Sport invernali, quanti quarti posti per l’Italia! Ci manca il fuoriclasse. Verso un remake di Sochi 2014?
Vi ricordate Sochi 2014? La peggior Olimpiade Invernale di sempre per l’Italia, per la prima volta nella sua storia fuori dalla top20 del medagliere. Otto furono i podi conquistati (poi nove dopo il bronzo assegnato postumo a Karin Oberhofer nel biathlon), anche se nessun alloro fu del metallo più pregiato.
L’ultimo oro azzurro risale infatti a Vancouver 2010, quando Giuliano Razzoli salvò la spedizione con un memorabile trionfo in slalom. Dopo i fasti di Torino 2006, il Bel Paese ha perso anno dopo anno smalto nelle discipline della neve e del ghiaccio, sprofondando sempre più indietro nelle gerarchie internazionali.
Nel fine settimana appena concluso, l’Italia ha fatto collezione di quarti posti, proprio come avvenne a Sochi 2014 (furono ben 8, poi diventati 7 sempre dopo il caso Oberhofer). Ai piedi del podio si sono fermati Christof Innerhofer ed Elena Fanchini in discesa, il team-pursuit ed Andrea Giovannini nei 5000 metri dello speed skating, Lisa Vittozzi nell’inseguimento del biathlon e Silvia Bertagna nel big-air del freestyle (che non è però una specialità a Cinque Cerchi). Gli unici podi ‘olimpici’ sono arrivati dallo slittino (terza piazza nel team-relay ad Altenberg) e dallo speed skating (Andrea Giovannini primo nella mass start a Calgary).
Attenzione, in questa fase della stagione un quarto posto non è molto diverso da un terzo, nel senso che attualmente conta mostrare una buona competitività ai massimi livelli, per poi progredire e raggiungere la forma migliore alle Olimpiadi. Non conta essere brillanti adesso, ma tra poco più di due mesi. Troppo spesso, in tempi recenti, l’Italia ha raccolto messe di grandi piazzamenti in Coppa del Mondo, per poi smarrirsi tra Mondiali e Giochi Olimpici. Ci auguriamo, in questo senso, di assistere ad un film dalla trama inversa.
Se i quarti posti del fine settimana non preoccupano, al tempo stesso non si può negare come all’Italia non solo manchi un fuoriclasse puro, ma anche atleti che garantiscano vittorie a ripetizione. Non è un caso se tra i 21 podi complessivi sin qui conquistati, le vittorie siano state appena due…Il confronto con potenze come Norvegia, Germania e Stati Uniti, ma anche Francia e Giappone appare impietoso. Ci mancano il Klaebo, il Fourcade o la Shiffrin della situazione, diamanti puri che assicurano da soli caterve di successi a Pyeongchang 2018.
La sensazione, nel complesso, è che l’Italia sia di sicuro cresciuta rispetto a Sochi 2014, non a tal punto, tuttavia, da coltivare chissà quali ambizioni. La top10 del medagliere sembra un’inarrivabile utopia e, ad oggi, nessuno dei nostri portacolori partirà favorito per vincere una medaglia d’oro. Avremo diversi outsider che potranno tentare il colpo, con la speranza che qualcuno riesca finalmente ad interrompere un digiuno che dura da troppi anni.
federico.militello@oasport.it