Ciclismo
Ciclismo, Fabio Aru: “Voglio Froome al Giro d’Italia. Italia fortissima ai Mondiali. Vinokourov non mi ha capito”
Fabio Aru si sta preparando per disputare una stagione da protagonista con la nuova casacca della UAE Emirates. Il sardo, che dovrebbe avere nel Giro d’Italia e nei Mondiale i suoi obiettivi principali, ha rilasciato un’intervista a La Stampa.
Chiari gli obiettivi stagionali: “Per il Giro non abbiamo ancora deciso (ma sorride, ndr), del Mondiale invece il CT Cassani mi parla da un anno. Faremo una ricognizione e ci puntiamo molto perché abbiamo una squadra molto forte con Nibali, Ulissi, De Marchi, Moscon…“.
Su Chris Froome, invece: “Spero che ci sia al Giro. Spero però che la vicenda si risolva in fretta. Non sarebbe tollerabile una partecipazione sub judice di Froome dopo quella del 2011 di Contador, al quale poi tolsero il Giro che aveva vinto“.
Il Cavaliere dei Quattro Mori parla del suo cambio di casacca e si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Volevo cambiare, trovare nuovi stimoli, in una squadra con una forte base italiana. In sei anni all’Astana ho dato tutto me stesso, mi è dispiaciuto il modo in cui ci siamo lasciati. Non amo le polemiche, all’Astana devo molto ma ho dato anche tanto. Vinokourov non ha capito le mie motivazioni ma sono a posto con me stesso“. E il feeling con il nuovo team sembra essere alle stelle: “Meglio di quanto sperassi. Progetto ambizioso, cura dei dettagli, ottima struttura, grande professionalità. Siamo tutti gasati, lavorare è un piacere. Il ritiro in Sicilia è stato super, poi nelle feste sono uscito in bici anche alla vigilia di Natale scalando il Sestriere“.
Fabio Aru ritorna anche sul Tour de France in cui è riuscito a insidiare Froome: “Peccato che sono stato male nel finale, ma dopo il tredicesimo posto del 2016 ho concluso quinto e capito che posso puntare anche alla vittoria di una corsa durissima e diversa da tutte le altre“. Il 2017 non è stato certo semplice per il sardo: “Ho corso da febbraio a ottobre, circa 75 gare. Dicono che dovrei correre di più, ma ho fatto anche tre mesi di sosta per l’infortunio al ginocchio. La caduta di aprile in allenamento a Sierra Nevada mi ha fatto saltare il Giro che partiva dalla mia Sardegna. Mi è spiaciuto tantissimo. In Spagna al mio fianco c’era Michele Scarponi che fu il primo a rincuorarmi. Non mi sembra vero che non ci sia più, è stato un colpo terribile. Era una persona speciale che ci ha lasciato un insegnamento: sapere sorridere e reagire sempre“.
Spazio anche per parlare della tanto discussa maglia tricolore: “E’ già pronta quella nuova con tanto tricolore in più, anche sul casco e pantaloncini. Vi piacerà”.