Vela
Vela, Italia per continuare a crescere e consolidarsi nel 2018. Obiettivo la costanza di rendimento nei grandi eventi
Il 2017 sta per andare in archivio ed è tempo di analisi e riflessioni. La vela italiana non è esente: è un bilancio più che positivo, soprattutto considerando il punto di partenza. Dodici mesi fa l’Italia si leccava ancora le ferite dopo l’ennesima delusione olimpica. Oggi, invece, a distanza di un anno, il nuovo percorso che porterà a Tokyo è cominciato sotto buoni auspici. Alcuni veterani si sono confermati al top nelle proprie classi, i giovani sono cresciuti, così come altri si sono ben comportanti alla prima esperienza su palcoscenici importanti. I risultati sono soddisfacenti, ma alcuni dettagli sono ancora da limare. Difficoltà storiche per i velisti azzurri, come il rendimento in Medal Race e le prestazioni nelle competizioni mondiali.
Anche Francesco Marrai, grande protagonista della vela tricolore in questo 2017, non è esente da questo discorso. Il pisano ha ottenuto risultati importanti nel Laser Standard (vittoria al Princesa Sofia, secondo in Coppa del Mondo), ma al Mondiale non è stato capace di confermarsi su quei livelli, chiudendo al nono posto in rimonta dopo una brutta partenza. L’argento agli Europei è un risultato più che ottimo, ma la Medal Race brucia tantissimo, con Marrai che era in testa prima dell’ultima regata. Non è andata meglio a Flavia Tartaglini e Mattia Camboni, entrambi bronzo a livello continentale nell’RS:X ma mai in lotta con i migliori al Mondiale. L’unica consolazione è che la Medal Race a Tokyo potrebbe corrersi con un formato differente, ad eliminazione diretta: chissà che stavolta per l’atleta romana non possa concludersi diversamente rispetto a Rio…
Nel 470 femminile, poi, Elena Berta e Sveva Carraro, dominatrici a livello europeo, non sono riuscite ad entrare in top ten al Mondiale, ma le notizie positive sono arrivate dalla rassegna iridata juniores, dove Ilaria Paternoster e Bianca Caruso hanno chiuso al terzo posto davanti a Benedetta Di Salle e Alessandra Dubbini: due coppie giovani, dalle quali ci si aspetta il salto di qualità tra le grandi nel 2018. Bene, invece, in campo maschile, Giacomo Ferrari e Giulio Calabrò, sesti al Mondiale e decimi agli Europei, in controtendenza rispetto ai compagni. In altre classi come Finn, 49erFX e Laser Radial, invece, gli azzurri hanno difficoltà maggiori ed anche a livello continentale faticano abbastanza.
Un discorso a parte lo merita il Nacra 17. Ruggero Tita e Caterina Banti sono stati la sorpresa più bella di questo 2017. Una coppia nata tra mille polemiche, con il divorzio di lei con Vittorio Bissaro, con il quale aveva cominciato la stagione. Nonostante le critiche, però, Tita e Banti hanno lavorato in silenzio, dimostrando in acqua di “essere fatti l’uno per l’altra”. Lo dicono i risultati, arrivati soprattutto dopo l’introduzione dei foil, con la medaglia d’oro agli Europei ed il bronzo ai Mondiali. Certo, anche per loro vale il discorso relativo alla Medal Race: nella rassegna iridata, infatti, un incidente ha negato ai due azzurri l’alloro più pregiato.
Un’annata positiva, non ci sono dubbi, da cui partire nel 2018. La base per Tokyo è stata posta. Una base solida, da rinforzare in alcuni aspetti, ma stabile, che può permettere di guardare positivamente ai prossimi tre anni. E non è escluso che questa base non possa essere allargata. Tanti giovani, infatti, promettono di crescere già a partire dal 2018: riuscire a migliorare il rendimento in Medal Race e ai Mondiali potrebbe davvero permettere all’Italia di togliersi grandi soddisfazioni. Il cammino verso Tokyo 2020 è lungo ma la direzione è chiara e ben illuminata.
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alessandro.tarallo@oasport.it
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Foto: pagina Facebook Ruggero Tita – Trentino Sailing