Editoriali

Azzurri, siete forti. Ora alle Olimpiadi Invernali senza paura e con il coraggio di osare

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Come sovente accade da ormai diverse stagioni, l’Italia degli sport invernali, dopo i primi mesi sottotraccia di novembre e dicembre, decolla pienamente a gennaio, raggiungendo il picco della condizione fisica. Questo fine settimana ci ha regalato emozioni e trionfi a ripetizione, a testimonianza di una competitività accertata e conclamata su più fronti. A questo punto si dovrà (mai come in questo caso, l’imperativo è d’obbligo) replicare tali eccellenti risultati anche a PyeongChang 2018: saranno le Olimpiadi Invernali il giudice supremo che sancirà la reale forza d’urto della compagine del Bel Paese.

Fondamentale sarà non ripetere il copione della passata stagione, quando l’Italia fece faville in Coppa del Mondo, salvo rendere ben al di sotto delle aspettative ai Mondiali delle varie discipline. Il medagliere che tiene conto delle rassegne iridate, d’altronde, parla chiaro e ci vede al 18° posto con appena sei podi complessivi, con il solo oro conquistato da Federico Pellegrino nella sprint a Lahti 2017.

Emblematico fu il caso dello sci alpino. Nella stagione dei record, con ben 43 podi complessivi, gli azzurri tornarono a casa dai Mondiali di St. Moritz con il solo bronzo in gigante di Sofia Goggia.

Per settimane si discusse di un problema di pressione che attanaglia i nostri portacolori in occasione dei grandi eventi. A PyeongChang 2018 occorrerà scavallare questo ostacolo mentale per salire l’ultimo gradino che consegna all’immortalità sportiva.




Le occasioni per ben figurare non mancheranno e saranno svariati gli sport dove l’Italia potrà ambire ad un posto al sole. Nello sci alpino siamo ancora ebbri di gioia dopo l’indimenticabile tripletta a Bad Kleincirchheim in discesa libera, Federico Pellegrino prosegue nell’avvicinamento a Cinque Cerchi rispettando sapientemente la tabella di marcia, Arianna Fontana e Martina Valcepina potranno giocarsela con chiunque nello short track, così come gli azzurri del biathlon, senza dimenticare certezze assolute come Michela Moioli nello snowboard, Carolina Kostner nel pattinaggio artistico ed i rampanti giovani dello speed skating.

Ai nostri portacolori chiediamo solo una cosa: il coraggio di osare. Le Olimpiadi non devono generare ansia da prestazione o paure, ma solo lo smisurato orgoglio di rappresentare il proprio Paese. Andranno affrontate con entusiasmo, pensando semplicemente a dimostrare il proprio valore che non può e non deve essere inferiore a quello di una gara di Coppa del Mondo.

Dopo i fasti di Torino 2006, l’Italia ha vissuto due edizioni dei Giochi Olimpici da comprimaria a Vancouver 2010 e Sochi 2014. PyeongChang rappresenterà uno spartiacque inappellabile, perché potrebbe definitivamente consacrare le prestazioni maturate sinora o, in caso contrario, addirittura vanificarle in parte, additando alcuni atleti come inadatti ai grandi eventi.

Per questo serviranno calma, determinazione e ferocia agonistica. Agli azzurri chiediamo solo di sciare, sparare e pattinare come sanno e come stanno facendo in questo mese di gennaio. I risultati, a quel punto, arriveranno di conseguenza.

federico.militello@libero.it





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1 Commento

  1. ale sandro

    20 Gennaio 2018 at 08:54

    @ Gabriele
    Per me , un presidente del Coni che dopo Sochi spara: in Corea voglio 3-4 ori e una dozzina di medaglie circa (non sarebbe stata neppure un uscita da ricovero in manicomio criminale tutto sommato, visto il quadriennio), e dopo questi 4 anni se ne esce con “Sogno l’oro”, “obbiettivo arrivare a 10 medaglie” , dopo che con le pezze al culo ne hai vinte 8 (+1 forse se sarà confermato un cambiamento) , non è credibile.
    Comunque la si guardi, calcolata come è o meno, è l’ennesima conferma di come si sbaglia , a mio parere , nel fare bilanci e ragionamenti di massima, perdendo obbiettività, che invece continuo a ritenere importante per lo sport in Italia. In questo paraculismo non vedo miglioramenti rispetto a Petrucci.
    Ma il problema non è solo Malagò, sono tutti gli altri che li vanno dietro, e che non hanno dubbi, e non chiedono che quadriennio abbia visto.

