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Sci alpino, la pista tabù di Schladming per l’Italia. La Planai ci respinge da un ventennio

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La Coppa del Mondo maschile di sci alpino rimane in Austria. Da Kitzbuehel ci si trasferisce a Schladming, su un’altra pista dalla grande tradizione sulle nevi austriache, la Planai. Un tracciato ricco di storia, che ha fatto il suo debutto nel Circo Bianco nel 1973 ma è divenuto ancor più famoso dal 1997, ovvero dalla prima edizione dello slalom in notturna.

La Planai presenta un tracciato sinuoso, con un dislivello di più di 200 metri, dai 963 del cancelletto di partenza ai 740 dell’arrivo, posto allo Stadio Planet Planai, nel centro del paese, dove ogni anno accorrono numerosi appassionati per assistere ad una gara dal fascino unico. Un pendio di difficile interpretazione, che offre molte insidie, tra onde, compressioni e tratti più scorrevoli. Il muro finale, poi, è un tratto ripidissimo, con una discesa ritmata e veloce fino all’arrivo. Una pista che ha incoronato i più grandi slalomisti (Benjamin Raich il più vincente con quattro successi): scorrendo l’elenco dei vincitori, però, la bandiera italiana manca da vent’anni esatti.

L’unico azzurro a vincere qui è stato Alberto Tomba. La Bomba ha sparato le ultime cartucce della sua straordinaria carriera a Schladming, vincendo le prime due edizioni della corsa notturna, prima di dire addio al Circo Bianco nel 1998. Dal suo ritiro, il vuoto più assoluto per l’Italia, che ha sfiorato il successo in altre occasioni ma è stata puntualmente respinta. Come nel 2004, quando Manfred Moelgg stupì tutti con il pettorale 24, salendo per la prima volta sul podio, battuto solo da Raich. L’altoatesino è stato in grado di ripetersi poi nel 2008, l’anno dei sette podi e della coppetta di slalom, quando si piazzò al terzo posto. Un tracciato particolarmente gradito all’azzurro, che proprio qui ha ottenuto il bronzo mondiale nel 2013 (in gigante). Nel 2012 è stata invece la volta di Stefano Gross, che rimontò dal settimo al secondo posto nella seconda manche dello slalom, podio ripetuto poi nel 2015, sempre sul secondo gradino e sempre in rimonta, dall’ottava posizione fino a chiudere alle spalle del russo Alexander Khoroshilov.

Una pista che oramai ha assunto le sembianze di un tabù per i colori azzurri. Proprio Moelgg e Gross saranno le due punte della spedizione italiana di quest’anno. La speranza di tornare davanti a tutti è affidata a loro, ma sarà impresa tutt’altro che facile, perché entrambi non hanno brillato nell’ultima uscita di Kitzbuehel, e perché Marcel Hirscher ed Henrik Kristoffersen sembrano di un altro pianeta. La Planai, però, può riservare sorprese.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Wikipedia

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