anche le difficoltà dell’opposto Luca Vettori.
Le ragazze di Davide Mazzanti ripartivano dalla delusione delle Olimpiadi di Rio 2016, la squadra è stata quasi totalmente rivoluzionata con l’inserimento di molte giovane: bravissime a strappare la qualificazione ai Mondiali 2018, poi eccezionali protagoniste durante il Grand Prix dove solo il Brasile ci ha impedito di conquistare il primo storico trionfo. Le bordate di Paola Egonu, la regia di Ofelia Malinov, la grinta del capitano Cristina Chirichella sono immagini indelebili ma purtroppo agli Europei è saltato tutto complice anche l’infortunio della palleggiatrice e la mancanza del martello Miriam Sylla per un caso doping. L’Olanda ci ha schiacciato ai quarti di finale confermandosi la nostra autentica bestia nera.
Meritano un plauso i club. Perugia ha organizzato una splendida Final Four di Champions League a Roma perdendo l’atto conclusivo contro la corazzata Zenit Kazan ma dopo aver sconfitto Civitanova in semifinale. Conegliano ha ospitato la Final Four della massima competizione continentale e purtroppo si è dovuta arrendere al VakifBank Istanbul di Guidetti mentre Trento ha perso a sorpresa la Finale di CEV Cup. E non dimentichiamoci dei risultati giovanili tra cui spicca la Nazionale U18 femminile confermatasi Campionessa del Mondo.
PENTATHLON: 6
Stesso voto dello scorso anno, più o meno con le stesse motivazioni: giovani da copertina, senior da rivedere. Certo, i “magic moments” non sono mancati, uno su tutti la splendida affermazione di Alice Sotero nella tappa polacca di Coppa del Mondo, dove la pentatleta astigiana si è messa alle spalle il Gotha mondiale di questo sport. Un infortunio poi l’ha costretta a un tour de force per rientrare in tempo per Europei e Mondiali. Proprio la rassegna iridata a livello senior è stato il punto più basso della stagione azzurra, con i nostri atleti che hanno mancato l’appuntamento più importante. Di contro il futuro di questo sport appare roseo, se le giovani leve dovessero riuscire a ripetere, tra i grandi, i successi ottenuti con costanza a livello junior e youth. Basti pensare al numero uno mondiale di Elena Micheli (con Alice Rinaudo seconda), oppure alla pioggia di medaglie ottenute dai nostri rappresentanti tra Europei e Mondiali di categoria. Altro tassello importante è stata la qualificazione agli YOG del prossimo anno sia di Giorgio Malan che di Maria Beatrice Mercuri. Finale di stagione impreziosito dalla vittoria di Riccardo De Luca e dal secondo posto di Alice Sotero nella Champion of Champions.
RUGBY: 5,5
La cura Conor O’Shea sembra essersi fermata, o, almeno, aver perso un po’ di spinta. Dopo la vittoria in amichevole di Firenze con il Sudafrica ci si aspettava molto di più dalla nazionale maschile, soprattutto per quanto riguarda il Sei Nazioni. Sono arrivate invece cinque sconfitte, il cucchiaio di legno e poche partite convincenti (forse solo il primo tempo a Twickenham con l’Inghilterra che ha stupito il mondo intero). Da lì in poi è partita una sorta di rivoluzione, con il commissario tecnico irlandese che ha deciso di promuovere, a partire dai Test Match di giugno (benissimo con l’Australia, male con Fiji e Scozia), alcuni giovani nella rosa.
Sfruttando poi il lavoro che è sembrato molto migliore delle franchigie (Zebre e Benetton Treviso) nel rinnovato Pro 14, O’Shea ha ringiovanito ancor di più la squadra per i Test Match di novembre: vittoria convincente con le Fiji, sconfitte abbastanza nette con Argentina e Sudafrica. C’è comunque spazio per migliorare, magari in vista del prossimo Sei Nazioni. Un po’ meglio tra le donne, soprattutto a livello iridato, dov’è arrivata una bellissima top-10 (nona piazza battendo la Spagna nella finalina). Manca però anche qui la costanza di rendimento: Whitewash anche per le donne, con la vittoria che è comunque mancata per pochissimo, soprattutto con la Scozia.
