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Tennis, prestazioni incoraggianti per Berrettini e Travaglia. Segnali di ricambio generazionale per l’Italia

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Il 2018 del tennis è cominciato. Nella prima settimana dell’anno si sono svolti i primi tornei dei circuiti ATP e WTA e qualche indicazione può già essere tratta. Per l’Italia due nomi sono emersi, ovvero Matteo Berrettini e Stefano Travaglia. Non sono certamente delle novità ma le prime partite ci hanno detto che il 2018 potrebbe essere il loro anno. Ne ha bisogno il movimento italiano, alla disperata ricerca di volti nuovi che possano emergere ad alto livello alle spalle dei soliti Fognini e Lorenzi.

Matteo Berrettini è in rampa di lancio. Classe 1996, è un giocatore italiano atipico, facendo del servizio e del dritto le sue armi migliori, aiutato anche da un fisico imponente (194 cm). Due colpi che rappresentano già due ottime armi per essere competitivo a buon livello. Il giovane romano, però, sta costruendo la sua carriera con il duro lavoro e la voglia di migliorarsi, incontrando risultati incoraggianti. Lo scorso anno era cominciato con Berrettini oltre la 400esima posizione nel ranking mentre a dicembre l’azzurro occupava la posizione 136. Cinque finali Challenger con il titolo a Benedetto del Tronto hanno consentito al tennista romano di farsi le ossa, pronto a spiccare il salto tra i grandi. Peccato per quell’eliminazione alle qualificazioni delle Next Gen ATP Finals, Matteo si è rifatto subito ad inizio anno centrando l’ingresso in tabellone a Doha e vincendo il suo primo match, contro un avversario di spessore come il serbo Viktor Troicki.

Discorso diverso per Stefano Travaglia. La carta d’identità dice 1991 per cui non si può certo parlare di un giovanotto. Il marchigiano ha vissuto un 2017 fantastico, in cui ha vinto il suo primo titolo Challenger, centrato l’accesso in tabellone negli ultimi due Slam e passato per la prima volta un turno in un Major, vincendo il derby contro Fognini allo US Open. Soddisfazioni più che meritate per un ragazzo che ha dovuto combattere con la sfortuna per tutta la sua carriera. Sin da giovanissimo, quando era uno dei talenti più promettenti del panorama italiano. Nel 2011 le sue ambizioni furono spezzate da un banale ma allo stesso tempo grave incidente domestico, cadendo e finendo contro i vetri di una finestra: lacerazione dei nervi dal gomito al polso e carriera a rischio. Stefano si è rimesso in piedi e nonostante un altro infortunio complicato, stavolta all’altra mano, è riuscito a resistere e prendersi finalmente ciò che gli spettava. Lo scorso anno è stato quindi quello del rilancio ed il 2018 non poteva cominciare meglio, superando il primo turno a Doha dopo aver vinto le qualificazioni. A 26 anni appena compiuti (il 28 dicembre), Travaglia può finalmente trovare l’auspicata continuità per puntare in alto.

Due tennisti diversi, due profili differenti, che in comune hanno la voglia di lottare e di sacrificarsi e che potrebbero trovare la propria consacrazione in questo 2018. Entrambi a ridosso della top-100 (Travaglia è 134, Berrettini 135), parteciperanno alle qualificazioni dell’Australian Open, cercando l’accesso al tabellone principale, un suggello per un inizio di anno che deve far pensare con fiducia al prosieguo della stagione.

 





 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: profilo Twitter Federtennis

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