Formula 1

Può esistere una F1 senza la Ferrari? Le minacce di Marchionne non lasciano indifferenti…

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Se qualcuno aveva pensato che le sue fossero state parole di buttate al vento o che non avessero un fondo di verità, Sergio Marchionne ha voluto ribadirle con forza, ed in maniera circostanziata: la Ferrari potrebbe davvero lasciare il mondo della Formula Uno. Sia ben chiaro, non c’è ancora nulla di ufficiale, anche perchè sono discorsi che diverrebbero reali solamente tra qualche stagione, ma il rischio c’è e non si tratta di una minaccia per ottenere qualcosa in cambio da parte della FIA o della Liberty Media. Non è ancora dato a sapersi se il futuro della Formula Uno e della Ferrari proseguirà a braccetto o ci sarà la rottura, ma vale la pena andare a ragionare sul cosa potrebbe accadere.

Era il lontano 1950, nasceva il campionato mondiale di F1 e la Ferrari c’era, e non se n’è mai più andata. All’epoca si trattava di uno sport da e per pionieri, con quattro vetture di Maranello al via con Luigi Villoresi, Alberto Ascari, Dorino Serafini e il francese Raymond Sommer. Una vera e propria era geologica fa. Da quel momento in poi sono trascorse 949 gare con 229 vittorie, 16 titoli tra i costruttori e 15 per quanto riguarda i piloti. Numeri che spiegano perfettamente come la casa del “Cavallino rampante” sia stata, e sia tutt’ora, parte integrante della classe regina del motorsport.

Ma se tutto questo venisse a mancare? Cosa accadrebbe? Senza fare troppi giri di parole, per il mondo della Formula Uno sarebbe una vera e propria “mazzata”, sotto diversi punti di vista. In primo luogo per quanto riguarda il prestigio del circus in sè. Perdere una scuderia come la Ferrari toglierebbe autorità a tutto il sistema. Per Red Bull o McLaren (non citiamo la Mercedes perchè, a sua volta, ha minacciato l’uscita assieme alla scuderia emiliana) vincere una gara o un titolo avrebbe certamente un valore minore. Quando non si affrontano le case più importanti e storiche il proprio successo rischierebbe di avere valenza parziale.

In secondo luogo, che va di pari passo con il terzo, parliamo di tifosi ed introiti. Il marchio Ferrari ed il Cavallino Rampante sono tra i brand più famosi a livello globale. Chiunque conosce il simbolo che Enzo Ferrari ricevette dalla madre dell’asso degli assi della prima guerra mondiale Francesco Baracca e che fissò immediatamente sulla livrea delle sue vetture da corsa. Oltre a tutto ciò, i tanti anni di militanza nel mondo della Formula Uno hanno portato la scuderia di Maranello a dominare in quanto a numeri di tifosi. Anche se la vittoria finale manca da ormai 11 anni, la Ferrari vanta ancora un tifoso se tre nel mondo delle corse. Un numero letteralmente impressionante che FIA e Liberty Media (i nuovi proprietari della F1) dovranno segnarsi in maniera particolare. Perdere un numero così importante di tifosi porterebbe a due gravi rischi. Un crollo dal punto di vista di audience e presenze negli autodromi nei weekend di gare e, di conseguenza, mancati introiti per milioni e milioni di euro, o dollari se si preferisce.

Cosa dovremo attenderci, dunque? Si andrà al muro contro muro come avvenne nel 2009? A rigor di logica tutto dovrebbe rientrare, perchè la Formula Uno non può fare a meno della Ferrari, e da Sergio Marchionne in giù tutti lo sanno a Maranello. FIA e Liberty Media non possono permettersi di farsi scappare una pietra angolare del proprio sport con annessi e connessi milionari e di prestigio. La scuderia di Maranello, dal canto suo, sa che il coltello dalla parte del manico è suo, almeno in parte, per cui potrà far valere le sue idee. Tutto, quindi, dovrebbe tornare alla normalità entro la data di rinnovo del Patto della Concordia del 2020. Nei prossimi mesi capiremo in che direzione andranno le trattative e se le minacce di Marchionne fossero più un bluff o reali. Ma di una cosa siamo certi: la Formula Uno non può prescindere dalla Ferrari.

 





 

 

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alessandro.passanti@oasport.it

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