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Giro d’Italia 2018, Stefano Allocchio sul percorso: “Dobbiamo andare incontro a scalatori e cronoman. Il Finestre può isolare i capitani”

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Nel corso della presentazione delle maglie del Giro d’Italia 2018, abbiamo avuto l’occasione per strappare a Stefano Allocchio, direttore della corsa a tappe più importante del Bel Paese e non solo per Rcs Sport, un commento sulle 21 tappe che gli atleti affronteranno nell’edizione 101 della Corsa Rosa.

Le prime tappe in Sicilia sono insidiose, un corridore che vuole vincere il Giro d’Italia non è mai pronto – apre l’ex velocista, con 4 successi parziali al Giro – Ci sono tappe trabocchetto, per cui la Sicilia sembra creata apposta. La prima salita è l’Etna, poi vengono Montevergine e Gran Sasso. La prima settimana è già molto impegnativa, poi da lì usciranno i migliori. Dopo il Colle delle Finestre, è difficile che i capitani abbiano con sé due o tre compagni. Anche la discesa non è tra le più semplici, si fa fatica a recuperare il tempo perduto. Il Sestriere è tutta una salita, 25 chilometri, può essere una tappa che isola i capitani. Lo scorso anno abbiamo fatto circa 70 chilometri di cronometro, quest’anno sono 20 in meno, Dumoulin aveva vinto su una crono a Milano che non era neanche di 30 chilometri. Anche noi ci stiamo adeguando al ciclismo moderno, anche perché i grandi scalatori faticano a staccare i cronoman e dobbiamo cercare in qualche modo di andare incontro agli uni e agli altri“.





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Foto LaPresse – Fabio Ferrari

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