Ciclismo

Ciclismo, Tim Wellens contro gli inalatori: “Migliorano la respirazione, si chiama barare!”

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Continua, ovviamente, a tener banco ad inizio stagione l’argomento “inalatori” vista la positività di Chris Froome alla scorsa Vuelta di Spagna. Tra addetti ai lavori e corridori ci sono molte opinioni contrastanti, una di quelle più interessanti è stata quella di Tim Wellens, atleta della Lotto-Soudal, che si è espresso a RTBF

“Molti mi fanno i complimenti (per quanto riguarda il suo rifiuto nel prendere del cortisone allo scorso Tour de France, ndr). Ma c’è sempre chi mi dice che sono stupido a non utilizzare alcun prodotto e questo è un peccato. Credo che la nuova generazione non usi questo tipo di prodotti che, ok, non sono proibiti, ma non per questo andrebbero usati. Sono prodotti che aumentano davvero le prestazioni e mi piacerebbe che ci fossero nuove regole. Personalmente, sono contrario e il 90% delle persone mi capiscono e mi applaudono”.

Clamorosa è la dichiarazione su colleghi e compagni di squadra: “Cinque su sette dei miei compagni ne avevano uno. Posso accettare che una persona ne abbia bisogno, ma non cinque su sette. Migliora del 7-8% la propria capacità respiratoria”. 

E prosegue: “Io sono contrario. Non voglio migliorare la mia respirazione del 7% in questo modo. Oltretutto, credo che quando cominci ad utilizzarlo, dopo non riesci a vivere senza. Mi rifiuto di essere dipendente da queste cose. Quindi, sono nettamente contro. Se il pubblico sapesse quanti corridori usano un inalatore… Poi, a volte è anche una cosa mentale…”.

Conclude il belga con: “Vorrei che la questione sia nero o bianco, non grigio. Sappiamo tutti che un prodotto come il cortisone, che si trova nella zona grigia, provoca molti benefici in termini di prestazioni fisiche. Quando i corridori lo utilizzano è evidentemente un problema: si chiama barare! A volte, perché uno è malato, non si ha scelta e bisogna utilizzarli. Ma si può anche decidere di smettere”.

 





 

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Foto: By S. Plaine (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons

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