Short Track
Storia delle Olimpiadi Invernali: Arianna Fontana, il volto di un’Italia affamata di successi
Scegliere Arianna Fontana come portabandiera per PyeongChang 2018 è stato un atto di grande speranza per il nostro Paese. La campionessa valtellinese è il volto della nuova Italia che sfida le grandi potenze globali e cerca di imporsi, puntando sul talento, la determinazione, la voglia continua di migliorare. Su questi valori si è basata la carriera fino adesso fantastica di Arianna che in Corea del Sud, una delle patrie dello short track, può diventare addirittura straordinaria, vincendo l’unico oro che manca alla sua incredibile collezione.
Se vogliamo ridurci al palmares, la lista dice: 7 titoli europei (Ventspils nel 2008, Torino nel 2009, Heerenveen nel 2011, Mladá Boleslav 2012, Malmö 2013, Torino nel 2017 e Dresda 2018), la Coppa del Mondo dei 500 metri nel 2012, 1 oro Mondiale sui 1500 metri a Mosca 2015. E ci siamo fermati solo alle grandi affermazioni, senza considerare gli argenti e i bronzi. Manca qualcosa? Ovviamente il massimo riconoscimento a Cinque Cerchi, sfiorato in tante occasioni.
A Torino 2006 ha 16 anni e gareggia nei 500m, 1000m e in staffetta con Marta Capurso, Mara Zini, Katia Zini e Cecilia Maffei. Nei 500m esce ai quarti di finale, mentre nei 1000m, dopo un quarto vinto alla grande, esce in semifinale. In staffetta invece le italiane riescono a restare in scia e un’azione scorretta della staffetta cinese, nel corso dell’ultimo cambio, regala alla nostra squadra uno splendido e inaspettato bronzo. La Fontana diventa l’atleta italiana più giovane ad aver vinto una medaglia ai Giochi Olimpici Invernali, all’età di 15 anni e 314 giorni e molti iniziano a parlare di lei.
Per sua fortuna, non subisce le controindicazioni dell’improvvisa notorietà, restando sempre sul pezzo e aggredendo con la sua consueta energia l’appuntamento olimpico di quattro anni dopo a Vancouver 2010. Prima dei Giochi in Canada, l’azzurra non è straripante in Coppa del Mondo perché tutto viene focalizzato sulla manifestazione a Cinque Cerchi. Sia in Coppa del Mondo che agli Europei, infatti, Arianna sembra solo provare la gamba e migliorare dettagli tecnici fondamentali per riuscire a gareggiare contro le fortissime cinesi e sudcoreane.
La sua prima gara sul ghiaccio nordamericano sono i 1500m nella quale vince solo la finale B e non riesce a ripetersi con la staffetta che esce in una semifinale corsa molto male. Arrivano i “suoi” 500 metri. Vince in scioltezza la quinta batteria, nei quarti è battuta solo dalla fortissima cinese Zhou Yang, in semifinale invece riesce a batterla per un solo millesimo arrivando seconda dietro la canadese Jessicas Gregg. Il 17 febbraio è pronta per la finale. Parte bene e si posiziona in terza piazza, marcando sempre stretto ogni spiraglio che la Gregg vuole aprirsi per sorpassarla. Le prime due sono difficili da battere: l’oro va alla cinese Wang Meng, e argento all’altra canadese Marianne St-Gelais. Il bronzo è tutto per la fuoriclasse nostrana, frutto di una tattica di gara perfetta, andando a rimpinguare il proprio bottino di medaglie.
La stagione migliore in Coppa del Mondo è quella 2011/2012, quando vince 5 gare, a Saguenay (500), Nagoya (500 e 1500), Shanghai (500) e Dordrecht (500), conquistando la Coppa di specialità nei 500 metri, ovviamente prima atleta italiano a farlo nello short track. Le stagioni successive sono ancora una volta di preparazione alla sua terza Olimpiade, Sochi 2014. I suoi obiettivi all’inizio sono arrivare in finale in tutte le distanze e la prima è proprio la gara che ama di più, i 500 metri. In semifinale esce la grande favorita cinese Fan Kexin, mentre in finale l’inglese Elise Christie combina un disastro: fa cadere tutte le atlete tranne la cinese Li Jianrou che vince facilmente l’oro. Le altre tre si rialzano, l’inglese è seconda ma viene squalificata e l’argento viene vinto da Arianna, che scala ancora un gradino verso la gloria olimpica. Due giorni dopo, il 15 febbraio, ci sono le finali dei 1500 metri. Nell’atto conclusivo deve vedersela contro cinque mostri sacri: le coreane Park e Shim Suk-Hee, le cinesi Li e Zhou Yang, e l’olandese Jorien ter Mors. Ma la skater tricolore ormai non deve avere paura di nessuno e vince un bronzo che, per la forza delle avversarie in gara, vale quanto un oro. Ma Arianna sa che non può accontentarsi e in staffetta guida le compagne Lucia Peretti, Martina Valcepina ed Elena Viviani ad un altro bronzo. L’unica gara in cui esce per squalifica sono i 1000 metri, ma nessuno se ne accorge perché Sochi sarà per sempre ricordata in Italia come l’Olimpiade della sua consacrazione.
Adesso c’è PyeongChang, forse l’Olimpiade più attesa perché arriva a 28 anni, nel momento massimo della maturazione atletica. Da portabandiera tutti gli occhi saranno su di lei, come sarà guardata a vista anche sulla pista di Gangneung, nella patria dello short track. L’ultimo ostacolo per arrivare al primato assoluto è il più difficile, ma già sappiamo che la Fontana lotterà fino alla fine per realizzare il suo sogno d’oro.
Di Jvan Sica