Sci di fondo

Tour de Ski 2018. Come ne esce l’Italia? Brillano i podi di Pellegrino e De Fabiani

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Sebbene sul Cermis il contingente italiano sia stato sparuto (Brocard e Bertolina al traguardo), il Tour de Ski 2018 ci restituisce un’Italia del fondo molto più pimpante di come l’avevamo lasciata prima delle feste natalizie.

Da Chicco Pellegrino sono arrivate le conferme che si attendevano, anche se la sconfitta con Ustiugov (assente Klaebo) nella sprint a tecnica libera forse non era stata messa in conto da un Pellegrino il cui obiettivo, però, è arrivare al meglio fra poco più di un mese a Pyeongchang. Il valdostano è piaciuto anche nelle gare distance disputate. La condizione c’è, ora serve il lavoro di rifinitura. L’unico, vero rammarico, è la mancata disputa della sprint a tecnica classica, una sorta di anticipo delle Olimpiadi senza alcuni degli attori principali, uno su tutti Klaebo.

Francesco De Fabiani ha strabiliato nella 15 km mass start di Oberstdorf, nella tecnica che ama meno, lo skating, conquistando un podio inatteso e bellissimo. Una sorta di prova generale di quanto potrebbe accadere nel finale della 50 km a tecnica classica a Pyongchang: chi vorrà vincere dovrà farsi trovare pronto al momento giusto e il valdostano ha dimostrato di avere la capacità di coglierlo, quel momento.

Paradossalmente ancora una volta, come era accaduto a Dobbiaco, De Fabiani è piaciuto di più a tecnica libera che a tecnica classica ma bisogna anche dire che la gara di Val di Fiemme, in particolare, lo ha visto al via soprattutto per non deludere i tifosi italiani e l’impressione è che non si sia dannato più di tanto l’anima per tenere il ritmo di specialisti scatenati come Poltoranin. Anche qui condizione e determinazione non mancano: l’Italia ha ritrovato un campione che ora deve dimostrare di essere pronto per ben figurare nella grande manifestazione.

Giandomenico Salvadori e Dietmar Noeckler sono piaciuti a tratti ma anche loro sono sicuramente in crescita di condizione e tutto lascia pensare che a Pyeongchang saranno al massimo delle potenzialità, sorpresa relativa, invece, per Maicol Rastelli che, con una 15 km di tutto rispetto a tecnica classica, pone la sua candidatura per la staffetta.

In campo femminile merita un grande applauso Elisa Brocard che nelle gare in tecnica libera ha fatto il massimo, qualificandosi nella fase finale della sprint, ben figurando nella pursuit e nella mass start di Obestdorf. Sul Cermis era inutile spremersi per guadagnare una posizione e dunque ha fatto bene a salire del suo passo. Brocard è l’unico vero lampo della squadra azzurra, assieme alla qualificazione di Vuerich nella sprint del primo giorno. Per il resto Scardoni e Stuerz non sono praticamente mai state competitive (per Scardoni un 29mo tempo nella pursuit di Lenzerheide come miglior risultato). Inutile farsi illusioni, verranno tempi migliori.

 





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