RUGBY A 7: 4
Il voto rispetto allo scorso anno è migliorato, ed è già qualcosa, ma questo sport in Italia gode di poca considerazione, anche a livello federale: sarebbe utopia, al momento, poter immaginare l’Italia ai Giochi Olimpici. Le World Series sono costantemente prive della squadra azzurra, che fatica a mettersi in luce. Il nono posto europeo della formazione Under 18 maschile (che è valso la conquista del Challenge Trophy), non deve trarre in inganno: servono maggiori investimenti verso questo sport, ancora bistrattato. In questo caso il voto, più che agli atleti, è rivolto al “palazzo”, reo di non puntare su questa variante del ben più noto rugby a 15. I piazzamenti delle varie Nazionali azzurre infatti non sono poi così male, se si considera che anche le donne si sono comportate degnamente agli Europei Under 18, conclusi al decimo posto. Le squadre senior, formate per lo più da giocatori di rugby a 15 di contro, faticano a farsi vedere nel panorama internazionale, raggranellando qualche buon piazzamento nel Sevens Grand Prix Series, il maggior torneo continentale, senza essere comunque al livello delle fortissime selezioni oceaniche.
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SCHERMA: 10 E LODE
Un 2017 semplicemente trionfale e che pone la scherma azzurra ancora una volta tra le regine dello sport italiano. Miglior nazionale agli ultimi Europei di Tbilisi e pochi mesi dopo copione che si ripete anche ai Mondiali di Lipsia. Un vero e proprio capolavoro per una disciplina che non conosce assolutamente la parola crisi e che ha saputo rinnovarsi negli anni con sempre protagonisti diversi. Il capolavoro più bello è stato quello della squadra della sciabola femminile, capace di salire sul gradino più alto del podio sia agli Europei che ai Mondiali. Un quartetto che è cresciuto con il tempo, che ha sfiorato la medaglia olimpica e che l’anno scorso ha vissuto la sua definitiva consacrazione con un doppio oro storico.
Ci sono state le conferme di Daniele Garozzo ed Arianna Errigo, oro europeo individuale, oro mondiale a squadre e bronzo mondiale individuale (per Arianna anche l’oro europeo a squadre), con il siciliano che ha sfiorato la tripletta visto che è anche il campione olimpico in carica. Il 2017 è stato anche l’anno di Alice Volpi, che ha vinto due ori con la squadra, un argento mondiale e un bronzo europeo nell’individuale. Anche in Coppa del Mondo quest’anno la toscana è sempre salita sul podio e sta puntando sempre di più alla conquista della sua prima coppa. Un’altra fantastica impresa è stata quella di Paolo Pizzo, capace di tornare a vincere un titolo mondiale dopo sei anni da quello conquistato a Catania. Ci sono state poi anche le medaglie individuali di Rossella Fiamingo (argento europeo) e Irene Vecchi (bronzo mondiale), che completano un anno davvero magico.
SOLLEVAMENTO PESI: 7,5
Tre medaglie mondiali, un bottino importantissimo. In particolare, il bronzo nel totale di Nino Pizzolato ha dato tutto un altro spessore all’annata del sollevamento nostrano. I risultati ottenuti con lui e con Mirko Zanni sono il frutto di un ottimo lavoro svolto nel tempo, che ora con le nuove leve (complice anche l’esclusione di 9 nazioni dai Mondiali per reiterati casi di doping) sta iniziando a dare i suoi frutti, specialmente in campo maschile dove invece gli azzurri avevano faticato maggiormente negli ultimi anni. Oltre a loro, va rimarcata la delusione per Mirco Scarantino, lontano ai livelli cui lo attendavamo proprio durante la rassegna iridata, mentre in primavera si era imposto in scioltezza ai Campionati Europei. La sensazione è che il nisseno, da sempre molto agonista ed emotivo in pedana, possa soffrire proprio la sua grande carica durante gli appuntamenti più importanti. Oltre ai risultati ottenuti dai ‘grandi’, non può che esserci soddisfazione anche per quanto avvenuto a livello giovanile, con l’Italia che ha raggiunto i migliori risultati da diverso tempo a questa parte con i giovanissimi, pronti a intraprendere il cammino che Pizzolato, Zanni e in parte Scarantino hanno portato a compimento, anche con ottime prospettive future data la giovane età di tutti e tre. In campo femminile, le azzurre faticano ad eccellere ma si sono confermata squadra solida, che anche a livello mondiale può cogliere tanti piazzamenti di qualità pur con poche carte da podio.
