Sci di fondo
Sci di fondo, Coppa del Mondo 2018. Dresda chiama PyeongChang: la marcia azzurra continua
I dubbiosi sono serviti. La tristezza di metà dicembre ha lasciato spazio ad un‘euforia quasi esagerata in casa Italia a meno di un mese dall’appuntamento olimpico. Del resto, come si fa a non essere smodatamente contenti quando si piazza una doppietta come quella degli azzurri a Dresda?
Pellegrino nella sprint davanti ad un Klaebo che, è vero, avrà fatto anche un richiamo della preparazione atletica in vista delle Olimpiadi, ma non era certo a Dresda per farsi battere e poi ancora Pellegrino e Noeckler nella team sprint che in Corea assegnerà una medaglia pesante. Sono due trionfi diversi ma trionfi restano. Il primo sofferto, per certi versi estemporaneo (Pellegrino ha rischiato seriamente di essere eliminato in semifinale) ma dimostrazione di quanta intelligenza tattica sia nel dna del valdostano che è uno che impara in fretta le lezioni e passa subito alla pratica. La tattica della semifinale non va bene? Eccone pronta un’altra, vincente, per la finale e saper variare in corsa in una specialità come la sprint del fondo è fondamentale perché la rigidità degli schemi spesso non paga, soprattutto quando la posta in palio è alta e la neve scotta sotto gli sci.
Il secondo è una dimostrazione di forza. Ieri nella Team Sprint Pellegrino ha vinto quasi per distacco, palesando uno stato di forma in crescita, dopo il fiatone del Tour de Ski e quando l’azzurro sta bene non ce n’è per nessuno. Cresce anche Noeckler che, anche di carattere, è stato aggrappato al gruppo di testa consegnando il testimone a Pellegrino con le giuste modalità. Se prova doveva essere, la prova ha detto che l’Italia c’è ed è pronta per lottare per un posto sul podio. Klaebo non sarà quello un po’ fiacco di Dresda, questo deve essere chiaro a tutti.
La due giorni tedesca in campo maschile ha messo in mostra anche qualche volto nuovo del fondo azzurro. Hellweger che si qualifica per la sprint, Gabrielli e Zelger che chiudono sesti la Team Sprint con due gare di grande autorità. E’ vero, mancavano tanti protagonisti a livello mondiale ma tutta la squadra italiana sta crescendo, qualcosa a livello giovanile si muove e tutto si può guardare con una diversa prospettiva rispetto a qualche tempo fa.
Stesso discorso va fatto per le ragazze. Se Brocard era piaciuta tanto nel Tour de Ski, a Dresda finalmente si è vista una squadra al femminile che ha lottato, ottenendo anche qualche risultato molto interessante. L’en plein di qualificazioni ai quarti di finale e la semifinale (sfortunata) di Vuerich sono già ottime notizie, mentre nella Team sprint forse si poteva aspettare qualcosa in più da Stuerz e Vuerich che sono rimaste staccate nella penultima frazione e non sono riuscite a chiudere il gap concludendo al nono posto. Tra poco andranno tirate le fila e andrà formata la squadra olimpica: Brocard e Vuerich, al momento, sono le uniche sicure, per il resto ci vorrà un’ulteriore impennata per lottare quantomeno per un posto nelle prime 30 posizioni.