    Rio è stata il perfetto esempio di ciò che dico: tutti a dire “una nuova Montreal 76”, “faremo schifo”, “oh mio Dio poveri noi manco 20 medaglie”.
    Eppure avevo sempre considerato il potenziale dell’Italia da 7-9 ori e 25-28 medaglie. Cosa che poi si è verificata. Non perchè sia Nostradamus, ma perchè il potenziale dell’Italia di fare quei risultati c’era tutto.
    Poi a cose avvenute, trovi gli splendidi che dicono: “Eh ma è solo sufficiente come Olimpiade, si devono vincere 10 e passa ori” e blabla vari.
    Da un estremo all’altro.
    Appunto la mancanza di obbiettività a cui facevo riferimento, che fa dire ora ad esempio , quando non c’è nessun elemento oggettivo a supportare questa tesi, che le azzurre (che adoro e sono meravigliose e piene di talento con un futuro anche più luminoso del presente, spero) del quartetto di inseguimento nel ciclismo su pista, siano da oro a Tokyo, mettendo tra le altre cose aspettative fuorvianti e inutili.

    Io come vedi non parlo tanto di previsioni ma di potenzialità reali, perchè è questo che bisogna valutare.
    E quando si fa qualcosa bene bisogna dirlo e non bisogna nascondersi, non serve a niente. Nè agli atleti e ai tecnici e nè al resto dell’ambiente sportivo di questo paese.

  2. Gabriele Dente

    20 Gennaio 2018 at 01:26

    …mi intrometto solo per fare due considerazioni di carattere generale. La prima è sulle dichiarazioni (secondo me calcolate) e sulle aspettative degli addetti ai lavori, in particolare del numero uno del Coni. Si pone volutamente un obbiettivo basso, confidando nel fatto che sarà superato, per poi sbandierare ai quattro venti che, date le condizioni difficili da cui si proveniva, si è ottenuto un risultato eccezionale. E devo dire che l’attuale dirigenza è più onesta di chi precedeva; ricordo squadre veramente forti ai giochi estivi su cui si diceva di aspettarsi 20-25 medaglie quando poi si sapeva che vincerne meno di 30 sarebbe stato insoddisfacente. La seconda considerazione prende spunto da Ale che sottolinea il quadriennio di crescita. Personalmente proprio per questo, a differenza dell’olimpiade estiva di Rio dove arrivavamo da un quadriennio negativo, stavolta sono (moderatamente) ottimista. Si arriva con una gran quantità di ottimi outsider nelle varie discipline, tra l’altro in crescita nel momento giusto della stagione, e questa secondo me è la condizione ideale per raccogliere risultati (e numeri) ai giochi.
    Gli orari notturni e i pressanti impegni di ogni tipo non aiutano molto; non so quanto riuscirò a vedere le gare. Confido come sempre in OA e negli interessanti commenti dei più fedeli lettori per farmi un’idea più precisa sulle gare che non potrò seguire 😉

  3. ale sandro

    14 Gennaio 2018 at 20:37

    Finalmente un addetto ai lavori che , in prossimità dei Giochi, fa un punto della situazione senza il solito retaggio filo calcistico tipico dei fanatici della propria squadra del cuore: cioè mettere le mani avanti e giocare a nascondino.

    Sentendo le dichiarazioni del massimo dirigente sportivo italiano mi sembrava di aver seguito gare/sport diversi in questo quadriennio. Sta passando il concetto che basti arrivare a dieci podi e tornare a vincere un’oro ed è tutto a posto perchè sarebbe l’Olimpiade migliore possibile per gli azzurri. Non è così.
    Inutile negare l’evidenza, il quadriennio verso Sochi è stato travagliato per molti motivi ,in testa la Fisi commissariata, incapace di gestire al meglio le sue dieci discipline ,e una Fisg ugualmente non in grado di riorganizzarsi al meglio, con le altre cinque.

    Questo quadriennio è stato un’altra cosa, l’Italia ha ottenuto tanti bei risultati in almeno metà degli sport in programma. Diventa automatico evidenziare come le potenzialità siano più alte. Per carità nessuna esagerazione o paragone con altri periodi, ma sinceramente è lecito pensare che siano alla portata risultati migliori di quelli accennati da presidenze federali e Coni, e anche qualche altro addetto ai lavori.
    Non ha senso quindi sminuirsi per scaramanzia.

    Allo stesso tempo penso che in caso i risultati siano al di sotto delle potenzialità azzurre, non abbia alcun senso fare tragedie. Non muore mica nessuno, si farà la giusta autocritica, ognuno si prenderà le proprie responsabilità e via.

