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Atletica, Fiona May: “Che dolore vedere l’Italia così in basso. Investiamo sui giovani, manca la fame. E mia figlia Larissa…”

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Fiona May sarà la madrina della Final Eight della Coppa Italia 2018 di basket maschile. Un monumento dell’atletica leggera davvero indimenticabile che ha rilasciato un’intervista a Il Giorno.

La pluri Campionessa del Mondo soffre per lo stato di salute dell’atletica italiana: “E’ una ferita aperta. L’atletica è stata la mia vita e quando ci penso ci sto male. E sto male soprattutto per il futuro dei giovani atleti che sono tantissimi e di grande talento“. L’icona del nostro salto in lungo spiega quali sono i motivi di questo crollo: “La mia posizione non è cambiata: l’atletica ha gli stessi problemi di quando gareggiavo io. Sponsor, impianti, professionalità: sono aspetti tutti legati e come tali devono andare di pari passo. Certo che le società di base andrebbero aiutate. Sono loro la linfa vitale del movimento e se da una parte il volontariato permette a queste realtà di sopravvivere, dall’altro per fare un passo avanti c’è bisogno di risorse. Bisogna investire sul giovanile, aiutare i nostri talenti“.

Allo stesso tempo è però “difficile trovare i rimedi. E’ chiaro che diverse cose non vanno. Forse c’è meno fame di successi e di sacrifici di quando gareggiavo io. Con alcune Nazioni come la Polonia, anni fa ci misuravamo nel medagliere. Ora le inseguiamo“. E aggiunge anche: “Mi fa molto piacere che la gente si ricordi di me, ma allo stesso tempo mi dispiace perché vuole dire che sono stati pochi gli atleti, da quando ho smesso, che hanno lasciato un segno nel panorama internazionale“.

La figlia Larissa sembra essere esplosa nelle ultime settimane: “E’ brava, determinata, ma deve fare la sua strada e io certo non la stresso. Non le metto pressione. E’ bravissima perché io non so come avrei reagito se avessi avuto una mamma ingombrante come me“.

Fiona non ama sbilanciarsi sul futuro ma sicuramente non si candiderà alle elezioni politiche: “Me lo hanno chiesto, ma ho detto no. Non fa per me. Io parlo troppo con il cuore“.

 





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