Rally
Dakar 2018, i favoriti tra i quad: Ignacio Casale vuole imporsi nella categoria dominata dai sudamericani
La 40esima edizione della Dakar, il rally raid più famoso del mondo, prenderà il via da Lima (Perù) il 6 gennaio per giungere a Córdoba (Argentina), per la prima volta nella storia, il 20. La distanza totale sarà di quasi 9.000 km (8793 km), di cui 4.329 km di prove speciali. Un percorso che toccherà ben tre Nazioni, ovvero Perù, Bolivia ed Argentina, regalando ancor più incertezza al contesto agonistico in cui le capacità di navigazione degli equipaggi in gioco faranno la differenza. Nell’edizione corrente gli iscritti sono più di 500, a bordo di 339 veicoli (190 tra moto e quad, 91 vetture, 14 side by side e 44 autocarri), in rappresentanza di 54 Paesi.
Concentrandoci sui quad il numero degli iscritti ha raggiunto quota 50, cosa mai avvenuta precedentemente. In questo senso il correre in Sud America ha richiamato l’attenzione di un numerosissimo “contingente” con queste origini. Non è un caso che i piloti sudamericani si siano imposti conquistando 18 podi nella storia di questa categoria. Tra loro i fratelli Patronelli hanno monopolizzato la scena in ben cinque edizioni regalando all’Argentina tantissime soddisfazioni. Quest’anno i piloti con la carta d’identità dell’America meridionale sono ben 30 e tra di loro non ci saranno i citati argentini ma altri rappresentanti di valore.
Il favorito, tra loro, è il cileno Ignacio Casale, vincitore nel 2014 e in grande ascesa nell’ultimo periodo. Vittorioso nell’ultima tappa dell’Acatama Series, Casale si è preparato scrupolosamente: “Mi sento bene e maturato rispetto all’anno scorso, mi sono allenato bene e mi sento preparato ancor di più di quando ho vinto nel 2014. Cercherò di fare la differenza fin dall’inizio quando saremo in Perù essendo un terreno che mi piace particolarmente ricordandomi la zona settentrionale del Cile. Successivamente in Bolivia proverò a gestire la situazione essendo un territorio ricco di insidie per proiettarmi poi all’ultima fase in Argentina al meglio possibile. Sono molto fiducioso dei cambiamenti apportati sulla moto e sono convinto che mi daranno dei vantaggi”. Queste le dichiarazioni alla vigilia del centauro cileno il quale correrà con una Yamaha Raptor, dotata di 15 cavalli in più rispetto al modello precedente e pesante 6 kg in meno. Benefici ovvi sulla guida del pilota.
Tuttavia il sudamericano alcuni giorni fa ha dovuto affrontare una disavventura che, nei fatti, ha rischiato di mettere a repentaglio la sua partecipazione alla Dakar. Il camion del team, infatti, è stato bloccato alla dogana cilena per problematiche legate ai documenti. Un contrattempo non da poco superato però nel giro di 24 ore, come confermato dal tweet del pilota:
Ya se esta instalando mi equipo en Lima. #dakar2018 @dakarrally pic.twitter.com/IM013YrOKl
— Ignacio Casale (@IgnacioCasale) January 2, 2018
Casale dunque, dopo la dogana, da chi dovrà guardarsi?. Senza dubbio dal campione del 2017 Sergey Karyakin che sempre in sella ad una Yamaha seppe precedere il cileno, influenzato però da problemi fisici non da poco. Un Karyakin che, in una recente intervista, ha detto piuttosto chiaramente di temere Casale, consapevole delle sue abilità nelle speciali in programma in Perù. E poi, come detto, tutto il resto della truppa sudamericana: gli argentini Pablo Copetti (3 ° nel 2017) e Jeremías González (2 ° nel 2015) e Il boliviano Walter Nosiglia, 3 ° nel 2016 per citare chi ha già una storia. Ma la specialità del quad, così radicata nel tessuto di questi territori, potrebbe portare a delle sorprese di cui il buon Ignacio e tutti gli altri dovranno tener conto.
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giandomenico.tiseo@oasport.it
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Foto: pagina facebook Dakar