    Due cose però vanno sempre sottolineate, secondo me, e so già che ci saranno le solite polemiche a riguardo.
    Gli sport invernali hanno troppe variabili e imprevisti per poter essere inquadrati da pronostici in maniera assoluta, anche perchè in diversi casi non hanno delle condizioni di gara sempre ideali per tutti.
    Ciò però non vuole dire che non si possa fare un ragionamento di massima sulle potenzialità di una nazione.
    Altra grande differenza con gli sport estivi è l’importanza dei challenge annuali, le coppe del mondo.
    Per gli sport invernali hanno una grande importanza , con delle vere e proprie classiche , tranquillamente considerabili d’importanza pari a un mondiale, se non anche superiore.

    Speriamo di vedere gli azzurri in condizioni di forma ottimali tra un mese.
    Il discorso sulle pressioni, mentalità e cose del genere per me fanno sempre parte del pacchetto completo di un’atleta, e non sono una cosa da giudicare separatamente.

    • Fabio90

      15 Gennaio 2018 at 19:43

      Sono d’accordo sull’imprevedibilità, penso alla moioli che secondo la mia personale idea è la vera carta da medaglia d’oro dell’Italia, ma è una gara in cui per un nulla ti trovi a terra…a mio avviso eliminando questa eventualità in questo momento è lei la piu forte!
      Poi ci sono tanti atleti che possono vincere assolutamente una medaglia ma per l’oro invece serve fare l’impresa..e sono la goggia (sopratutto in discesa) brignone ( sopratutto in supergigante dove forse ha meno avversarie di altri) poi il trio paris fill innerhofer ( il vantaggio di averne 3 puo essere decisivo..certo è che svindal e forse anche jansrud sono favoriti) fontana e staffetta ( pero la coreana in corea..è dura) pittin ( assurdo come sia da oro se saltasse almeno bene e come invece non sia nemmeno da qualificazione alla finale se non ci riesce appunto) lollobrigida nella mass start…kostner..ma non sono ben informato sulle sue attuali possibilita. presumo ci siano 1/2 piu forti ma sia da medaglia..poi c’è la carta forse piu pesante dopo o insieme la moioli che è pellegrino…il problema è che klaebo penso possa essere dopo shiffrin e hirsher..l’atleta delle olimpiadi..spero di sbagliarmi…ed infine il meraviglioso biathlon dove punterei sopratutto nella staffetta mista e wierer/vittozzi per un miracolo.
      Ora tutti questi devono come detto fare un impresa nel vincere un oro ma una medaglia in generale penso possano davvero vincerla!
      in piu mettiamoci cartucce per bronzi…come tumolero…o anche sempre snowboard con visintin e fischnaller ( dove cme tutto è possibile nel male…ma perche no anche nel bene)…valcepina…giovannini…de aliprandini..e attenzione al curling dove ho notato che la metodologia del torneo apre a scenari particolari.
      Come vada vada ci sarà comunque da divertirsi ( non solo con gli italiani) per le numerose possibilità e mi aspetto un risultato migliore rispetto alle ultime due olimpiadi ma tutto dipenderà dagli ori! bisogna trovare chi vince quelli..e non sarà facile..per il resto come medaglie si puo sperare nella doppia cifra!
      Termino col dire…quanto ci mancherà zoggeler!!!!! sia e sopratutto per l’atleta in sè ( uno dei migliori nella storia in assoluto) e sia perche dopo decenni vedere nello slittino giocarci possibilita infinitesimali dispiace

      • ale sandro

        15 Gennaio 2018 at 22:24

        Guarda Fabio, sono d’accordo con diverse cose che hai scritto, e mi piace soprattutto il passaggio quando dici che sarà divertente comunque , italiani o meno. Su questo sfondi la classica porta aperta con me, mi piace lo sport “a prescindere”.
        Il mio intervento era proprio volto proprio a evidenziare certi ragionamenti, visti e letti ultimamente ,secondo me sbagliati.
        Non si fa mai un punto della situazione obbiettivo qui da noi , o capita raramente, e si tende a mettere le mani avanti , per poi parlare di “oh ma che sorpresa quella medaglia”.
        Pensa che per me l’unica sorpresa della decade ,tra giochi estivi e invernali, è stato Tesconi a Londra. Non so, immagino che ’90 sia il tuo anno di nascita, se così fosse avresti qualche anno meno di me, e credimi è sempre stato così, sembra che a ogni olimpiade quasi si voglia cadere dal pero, alternando il tutto con critiche a pioggia. Per il mio modesto parere ,tutto questo “improvvisare” anche nel seguire gli sport da parte di addetti ai lavori più importanti, alimenta il pressapochismo che vediamo a livelli dirigenziali e a catena su tutto l’ambiente sportivo italiano.
        Al contrario il rischio è poi esagerare con pretese totalmente fuori luogo , con le già citate critiche a pioggia , del tutto ridicole, e i propositi di repulisti a sproposito.

