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Sci di fondo, Tour de Ski 2018. Cologna e Oestberg: dalla Svizzera con furore ma non è finita

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Dario Cologna e Ingvild Flugstad Oestberg hanno affrontato il viaggio innevato da Lenzerheide a Oberstdorf con il sorriso sulle labbra ma non con la certezza di avere già in tasca la vittoria nel Tour de Ski.

In campo maschile Cologna ha dato uno scrollone importante alla classifica vincendo le due gare distance e tornando ai massimi livelli dopo due anni difficili a causa soprattutto dei problemi fisici che lo hanno tormentato. I 22” di distacco inflitti a Ustiugov non bastano però per dormire sonni tranquilli in vista della seconda parte del Tour.

Ustiugov non è quello esplosivo dello scorso anno che fece incetta di vittorie ma anche nelle due gare dove ha sofferto, in particolare nella 15 km a tecnica classica, ha mostrato una capacità di reazione e di saper affrontare la sofferenza da vero campione. Spesso, quando si superano in questo modo i momenti difficili, può arrivare la giornata di grazia e dunque non è detta l’ultima parola, anche se Cologna al momento è il grande favorito per la vittoria finale.

Un eventuale successo dello svizzero sarebbe anche un importante messaggio ai grandi pretendenti dei podi olimpici visto che Cologna nelle due precedenti edizioni del Tour de Ski pre-olimpico è stato grande protagonista e poi ha portato a casa almeno un oro a Cinque Cerchi, grazie alla sua capacità di mantenere il picco di forma. Lo svizzero è già a quota tre Tour de Ski vinti in carriera e con il quarto entrerebbe sicuramente nella leggenda della specialità.

In chiave successo la lotta sembra circoscritta a questi due atleti, anche se Bolshunov, Harvey, Poltoranin e Sundby sono atleti in grado di trovare l’acuto in qualsiasi momento e l’impressione è che decisivo potrebbe diventare proprio l’ultimo atto del Tour de Ski, la scalata del Cermis, qualora i quattro atleti sopra citati riuscissero a limitare i danni nelle due tappe di Oberstdorf e, nel caso di Poltoranin, magari guadagnare qualcosa rispetto ai primi due, nella 15 km a tecnica classica di Val di Fiemme.

Per gli azzurri di punta la sprint di Oberstdorf in programma domani a tecnica classica, vero anticipo, Klaebo escluso, della gara olimpica, potrebbe essere il capolinea di questo Tour de Ski. Pellegrino e De Fabiani dovrebbero fermarsi, a meno di programmi rivoluzionati dell’ultima ora, il primo dopo la sprint di domani, il secondo dopo la 15 km a tecnica libera.

Resta da verificare la conferma della crescita di condizione di Maicol Rastelli, piaciuto tanto nella sprint e tantissimo nella 15 km a tecnica classica, di Giandomenico Salvadori (che ieri è stato il migliore degli azzurri a tecnica libera, con il 23mo tempo) e di Dietmar Noeckler, le cui prestazioni continuano ad essere più convincenti in classico che in skating (strepitosa la prima metà gara dell’azzurro nella 15 km classica a Lenzerheide).

In campo femminile è lotta a due per la vittoria. A meno di ritiri o eventi imprevedibili Oestberg e Weng si giocheranno il successo e francamente trovare una favorita fra le due norvegesi che vogliono prendere in mano lo scettro di regina della squadra quando Bjoergen deciderà di smettere, è molto difficile. Nella tecnica classica sembra avere qualcosa in più Oestberg (a Lenzerheide è nella 10 km in classico che ha fatto la differenza) ma nella tecnica libera, che deciderà il Tour de Ski, Weng si lascia preferire anche se ieri, abbuoni compresi, ha guadagnato zero rispetto alla compagna (in realtà avrebbe fatto cinque secondi in meno). Sarà una lunga volata, dove anche gli abbuoni della sprint di domani in classico a Oberstdorf potrebbero essere decisivi.

Per il terzo gradino podio sono in corsa una decina di atlete e qui davvero può succedere di tutto. Diggins parte con 30” di vantaggio sulle altre e nella sprint potrebbe addirittura incrementare il suo bottino, però le tre gare distance che chiudono il Tour lasciano aperte tutte le strade con atlete come Bjornsen, Niskanen, Parmakoski e Jacobsen che sono in grado di piazzare la rimonta che potrebbe valere il terzo posto finale. Bisognerà vedere chi, tra queste, è disposta a spendere tante energie per un risultato non certo da leggenda, a poco più di un mese dalle Olimpiadi.

Le tre azzurre proveranno ad essere ancora protagoniste. Elisa Brocard è piaciuta tanto nella 15 km a tecnica libera dove ha ottenuto il 18mo tempo, non lontana dalla top ten. Per l’azzurra la strada è quella giusta. Non si può chiedere tanto di più ma la presenza nella fase finale della sprint alle Olimpiadi e qualche gara nelle prime trenta, magari con un acuto da top 15, è obiettivo plausibile. Anche Scardoni ieri è entrata nelle migliori 30 della gara a skating, ottenendo il 29mo tempo. La condizione sta crescendo, seppure tra mille difficoltà. Un passettino alla volta, senza aspettarsi troppo, è la politica giusta. Meno bene Stuerz che è lontanissima dalle migliori e al momento non pare competitiva ad alti livelli ma anche da lei si attende un segnale di inversione di tendenza.

 





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