SQUASH: 6
Molto della stagione azzurra si basava sui Campionati Europei a squadre, una competizione che ben rappresenta il valore dei diversi movimenti nazionali. Dopo la doppia promozione dello scorso anno, i ragazzi sono riusciti a mantenersi in seconda divisione, centrando l’obiettivo prefissato, mentre le ragazze hanno chiuso all’ultimo posto. Anche in individuale, i migliori risultati sono arrivati dagli uomini, in particolare da Yuri Farneti, che ha ben difeso la maglia azzurra sia ai World Games che agli Europei individuali.
TAEKWONDO: 6,5
il ricambio generazionale è in atto e i primi risultati si notano in maniera evidente. Vito Dell’Aquila a soli 17 anni ha riportato l’Italia sul podio ai Mondiali di Muju e già si è proiettato verso il salto nella categoria olimpica -58 kg, dove ha ottenuto discreti risultati in chiave Tokyo 2020. Daniela Rotolo, intanto, è in pianta stabile tra le migliori al mondo nei -62 kg e nei -67 kg, categorie in cui si è imposta a più riprese nei tornei di classe G1, conquistando tra l’altro il bronzo alle Universiadi, anche se le è mancato il guizzo ai Mondiali e nel World Grand Prix. Con Erica Nicoli, Natalia D’Angelo e Maristella Smiraglia al femminile, Roberto Botta, Antonio Flecca e il capitano Claudio Treviso al maschile, l’Italia può giocarsi diverse carte anche nelle altre categorie, sebbene il divario dai big non sia stato ancora colmato, come si evince dallo zero nel medagliere delle quattro tappe del World Grand Prix e, dato ancor più significativo, negli Europei di Sofia per le categorie olimpiche. La definitiva consacrazione dei due diamanti azzurri e la crescita collettiva del gruppo saranno gli obiettivi di un 2018 che dovrà costituire l’ideale rampa di lancio verso Tokyo 2020.
SKATEBOARD: 6,5
La stagione di Ivan Federico è iniziata alla grande con la vittoria nel Best Trick Contest del Bowl-A-Rama di Bondi Beach. I successivi due podi a Sydney e Sao Paolo nelle prime due tappe dei Vans Park Series sembravano il preludio ad un’annata trionfale, ma il talento azzurro si è un po’ spento nella seconda parte del 2017 ed è riuscito ad esprimersi solo a sprazzi sui suoi consueti livelli. La sua classe cristallina, tuttavia, non è in discussione e la sua costanza di rendimento fa decisamente ben sperare in chiave olimpica. Alessandro Mazzara, intanto, ha trionfato al NASS Festival a soli 13 anni e sia lui sia Federico sono entrati nella top ten dei Mondiali di Vert a Nanchino. L’Italia sa di poter contare su due fuoriclasse anche per l’era post Tokyo, due talenti in grado di far saltare il banco nel Park, la specialità entrata a far parte del programma olimpico in rappresentanza degli sport a rotelle a cinque cerchi.
SURF: 6,5
Per la prima volta nella storia del suo piccolo e giovane movimento, l’Italia del surf è riuscita a posizionarsi sulle mappe del surf internazionale.
Due gli eventi cruciali: la partecipazione dell’alfiere Leonardo Fioravanti alla World Surf League 2017 e i risultati della nazionale italiana agli Europei di Bore in Norvegia ad Ottobre.
Nel primo caso la storia è stata fatta la passata stagione, con la qualificazione dell’allora diciannovenne Fioravanti al Championship Tour. Un risultato di rilievo, se pensiamo che nazioni dalla tradizione surfistica ben più sviluppata della nostra come il Portogallo, hanno dovuto aspettare il 2007 per avere per la prima volta un atleta nel gotha del surf mondiale e a tutt’oggi sono riusciti ad esprimere una sola altra eccellenza (l’ottimo Frederico Morais, in lotta per il titolo di rookie dell’anno per questa stagione).
Con ogni probabilità Fioravanti dovrà nuovamente rincorrere la top 36 mondiale nella stagione 2018. Non si tratterà però di dover ripartire da capo: il bagaglio d’esperienza maturato in questa prima stagione è impagabile, e il ragazzo a lato del talento indiscutibile dimostrato in diverse occasioni durante quest’anno poco fortunato (col picco dei quarti di finale raggiunti alle isole Fiji), ha dalla sua un ambiente familiare e un entourage sportivo che gli possono assicurare pieno supporto e serenità nel proseguo della carriera, con gli occhi ben fissi su Tokyo 2022.
