Beach Volley

Beach volley. Obiettivo Tokyo 2020 per Ranghieri-Caminati: una coppia che può andare lontano

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Cosa ci si può aspettare da una coppia che si ritrova due anni e mezzo dopo aver vinto il primo torneo del World Tour giocato assieme? Di tutto. E infatti Alex Ranghieri e Marco Caminati nella settimana di The Hague hanno fatto veramente di tutto, regalando emozioni e spettacolo, divertendosi e divertendo.

La vittoria contro Vitor Felipe e Guto, i due brasiliani che sei mesi fa sbancarono Porec, una delle sedi dei tre Major Series della stagione, un torneo per vincere il quale gran parte dei giocatori di beach volley potrebbe arrivare ad offrire anche organi (si spera non vitali) del proprio corpo, è la giusta fotografia della settimana olandese degli azzurri e ha lasciato intendere quali siano le potenzialità di Ranghieri/Caminati che sono solo all’inizio del loro percorso.

Del resto le qualità dei due giocatori che formano la nuova coppia del beach azzurro al maschile non si discutono: Ranghieri, statuario dal punto di vista fisico, grandissimo “blocker” (fra i migliori a muro dell’intero circuito mondiale) ma forte anche in battuta e sempre più preciso al palleggio, Caminati meno dirompente fisicamente ma dotato di grande elevazione, di ottima tecnica e potenza in attacco e di senso della posizione in difesa.

Tutto è migliorabile, a partire dall’amalgama di coppia, fino alla “malizia” di Caminati, ancora troppo spesso “pallavolista” nella ricerca della soluzione di potenza a discapito di quella di finezza e furbizia che nel beach volley paga molto e spesso. Anche dal punto di vista caratteriale i due possono intrecciarsi bene: irruento e sfrontato Ranghieri, taciturno e accomodante col compagno (ma molto determinato e grintoso) Caminati.

La rincorsa alla qualificazione olimpica è già iniziata. Ranghieri sa come si fa, anche partendo da poco più di zero, come capitò a lui in coppia con Carambula: a giugno del 2015 affrontavano il primo torneo assieme, meno di un anno dopo erano qualificati per Rio 2016.

La strada per Tokyo è stata imboccata: Ranghieri e Caminati hanno tutto per entrare fra le prime 24 coppie del ranking e partecipare al torneo più importante del quadriennio e, in teoria, hanno tutto anche per essere protagonisti in quel torneo. Finora, quando sono scesi in campo fianco a fianco, quasi tutto è andato per il verso giusto: la vittoria di Lucerna, il quarto posto di Fort Lauderdale, il quinto a The Hague. Resta da capire come i due azzurri affronteranno i momenti di difficoltà, come sapranno reagire ad un’eventuale sconfitta inattesa (visto il livello maschile di questo momento si rischia ogni volta che si scende in campo).

La capacità di ripartire come se nulla sia accaduto dopo una battuta d’arresto inattesa può fare la differenza in questo caso, nella speranza che questo momento di difficoltà non arrivi mai o arrivi più tardi possibile. Intanto si riparte da Pelhrimov dove, nel primo Master europeo, da giovedì la coppia azzurra, a meno di rinunce dell’ultima ora, dovrà passare da qualificazioni piuttosto complicate per entrare in tabellone. Un altro test probante per capire il valore di questa coppia.

 





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