Foto: Valerio Origo
Sci di fondo
Sci di fondo, Tour de Ski 2018: i favoriti. Norvegia da battere anche senza i super big
Norvegia da battere, come sempre. Anche senza le super star Klaebo e Bjoergen, con un Sundby che sarà in dubbio fino all’ultimo ma quasi certamente rinuncerà alla partecipazione, lo squadrone norvegese ha tutto per poter essere grande protagonista anche nel Tour de Ski 2018, quello pre-olimpico, foriero da sempre di interessanti sorprese.
UOMINI. Norvegia padrona ma non solo Norvegia perché, ad esempio, in campo maschile, il favorito numero uno della vigilia potrebbe essere proprio quel Sergey Ustiugov che lo scorso anno mise in fila tutti i rivali al termine di una cavalcata entusiasmante che lo vide trionfare nelle prime cinque tappe. Non è un momento semplice (anzi è difficilissimo per il fondo russo) ma un lampo dal suo uomo più rappresentativo a oggi potrebbe aiutare a mettere fuori la testa dal tunnel. Se verrà confermata l’assenza di Sundby, il ruolo di capitano della squadra norvegese passerebbe a Niklas Dyrhaug, già protagonista ad alti livelli quest’anno e decimo nell’edizione dello scorso anno. Al via non ci sarà nemmeno il vincitore della 15 km a tecnica classica di Dobbiaco, la sorpresa Krueger che lo scorso anno chiuse all’ottavo posto il Tour de Ski, mentre ci sarà Holund che proverà a giocarsela per il podio.
Tra i grandi favoriti per la vittoria finale non vanno sottovalutati un Dario Cologna in crescita di condizione (già terzo lo scorso anno in quello che tante volte è stato il suo palcoscenico preferito) e un Maurice Manificat che sta benissimo, lo ha dimostrato nelle ultime tappe di coppa del Mondo e, con un grande risultato in questa occasione, potrebbe addirittura puntare dritto alla conquista di un posto sul podio nella Coppa del Mondo generale.
Vere e proprie mine vaganti potrebbero essere gli svedesi che finora non hanno impressionato ma, a poco più di un mese dalle Olimpiadi, dovranno cercare di alzare il tiro: aspettiamoci dunque una reazione di orgoglio e una crescita di condizione per Halfvarsson, Rickardsson e Hellner che potrebbero tranquillamente inserirsi nella lotta per le posizioni che contano del Tour. I finlandesi, privi di Heikkinen, puntano su Niskanen per la classifica e su Hakola per le sprint ma difficilmente troveremo questi atleti fra i primi della classe, mentre outsider di lusso potrebbero essere i russi Bolshunov e Chervotkin (non c’è Bessmertnykh) e il canadese Harvey che non ha iniziato bene la stagione
DONNE. In campo femminile uscire dal dominio norvegese appare piuttosto difficile. Heidi Weng è la favorita numero uno per la vittoria finale e ancora una volta dal Tour de Ski la 26enne vincitrice della Coppa del Mondo dello scorso anno proverà a conquistare una valanga di punti che le permetta di bissare la conquista della sfera di cristallo. Weng dovrà fare molta attenzione in casa, con Ingvild Flugstad Oestberg, Kathrine Harsem e Astrid Jacobsen che possono puntare a creare un fronte compatto nella parte alta della graduatoria.
A evitare un dominio norvegese tutt’altro che impossibile, proveranno soprattutto le finlandesi, visto che la squadra svedese si presenta al via senza le star Stina Nilsson, Ida Ingemarsdotter e Charlotte Kalla e farà affidamento su una Anna Haag che non convince fino in fondo sulla lunga distanza. La Finlandia con Kyllonen, Niskanen e soprattutto Parmakoski (seconda nella passata stagione alle spalle di Weng) si presenta al via piuttosto agguerrita e con una crescita di condizione generale che lascia ben sperare. L’altra squadra che può regalare emozioni e soddisfazioni sono gli Stati Uniti, protagonisti con Diggins (quinta lo scorso anno), Bjornsen (la più in forma), Caldwell e Randall nella prima parte della stagione e pronti a stupire anche nella competizione a tappe di inizio anno.
Le outsider arrivano da altre nazioni importanti come la Russia, che punta molto sulla giovane Nepryaeva, che ha firmato qualche bella impresa nelle prime gare stagionali, la Svizzera che può contare su una Von Siebenthal che vuole confermare la top ten della passata edizione, l’Austria che ha in Stadlober (già più volte nelle prime dieci quest’anno) l’unico faro e la Germania che si aggrappa a Fessel e Boehler per rinverdire fasti neanche troppo lontani nel tempo ma irraggiungibili a tutt’oggi.
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