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Sci di fondo, Tour de Ski 2018: Francesco De Fabiani, ora o mai più

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Francesco Fabiani rientra nel lotto degli “osservati speciali” in prospettiva Tour de Ski. Il campione valdostano è all’ultima chiamata prima della volata che porta ai Giochi Olimpici di Pyeongchang, arriva da una stagione tutt’altro che esaltante che ne ha bloccato la crescita, dopo l’annata 2015/2016 ricca di soddisfazioni.

La stagione di De Fabiani fin qui ha vissuto su alti e bassi senza però l’acuto che i tifosi italiani avrebbero voluto vedere. A dire il vero un acuto c’è stato da parte del valdostano: la prima parte di gara dello skiathlon di Lillehammer, nel quale De Fabiani ha tenuto il ritmo dei più forti a tecnica classica. De Fabiani è piaciuto anche nella prima gara di Dobbiaco, la 15 km a tecnica libera, che non è propriamente la gara che predilige, poi il valdostano non è riuscito a ripetersi nella pursuit a tecnica classica dove ha perso tante posizioni, denotando ancora qualche lacuna nella condizione atletica.

L’obiettivo dichiarato del fondista azzurro, del resto, è essere competitivo ad altissimi livelli per la 50 km mass start a tecnica classica che chiuderà l’Olimpiade di Pyeongchang. Alla gara mancano esattamente due mesi e l’impressione è che tutta la stagione sarà una lunga marcia di avvicinamento a quell’evento, così importante e che si addice in parte alle caratteristiche dell’azzurro, il quale però per puntare al bersaglio grosso (il podio) dovrà cercare di scremare la compagnia prima del rettilineo finale visto che non è esattamente uno sprinter.

Senza precorrere i tempi e guardare troppo avanti e troppo in alto, il Tour de Ski di Francesco De Fabiani è sì una tappa di avvicinamento all’appuntamento olimpico ma inizia ad essere un primo test probante. Nella testa dell’azzurro c’è solo la prima parte della manifestazione a tappe, magari fino alla sprint a tecnica classifica di Oberstdorf e, solo se dovesse essere in corsa per un risultato importante (con prospettive da primi cinque posti), De Fabiani concluderebbe il Tour con il traguardo al Cermis. Altrimenti stop a metà con tante energie risparmiate in vista di una seconda parte di stagione da protagonista come piace a lui.

Il tutto, si spera, con in valigia qualche buona indicazione, specialmente dalla 15 km a tecnica classica di Lenzerheide del 31 dicembre che dovrà svelare qualcosa in più sulle potenzialità attuali dell’azzurro anche in chiave staffetta.

 

 





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