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MotoGP, la nuova YZR-M1 Yamaha nata per far dimenticare il 2017: lavoro sull’elettronica e telaio su base 2016

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Nel Matadero di Madrid è stata presentata la nuova Yamaha per il Mondiale 2018 di MotoGP. La nuova creatura giapponese, che vedrà in sella Valentino Rossi e Maverick Vinales, ha messo in mostra una livrea leggermente diversa con il nuovo logo Movistar ben in evidenza. Tuttavia, le domande che tutti si pongono sono le seguenti: sarà veloce? Quali punti di forza e deboli avrà? Ora come ora è davvero difficile da dire in quanto la nuova nata di Iwata non è scesa in pista nella sua forma completa ma alcune variazioni rispetto al 2017 possiamo intuirle.

In primis il lavoro sul telaio. Successivamente ai test di Valencia ed a quelli privati di Sepang, Rossi e Vinales, ma anche il pilota Tech3 Johann Zarco, hanno abbandonato l’evoluzione della moto 2017 per tornare alla base del 2016 che porta allo sviluppo della Yamaha 2018. Questo perchè? La versione di 12 mesi fa è stata una vera e propria iattura nello sfruttamento degli pneumatici e difficilissima da mettere a punto. Su piste con poco grip, infatti, la M1 era decisamente in difficoltà non riuscendo mai trovare la quadra e diventando inguidabile per i due alfieri.

Il lavoro fatto, dunque, su questo nuovo progetto è partito invece dalle certezze del 2016, intervenendo, verosimilmente, sull’elettronica, altra nota dolente secondo i tecnici giapponesi e gli stessi centauri. Un cambiamento deciso su questi componenti si è reso necessario sempre per il discorso legato all’ottimizzazione delle prestazioni con le Michelin, enigma insoluto del campionato appena trascorso.

Su questi principi è stata svelata la nuova belva dei tre diapason. E’ chiaro che tra propositi e realtà c’è una bella differenza e dal 28 al 30 gennaio (tre giorni di test a Sepang) si avranno delle informazioni nel concreto. Notoriamente, un punto debole della Yamaha è sempre stato il motore in fase di accelerazione, privilegiando la percorrenza in curva ma. Stando però ai riscontri del 2017, anche questo aspetto favorevole era venuto a mancare. Pertanto questa vuole essere una moto grazie alla quale il team nipponico spera di ritrovarsi e rivaleggiare con Ducati ed Honda, più competitive nell’ultimo Mondiale

 





 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

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Foto: Valerio Origo

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