Capitolo Bore 2017: l’Italia per la prima volta nella storia ha raggiunto il podio dei campionati europei, portando a casa 4 finali individuali su 5 categorie di gara, 2 medaglie individuali e un secondo posto a squadre alla spalle dell’irraggiungibile potenza portoghese. Un risultato eclatante che ha galvanizzato l’ambiente. Non solo, un risultato raggiunto da una Federazione costituitasi solo cinque mesi prima, e che nonostante un budget tra i più bassi delle Federazioni affiliate al CONI, è riuscita ad organizzare tre trasferte internazionali (Mondiali ISA in Francia a Maggio, Mondiali ISA Juniores in Giappone a settembre e appunto gli Europei norvegesi) e formare un compatto gruppo di lavoro che pare aver già intrapreso una strada corretta.
È proprio questo il risultato più importante per la Federazione, essere riuscita finalmente a superare le divisioni interne che avevano caratterizzato il surf italiano nell’ultimo decennio e coagulare una piccola comunità attorno ad un obiettivo comune: Tokyo 2020.
(foto Bizzi per Federscherma)
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TENNIS: 2
Anno da dimenticare per il tennis italiano. Da dove partire? Il tennista di punta del movimento rimane Fabio Fognini. Il suo 2017 era iniziato sotto ottimi auspici, con il cambio di allenatore e di preparazione per provare a raggiungere traguardi importanti. I risultati, in effetti, sono stati positivi, almeno ad inizio anno, con la semifinale raggiunta a Miami. La stagione sulla terra è stata condizionata dalla nascita del piccolo Federico, ma al Foro Italico è arrivata comunque una vittoria di prestigio contro Murray. Poi c’è stato il titolo a Gstaad ma da lì in poi è stata una discesa verso il baratro, culminata con le gravi offese rivolte alla giudice arbitro dopo la sconfitta al primo turno dello US Open contro Travaglia. Una figuraccia che gli è costata una sospensione (con condizionale) e che ha offuscato un 2017 che poteva comunque chiudersi positivamente, se non fosse stato per l’infortunio che ha costretto Fognini praticamente a saltare la stagione indoor. Volenti o nolenti resta Fabio il miglior giocatore azzurro a livello maschile. Dietro di lui Paolo Lorenzi continua a navigare in ottime acque ed a togliersi le sue soddisfazioni. Il senese è un atleta da ammirare per umiltà, tenacia e costanza, caratteristiche con cui riesce a compensare un talento sicuramente inferiore rispetto al collega. Thomas Fabbiano e Marco Cecchinato, poi, sono stati bravi ad affacciarsi in top 100 ma non sembrano poter andare oltre. Andreas Seppi, infine, sembra aver imboccato la fase calante della sua carriera.
Il discorso non cambia tra le donne. La classifica ci dice che la migliore azzurra è Camila Giorgi, al numero 79 del ranking mondiale. La marchigiana è stata come al solito incostante in questo 2017, alternando risultati di rilievo (contro Keys a Wimbledon) a sconfitte abbastanza deludenti ed evitabili. Che piaccia o no bisognerebbe puntare su di lei: non sembra essere d’accordo la Federazione, che continua ad osteggiarla e perseguitarla nelle aule di tribunale, fino ad arrivare a farla squalificare con motivazioni quantomeno singolari. La migliore di questo 2017 è stata Francesca Schiavone. Doveva essere l’ultimo anno della sua carriera, dove non si è fatta mancare nulla, persino un titolo, ma la milanese ha deciso che il ritiro può attendere e proseguirà. È ammirabile per la capacità di mantenersi ad alti livelli anche nella fase finale della carriera. Senza nulla togliere alla Leonessa, però, se la migliore di quest’anno è stata lei, a 37 anni, allora il sospetto che il movimento italiano sia in crisi viene eccome. In caduta libera Roberta Vinci e soprattutto Sara Errani. Sulla tarantina nulla da dire: ha imboccato il viale del tramonto, ha provato a ribellarsi ma alla fine ha prevalso la mancanza di motivazioni che l’hanno portata ad accettare la realtà dei fatti. Robertina nel 2018 dirà basta al Foro Italico e proverà a chiudere degnamente una carriera importante e ricca di soddisfazioni. Discorso diverso per Sarita. Il 2017 è proseguito sulla scia di un 2016 davvero negativo; una crisi che nemmeno il cambio di allenatore è riuscito a frenare. Errani quest’anno è stata addirittura costretta a giocare le qualificazioni al Roland Garros. Come se non bastasse, poi, nel corso dell’estate è arrivata la squalifica per due mesi per doping, vicenda ancora aperta con NADO Italia che chiede a gran voce una squalifica più aspra. Sara è tornata sul finire dell’anno ricominciando dai tornei minori ma le prospettive per il 2018 non sembrano rosee.
