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Editoriali
Alto Adige, un rapporto poco vincente con le Olimpiadi Invernali. L’ultimo oro risale al 2006
Gli atleti altoatesini da anni fungono da fondamentale serbatoio di vittorie per l’Italia negli più svariati sport invernali: si tratta della regione numericamente più ricca di talenti, agevolata dalla morfologia del territorio e da una naturale propensione verso queste discipline.
Eppure il rapporto recente tra l’Alto Adige e le Olimpiadi Invernali appare piuttosto controverso, soprattutto in termini di vittorie. L’ultimo campione altoatesino a vincere un oro a cinque cerchi è stato infatti il leggendario Armin Zoeggeler, ormai 12 anni fa a Torino 2016: il più grande fuoriclasse della storia dello slittino si era imposto anche 4 anni prima a Salt Lake City 2002.
Nelle ultime tre edizioni, compresa quella di PyeongChang 2018, è mancato tuttavia l’acuto per salire sul gradino più alto del podio. Nonostante grandi interpreti in diversi sport, l’alloro più prezioso non è arrivato. Pensiamo a sci alpino (Innerhofer, comunque due volte sul podio a Sochi 2014, Paris, Fill, Moelgg, Gross), slittino (Dominik Fischnaller), biathlon (Wierer), snowboard (Roland Fischnaller). Stiamo parlando di atleti eccezionali, che hanno fatto la storia in Coppa del Mondo, senza riuscire tuttavia a conquistare la vetta dell’Olimpo.
Se prendiamo in considerazione il solo sci alpino, si noterà che nessuno degli ori italiani dal 1994 ad oggi è arrivato per merito di un nativo di Bolzano e dintorni. Per trovare l’ultimo titolo di un altoatesino bisogna tornare indietro ad Albertville 1992, quando la meteora Josef Polig, mai sul podio nella sua vita in Coppa del Mondo, sorprese tutti in combinata. Prima ancora era riuscito a vincere il solo Gustav Thoeni, leggenda dello sport italiano.
Dal 1972 ad oggi (non si sono ancora disputate le due mass start di speed skating), l’Alto Adige ha inciso per il 32% sul totale delle medaglie vinte dall’Italia alle Olimpiadi Invernali, percentuale che scende a 20,5% se non consideriamo lo slittino, mentre gli ori altoatesini sono stati complessivamente il 33,3%, ma solo l’11,11% non contando lo slittino. Cifre comunque molto importanti, dovute per gran parte allo sport da budello che a PyeongChang 2018 ha mancato quel podio che era arrivato ininterrottamente dal 1992.
Dal 2002 al 2018, inoltre, solo il 15% degli ori italiani arrivano dall’Alto Adige, valore che scende a 0% senza il solito slittino. L’incidenza complessiva sul totale dei podi scende poi al 29% da Salt Lake City in avanti.
Il valore messo in mostra dai campioni altoatesini non è in discussione, così come il loro apporto cruciale per l’Italia degli sport invernali. I numeri, tuttavia, testimoniano qualche difficoltà nell’approcciare l’evento olimpico, soprattutto in termini di vittorie.
federico.militello@oasport.it
Foto: Fisi/Pentaphoto