Calcio
Calcio, Mondiali 2018 – L’Italia spera nel ripescaggio! Rischio esclusione per l’Iran: Shojaei non convocato per “ragioni politiche”, è vietato dalla FIFA
L’Italia ha clamorosamente mancato la qualificazione ai Mondiali 2018 e non parteciperà alla rassegna iridata dopo 60 anni dall’ultima volta. Nei mesi scorsi sono circolate le voci di possibili ripescaggi subentrando a Perù e Spagna che avrebbero violato delle normative FIFA. Tutto è finito in una bolla di sapone.
L’ultima speranza per gli azzurri sembra riguardare un caso complicato in cui è incappato l’Iran: il governo del Paese, infatti, avrebbe operato delle ingerenze in ambito sportivo e questo è impedito dalla Federazione Internazionale. Se questa ingerenza venisse confermata allora l’Iran potrebbe essere squalificato e la FIFA procederà al ripescaggio di una Nazionale per partecipare ai Mondiali: chiaramente l’Italia, vincitrice di quattro titoli iridati, partirebbe in pole position. Stiamo parlando di uno scenario remoto ma che è giusto riportare.
Ci rifacciamo a un pezzo del Corriere della Sera che ha parlato della vicenda di Masoud Shojaei. Il centrocampista ha vestito la casacca dell’Iran per ben 70 volte in carriera ma da agosto non viene più convocato in Nazionale. Il CT Quieroz e la Federazione sostengono che si tratti di una scelta tecnica (ipotesi molto improbabile vista la qualità tecnica del 33enne). I motivi dovrebbero riguardare questioni politiche. Masoud militava per il Panionios e ad agosto doveva affrontare il Maccabi Tel Aviv nel turno preliminare di Europa League.
Nessun atleta iraniano, da 38 anni, affronta un israeliano e dunque Sjojaei, insieme al compagno Hajisafi, aveva chiesto alla formazione greca di non essere convocato per la sfida d’andata ma al ritorno è stato costretto a scendere in campo violando così la ribattezza “linea rossa”, anche per evitare sanzioni dalla UEFA. Nel frattempo Hajisafi ha chiesto scusa su Instagram ed è tornato in Nazionale, Masoud si è trasferito all’AEK Atene ed è rimasto sulla sua posizione in linea con la sua storia personale (nel 2009 indossò un braccialetto verde in sostegno alle proteste antigovernative, nel 2016 parlò di corruzione nel calcio iraniano e nel 2017 argomentò riguardo al divieto delle donne di entrare in stadi e palazzetti). Da quel momento Queiroz non lo ha più chiamato e si è aperto un caso internazionale che rischia di compromettere la partecipazione dell’Iran ai Mondiali!