Sia tra gli uomini che tra le donne, poi, qualche speranza si intravede tra i giovani. Gianluigi Quinzi e Matteo Berrettini, o Jasmine Paolini e Martina Trevisan. Ma c’è ancora da aspettare. Discorso diverso, invece, per quanto riguarda le competizioni a squadre. Se la squadra di Davis riesce a mantenersi con discreta facilità nel gruppo mondiale da anni, le ragazze di Fed Cup hanno addirittura dovuto lottare per salvarsi dalla retrocessione in Serie C…
TENNISTAVOLO: 1
Come lo scorso anno: la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. E all’orizzonte grandi novità non paiono esserci. Partiamo da quelle che potrebbero essere le note liete, soprattutto a lungo termine: Matteo Mutti e Jamila Laurenti si sono tolti belle soddisfazioni. Mutti ha raggiunto pochi giorni fa i quarti di finale ai Mondiali Junior a Riva del Garda, eguagliando il risultato del fratello Matteo, Laurenti ha conquistato l’oro in doppio misto ed il bronzo a squdre (rappresentando l’Europa) nel World Cadet Challenge, tra le più importanti manifestazioni a livello mondiale under 15. Entrambi hanno mancato di poco la qualificazione agli YOG del prossimo anno (Mutti è la prima delle riserve) ma il futuro della disciplina in Italia passerà certamente da loro. Note stonate invece giungono dalle formazioni senior: benino agli Europei a squadre, dove però le rappresentative azzurre erano inserite nella “Serie B” della manifestazione. Esiti diversi per le due selezioni: la riforma della rassegna continentale costringerà gli uomini ad un doppio turno di qualificazione, per centrare uno degli ultimi dieci posti a disposizione (su 24), mentre le donne potrebbero centrare al primo tentativo l’obiettivo e riportare in auge, almeno a livello continentale, il nostro movimento. L’Oriente, infatti, resta lontano anni luce.
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TIRO A SEGNO: 5
L’Italia è orfana del suo uomo di punta, quel Niccolò Campriani che a marzo ha detto basta con l’attività sportiva dopo aver letteralmente dominato per più di un lustro la carabina mondiale, con ben tre medaglie d’oro conquistate in due diverse edizioni dei Giochi. Mancato però il fuoriclasse fiorentino, gli altri atleti azzurri non sono riusciti a confermare quanto di buono mostrato nelle passate stagione e a raccogliere, in questo modo, il testimone lasciato da Niccolò. La fidanzata Petra Zublasing e il carabiniere Marco De Nicolo non hanno brillato in questa stagione, ottenendo piazzamenti molto lontani da quelli a cui ci avevano abituati negli anni passati. La pistola, al contrario, gode di miglior salute: sia Riccardo Mazzetti – unico italiano classificato alle finali di Nuova Delhi – sia Giuseppe Giordano si sono ben comportati in stagione: per il primo è arrivato un terzo posto in Coppa del Mondo, per il secondo una serie di ottimi piazzamenti a ridosso del podio. È mancato sicuramente l’acuto, ma entrambi hanno dimostrato una buona continuità nell’arco dell’anno. Buone notizie giungono infine dalle categorie giovanili, in cui l’Italia ha conquistato buoni risultati, con l’auspicio che si possano confermare, in futuro, anche fra i senior.
