Sci di fondo
Sci di fondo, Coppa del Mondo Davos 2018. Il paradiso della tecnica libera: Pellegrino all’assalto del “cannibale” Klaebo
Il paradiso della tecnica libera. Dopo due tappe nordiche che hanno strizzato l’occhio soprattutto alla tecnica classica, la Coppa del Mondo di sci di fondo si trasferisce nel fine settimana in Svizzera, a Davos dove per tradizione si gareggia a skating. Il programma prevede domani (sabato 9 dicembre) una sprint a tecnica libera e domenica (10 dicembre) un’anticipazione delle uniche due gare olimpiche con partenza ad intervalli previste a Pyeongchang: la 10 km femminile e la 15 km maschile.
I temi non mancano di certo in vista dell’appuntamento svizzero che è innanzitutto, il primo dopo la decisione del Cio di estromettere la Russia dai Giochi Olimpici ma, dopo le dichiarazioni di Putin che ha escluso il boicottaggio, potrebbe aprirsi soprattutto per i più giovani del clan russo (in particolare in campo maschile) uno spiraglio per la presenza a Pyeongchang: fra questi il vincitore della sprint dello scorso anno a Davos, Sergey Ustiugov e il giovane Boshunov, protagonista quest’anno nelle prime due tappe di coppa del Mondo e la migliore delle russe, Nepryaeva. Sarà importante capire con quale approccio i russi affronteranno le prossime gare.
Restando in campo maschile la prima domanda viene spontanea: riuscirà il “cannibale” Klaebo a dominare anche in tecnica libera? L’impressione è che, per la condizione attuale sua e dei rivali, il giovane campione norvegese, pigliatutto a Ruka e Lillehammer, possa essere protagonista assoluto anche a Davos. Sundby entrerà in gara con il tarlo del sorpasso a doppia velocità subito dal compagno una settimana fa e comunque non è apparso al cento per cento, Da verificare anche la solidità di Holund e Krueger, altri norvegesi d’assalto in tecnica libera, rispettivamente terzo e quarto nello skiathlon a Lillehammer, così come la consistenza di un Manificat che è piaciuto molto nella frazione skating in Norvegia e capire se quella degli svedesi (Hellner e Rickardsson in primis) è crisi o è solo ritardo di condizione con vista su Pyeongchang. Assente De Fabiani (che rientrerà a Dobbiaco), sarebbe importante avere qualche feedback positivo da Noeckler e Salvadori, che non sempre sono piaciuti finora
Fin qui la 15 km ma per la sprint entra in scena anche l’azzurro, in particolare Chicco Pellegrino che sta rispettando la sua tabella di marcia. Benissimo a Ruka, dove c’era da dare la prima sgasata, così così a Lillehammer ma sempre in tecnica classica. Domani il valdostano potrà scatenarsi nella tecnica che predilige in una pista che ama e l’obiettivo è quello di riuscire a guardare in faccia fino all’ultimo metro il rivale Klaebo, destinato secondo Pellegrino, a dominare tutte le specialità nei prossimi anni. In realtà Pellegrino ci crede eccome di poter battere l’astro nascente del fondo norvegese e, nell’ultima tappa sprint prima del Tour de Ski, ci terrà sicuramente a fare bella figura. I protagonisti della sprint maschile saranno sicuramente anche altri: Ustiugov, anche se sembra lontano da quello straripante dello scorso anno, non vorrà certo restare a guardare, i norvegesi vorranno scortare e sfidare Klaebo, gli svedesi hanno tanto da dimostrare in questa prima parte di stagione e occhio anche alle squadre svizzera e francese, che potrebbero piazzare qualche uomo nelle fasi decisive della gara.
In campo femminile per quello che si è visto finora Charlotte Kalla parte con il ruolo di super favorita ovunque, anche se non sempre nella sprint è riuscita ad esprimersi per quello che vale. Marit Bjorgen ha puntato sulla seconda parte della stagione ma, con una settimana in più di lavoro nelle gambe, vuole dimostrare di essere competitiva ai massimi livelli, poi c’è la batteria delle norvegesi, Weng e Haga in testa, che hanno tanta voglia di salire sul gradino più alto del podio e, in chiave sprint, c’è da verificare la condizione della dominatrice della coppa dello scorso anno, la norvegese Maiken Caspersen Falla, che a Ruka aveva deluso e si è ampiamente rifatta a Lillehammer, sempre però in tecnica classica. Un occhio alle statunitensi Diggins e Bjornsen, partite fortissimo quest’anno e Parmakoski, unica in grado di tenere alta la bandiera finlandese in questa prima parte della stagione. L’Italia, infine: finora un mezzo disastro. Ora a Davos ci sarà la tecnica, la neve, l’ambiente che le azzurre prediligono: non ci si può aspettare certo il risultato da podio ma un lampo, un segnale di crescita, un risultato che dia fiducia ad una squadra che nelle prime due tappe di coppa del Mondo è apparsa in piena crisi. Mancano due mesi alle Olimpiadi e il rischio è che l’azzurro sia relegato a pura e semplice presenza nelle gare femminili.
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