        Per me in Corea ci sono almeno 25-30 gare da “circoletto rosso” per gli azzurri, parafrasando Rino Tommasi. Tutte gare dove, o per continuità di risultati negli ultimi anni,o per valore dell’atleta (citavi giustamente il caso di Pittin e degli stessi snowboarder , i quali non avranno avuto ultimamente il “ritmo”della Moioli, ma possono fare bene lo stesso),
        dove l’Italia può finire nelle prime cinque posizioni, e in certi casi perchè no, anche vincere, oltre a giocarsi il podio.

        La Goggia ha vinto le preolimpiche, sia discesa che superG. Al maschile i tre azzurri han chiuso due volte sul podio e tutti e tre nei primi quattro ,nella stessa pista, nelle due gare veloci.
        La Brignone è un’altra che può assolutamente vincere una delle sue gare.
        E lo stesso si può dire della staffetta a coppie di fondo, anche immaginando il livello di Klaebo ai Giochi. Gara che per esempio, se sarà confermato ciò che è stato detto , non vedrà partire la Russia di Ustiugov, sempre un’eventualità in meno da gestire.
        Tu hai citato la Moioli, io ci aggiungo Lollobrigida che ha saputo vincere in diversi modi.
        Non dico ovviamente che gli azzurri da me nominati devono essere assolutamente giudicati come i favoriti numero uno. Ma se devo restringere il campo e fare due o tre nomi per gara, questi ci sono tutti.
        Non ci vedo affatto nessuna “impresa” in caso vincessero (è sempre un’impresa quando si vince o si fa medaglia olimpica, anche da favoriti), intendendo con questo un risultato clamoroso o mezzo miracolo, comunque ritenuto oltre il potenziale degli azzurri. Per me quelle che ho nominato nel paragrafo sono tutte carte da risultato pieno.

        Ripeto ancora , il mio discorso non è basato su una previsione, che come detto , visto il carattere delle gare invernali molto variabile e pieno di imprevisti, non fa alcun testo per me.
        Si basa sul riconoscere le potenzialità degli azzurri maturate in questi anni, e dire chiaramente che in diverse gare i nostri possono dire la loro anche per la vittoria. Non dovesse accadere questo , niente tragedie, ci si prende la responsabilità, si fa autocritica se qualcosa poteva essere fatto meglio e si continua a lavorare per migliorarsi.
        Vorrei che l’Olimpiade azzurra ,per gli addetti ai lavori italiani, si pensasse così, perchè sarebbe una prova di maturazione di tutto il mondo dello sport italiano.

        Chiudo con un discorso sullo slittino italiano e su Zoeggeler, che secondo me sta facendo un lavoro difficile da c.t. ,comprese le scelte recenti come quella di un doppio che punta ,a mio parere giustamente visti i risultati nelle ultime due stagioni, sui giovani.
        E’ stato proprio questo l’errore maggiore degli ultimi dieci anni. Non si è lavorato per il ricambio generazionale e non si è migliorato per niente in quelle condizioni di gara tradizionalmente ostiche per noi (piste meno tecniche alla Oberhof, temperature alte o forte umidità), nemmeno avendo per sei stagioni una pista di casa (da Valdaora fine anni 80 a Cesana aperta Ottobre 2005 eravamo a vincere / fare podi su tutte e tre le specialità ,senza pista di casa, con Igls quartier generale alla bene e meglio).
        Una squadra di trentenni e oltre , a parte gli Oberstolz – Gruber ,già affermati 28enni , e la Antonova 24enne, stando larghi da prime 6 al mondo. Ritiratasi dopo Torino, il buco coperto scaraventando la Gasparini 16enne nel circuito e anche lei dopo Sochi ,a 23 anni ,ritiratasi. Nel singolo e doppio, praticamente un solo podio in tappa di coppa in sei anni arrivò da giovani, che poi sparirono. Il nulla per un paese come l’Italia.
        I vecchi a tirare la carretta fino a chiusura impianto a inizio 2011 (vera disdetta sì, ma non unico motivo delle difficoltà incontrate)e oltre.
        Fino a quando i nuovi cugini Fischnaller da una parte , Rieder-Rastner dall’altra hanno ottenuto i primi podi da senior, e si era già oltre il 2014. Ora oltre alle ragazze si spera in Nagler-Maieller che sembrano i più in forma di tutti e con più margine di miglioramento.
        Purtroppo gli errori si pagano caro e non è facile recuperare il gap , anche tecnologico, ma per assurdo proprio Dominik Fischnaller ha vinto pure lui la preolimpica, dimostrando di gradire il tracciato, anche questo abbastanza tecnico, ed evidenziando che in percorsi così anche i materiali sono a posto. Anche qui ,nonostante le difficoltà, l’Italia ha la possibilità di risalire la china.

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