TIRO A VOLO: 10 E LODE
Stiamo probabilmente parlando della disciplina che negli ultimi anni ha regalato – e regalerà – più soddisfazioni a livello mondiale al nostro paese. L’Italia era chiamata a confermare l’exploit di Rio De Janeiro, rassegna olimpica in cui riuscì a cogliere ben cinque medaglie, due ori e tre argenti. Se possibile, il bottino è aumentato ulteriormente. Ai Mondiali di Mosca, gli azzurri hanno letteralmente dominato il medagliere senior, con gli ori di Jessica Rossi e Daniele Resca nel trap e di uno splendido Gabriele Rossetti che ha monopolizzato lo skeet maschile; nelle altre discipline poi, sono stati diversi gli azzurri capaci di conquistare la finale e di ottenere ottimi piazzamenti a ridosso del podio. Guardando alle Finali di Coppa del Mondo di Nuova Delhi, ci si accorge di come quello azzurro sia davvero un movimento incapace di tradire nelle grandi occasioni: nell’atto finale della Coppa, l’Italia ha visto sbocciare anche i talenti di Riccardo Filippelli e Alessia Iezzi, e ha potuto ritrovare una grandissima Diana Bacosi, sesta ai Mondiali di Mosca ma capace di duellare fino al ventesimo piattello dello shootoff contro la fuoriclasse americana Kimberly Rhode. Le buone notizie, poi, non si fermano qui. Infatti, se i campioni azzurri sono relativamente giovani – a parte l’eterno Giovanni Pellielo – per uno sport molto longevo come questo, dal basso spuntano atleti che lasciano ben sperare per il futuro. Lucia Palmitessa è ormai a tutti gli effetti una big del trap, Diana Ghilarducci ha vinto il bronzo mondiale junior, Elia Sdruccioli l’argento nello skeet e Matteo Marongiu quello nel trap.
TIRO CON L’ARCO: 9
Il voto alto è ampiamente giustificato dallo splendido oro mondiale della squadra di ricurvo maschile, battendo in semifinale i maestri della Corea del Sud e in finale la squadra francese. Sempre nella rassegna di Città del Messico, a medaglia anche il Team di Compund, a confermare la solidità del movimento azzurro, che pur mancando magari della punta di diamante nei grandi appuntamenti riesce spesso a tirare fuori il meglio. Ottime sensazioni arrivano anche dal giovane rampante David Pasqualucci, che sempre più si sta avvicinando ai vertici della disciplina (sempre nell’olimpico), mentre Nespoli si mantiene stabile ad alti livelli. Situazione più complicata in campo femminile, dove le azzurre hanno faticato a tenere il ritmo delle migliori al mondo. Qui, però, le giovani stanno dimostrando di avere il talento e la stoffa che consentirà loro di rimanere sulla breccia anche una volta entrate in maniera definitiva nella categoria superiore. Per ora, si fondono i successi a livello giovanile, che certo non fanno male e arricchiscono anche il bottino azzurro degli ultimi 12 mesi.
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TRIATHLON: 5
Senza Alice Betto, che di fatto ha salvato la stagione della squadra italiana, il voto sarebbe stato molto più basso, anche più del 3,5 rimediato nella scorsa stagione. Infatti è lei l’unica atleta in fascia Olympic A per il 2018. Certo è ancora presto per giudicare il progetto di Joel FIlliol, l’Olympic Performance Director della nazionale italiana, che punta dritto a Tokyo 2020. Di questa stagione però ricorderemo sempre due momenti, sempre riconducibili all’atleta delle Fiamme Oro: lo storico primo podio nelle WTS dell’Italia, con il 3° posto ottenuto nella tappa di Leeds a giugno, nonché, il bronzo ottenuto, pochi giorni dopo, nel Campionato Europeo di Kitzbuhel. Dagli Under 23 qualche buon segnale arriva, come ad esempio il sesto posto nella tappa di World Cup a Cagliari di Verena Steinhauser, stesso piazzamento ottenuto da Angelica Olmo a Tiszaujvaros. Da sottolineare infine il decimo posto, che fa ben sperare in campo maschile, di Delian Stateff nelle Finali di Rotterdam. La situazione più preoccupante però la si registra in campo Juniores, dove non ci sono stati risultati di rilievo durante la stagione, tanto che in terra olandese nessun azzurro è stato convocato per l’atto conclusivo della stagione.
TUFFI: 6,5
Non era facile ripartire dopo il ritiro di Tania Cagnotto, campionessa senza eguali, capace di lasciare il segno nella sua ultima esibizione alle Olimpiadi di Rio 2016 (argento nel sincro con Francesca Dallapé e bronzo nel suo trampolino da 3 metri). Ebbene, la Nazionale Italiana ha mostrato chiari segnali di vitalità nel Campionato del Mondo di Budapest e i due bronzi dal metro firmati da Giovanni Tocci ed Elena Bertocchi sono riscontri da non sottovalutare, parlando di due atleti giovani che stanno cercando di migliorare e rendere il proprio programma sempre più complicato. La lotta coi decimi di coefficiente sarà sempre più aspra ma questi due atleti hanno dimostrato qualità notevoli. E’ vero, il trampolino da 1 m non è specialità a Cinque Cerchi ma non si può partire sempre e solo da questo presupposto nella valutazione di una prestazione. In generale, la squadra sta cercando nuovi equilibri e le difficoltà continuano ed esserci ma quanto visto nelle acque magiare invita all’ottimismo.
