Sci Alpino
Sci alpino, un weekend da annali per l’Italia: leggendarie Goggia, Brignone e Fanchini, Fill nella storia con la Coppa di Combinata
Quello che si è appena concluso è stato indubbiamente il weekend di Coppa del Mondo di sci alpino più proficuo per quanto riguarda l’Italia in questa stagione. Partiti leggermente in sordina rispetto agli exploit della scorsa stagione, i nostri portacolori hanno cambiato marcia a fine 2017 con le vittorie di Federica Brignone a Lienz e Dominik Paris sulla Stelvio, per poi continuare sulla stessa falsariga fino all’apoteosi di quest’ultimo weekend di gare.
Andiamo in rigoroso ordine cronologico: venerdì Peter Fill ha messo in bacheca la terza Coppa di specialità delle ultime tre stagioni. L’uomo delle prime volte, vincitore delle ultime due edizioni della Coppa di discesa, ha chiuso al terzo posto la combinata di Wengen, risultato che sommato alla seconda posizione di Bormio gli ha permesso di scavalcare Alexis Pinturault e di stare davanti a Kjetil Jansrud, vincendo così la Coppa di combinata. In discesa non è il Fill delle scorse stagioni – mai a podio quest’anno e spesso lontano dai primi – ma anche quest’anno è riuscito a conquistare un titolo. La combinata, al momento, sembra essere la gara su cui può puntare maggiormente ai Giochi di Pyeongchang.
Restando al maschile, è necessario però citare l’unica nota stonata del weekend. La classicissima discesa di Wengen non ha visto brillare i nostri tre portacolori, quasi mai in gara per la vittoria nonostante avessero probabilmente i mezzi per stare con i migliori. Dominik Paris non è riuscito a sfruttare la sua capacità di far velocità nei tratti scorrevoli e ha fin da subito accumulato un grande ritardo da Feuz, il vincitore, mentre Fill ha compromesso la sua gara con un errore al cancelletto di partenza, nel quale ha perso almeno mezzo secondo. Tanto spavento, infine, per Christof Innerhofer: l’azzurro è andato a sbattere violentemente all’uscita della Kernen-S. Gara compromessa, ma fortunatamente senza conseguenza fisiche.
L’apoteosi è però arrivata al femminile, dove l’Italia può contare su un vero e proprio dream team, al momento il più forte a livello di squadra se consideriamo gigante, superG e discesa. A guidare la truppa azzurra c’è una Federica Brignone che – dopo un inizio di stagione in sordina anche a causa dei postumi dall’infortunio – ha trovato la seconda vittoria in carriera in superG e il primo podio in discesa. Due indizi fanno una prova: la valdostana è in un momento di forma straordinario e riesce a disegnare linee quasi proibitive per le altre atlete. A PyeongChang, è insieme a Goggia la nostra speranza di medaglia più concreta nello sci alpino.
Già, proprio Sofia è l’altra punta di diamante del weekend. Come una vera campionessa, aggettivo che ormai le si può ampiamente attribuire, ha fatto tesoro degli errori commessi nel superG di sabato per sfruttarli a proprio vantaggio nella discesa di ieri. Il risultato è una vittoria con 1″10 proprio su Federica Brignone, dando la sensazione di essere davvero a proprio agio sugli sci. Che dire poi di una monumentale e commovente Nadia Fanchini? La nativa di Lovere risorge e centra il terzo posto, firmando così insieme alle altre due azzurre un risultato da consegnare direttamente agli annali: un successo dedicato alla sorella Elena e che assume per questo motivo un valore ancor più speciale.
Da Bad Kleinkirchheim e da Wengen esce un’Italia più forte e consapevole dei propri mezzi. A PyeongChang mancano quattro settimane e la faretra azzurra, con l’avvicinarsi del momento clou della stagione, ha iniziato a riempirsi di frecce da medaglia olimpica. Le piste di Jeongseon saranno molto diverse da quelle europee, ma il momento di forma che stanno attraversando i nostri atleti non può che lasciarci sognare.
andrea.voria@oasport.it
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Foto: Auletta Pentaphoto