VELA: 7
Un risultato impensabile solo un anno fa, quando l’Italia si leccava le ferite dopo l’ennesima delusione olimpica. A 12 mesi di distanza, invece, sono già state gettate le basi in vista di Tokyo. Sono arrivati risultati importanti anche nelle classi meno attese, alcune realtà si sono confermate, altre sono emerse. L’assoluto protagonista di questo 2017 è stato Francesco Marrai (Laser Standard): a soli 24 anni ha ottenuto risultati importanti (vittoria al Princesa Sofia, secondo in Coppa del Mondo), culminati con il nono posto ai Mondiali e soprattutto l’argento agli Europei, non senza rammarico. Anche Giovanni Coccoluto si è dimostrata una carta valida in ottica Tokyo. Risultati importanti a livello continentale per Flavia Tartaglini e Mattia Camboni (bronzo) nella classe RS:X, dove si affacciano giovani ambiziosi come Marta Maggetti, Veronica Fanciulli e Carlo Ciabatti. Riscontri positivi anche per i 49er, con Jacopo Plazzi e Andrea Tesei bronzo agli Europei e Uberto Crivelli Visconti e Gianmarco Togni in crescita. La classe più sorprendente di questo 2017, però, è senza dubbio il 470. In campo maschile Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò sono stati protagonisti sia agli Europei (decimi), che ai Mondiali (sesti), così come alla Finali della Coppa del Mondo (terzi). Tra le donne, invece, l’Italia può sognare in grande: Elena Berta e Sveva Carraro sono state argento agli Europei, mentre le coppie Ilaria Paternoster-Bianca Caruso e Benedetta Di Salle-Alessandra Dubbini si sono ben comportate ai Mondiali juniores (terze e quarte). E pensare che solo un anno questa classe era la ‘pecora nera’ della vela italiana… Un titolo che quest’anno spetta alla classe Finn, dove gli azzurri non sono riusciti ad essere competitivi nemmeno a livello continentale, così come nel 49erFX. Anche il Laser Radial, poi, ha deluso, con la sola Silvia Zennaro capace di giocarsi il podio a Santander vincendo il prestigioso Kieler Woche. Menzione a parte, infine, per il Nacra 17, in cui l’Italia ha dominato la scena mondiale grazie alla coppia Ruggero Tita e Caterina Banti, nata tra mille polemiche. I due hanno lavorato con grande tenacia, in silenzio, rispondendo alle critiche in acqua. Dopo aver ottenuto buoni risultati durante l’anno hanno dimostrato di sapersi adattare bene all’introduzione dei foil, centrando il titolo europeo ed il terzo posto mondiale. Le difficoltà storiche, però, ci sono ancora, come il rendimento in Medal Race, ed i velisti azzurri che continuano a pagare qualcosa ai Mondiali ma intanto le basi in vista di Tokyo 2020 sono state gettate. Il movimento è florido e freme anche a livello giovanile. Non resta che proseguire su questa scia per cercare di evitare che le attese non vengano deluse nel momento più importante, come già capitato troppe volte.
Il 2017, poi, è stato anche l’anno dell’America’s Cup, che purtroppo non ha visto l’Italia protagonista. Luna Rossa non era in acqua nel corso della 35esima edizione ma già promette di tornare ad avere un ruolo di primo piano. Patrizio Bertelli, infatti, poche ore dopo la vittoria da parte di New Zealand, ha subito firmato come Challenger of Record in vista del 2021, partecipando attivamente alla stesura del protocollo per il 2021. Un’edizione che rappresenterà un ritorno alla tradizione. Le innovazioni non mancheranno, soprattutto sulle imbarcazioni, ma la Coppa tornerà a disputarsi in un clima di rispetto tra Defender e sfidanti e di dialogo, restituendo appeal e dignità al trofeo sportivo più antico del mondo e soprattutto entusiasmo ai tifosi.