Biathlon

Biahtlon, Olimpiadi PyeongChang 2018: l’Italia sarà una mina vagante nella staffetta maschile. E con vento e neve…

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Ultima gara del biathlon alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. La staffetta maschile chiuderà due settimane di gare lunghissime, all’insegna dello spettacolo, dell’imprevedibilità e delle emozioni che solo questo sport sa dare. L’Italia ha fin qui portato a casa due medaglie, entrambe di bronzo, nella sprint maschile con Dominik Windisch e nella staffetta mista. Un bottino già positivo, che domani gli azzurri proveranno a rimpinguare.

Già, perché l’Italia non parte certo tra le favorite al podio ma fa parte di quel gruppetto di squadre che possono dire la loro, a patto che si verifichino determinate condizioni. Francia e Norvegia sono inarrivabili per chiunque: possono contare su quartetti di altissimo livello e soprattutto su due marziani del calibro di Martin Fourcade, “Monsieur le Biathlon”, e Johannes Boe, che hanno già saputo fare la differenza nella staffetta mista. Due gradini del podio sembrano quindi già occupati; alle loro spalle la più accreditata è la Germania, anche per quanto visto a PyeongChang (tre atleti in top ten in sprint, inseguimento e mass start).

Nella seconda fila di un’ipotetica griglia di partenza ecco spuntare l’Italia. Una fila molto affollata, perché comprende anche Svezia, Repubblica Ceca e Austria. Gli azzurri, però, hanno le carte in regola per fare bene, a patto che tutti diano il proprio contributo, condizione imprescindibile in ogni gara a squadra e ancor di più per l’Italia in questa in particolare. Il compito di guidare il quartetto sarà affidato a Lukas Hofer e Dominik Windisch, due oramai “esperti”, in grado di poter sorprendere in ogni gara (vedi la sprint) e che soprattutto sanno gestire una corsa particolare come la staffetta. Salvo stravolgimenti saranno loro ad aprire, forti di un ottimo passo sugli sci e di una maggiore abitudine alla gara in gruppo (specie la prima frazione). Nella seconda metà, invece, quando la situazione sarà già più definitiva, entreranno in campo Thomas Bormolini e Giuseppe Montello, ai quali toccherà gestire sugli sci, evitando forzature, in modo da arrivare più lucidi al poligono e in questo modo cercare di limitare gli errori. Lo staff tecnico ha quindi puntato sulla continuità e sull’affiatamento di un gruppo che ha raggiunto il quinto posto ai Mondiali dello scorso anno, tenendo fuori Thierry Chenal.

L’Italia può essere una mina vagante. Non solo per la composizione e le caratteristiche del quartetto, ma anche per le condizioni meteo che potrebbero esserci domani. La staffetta femminile si è svolta in una tempesta di neve e vento e per gli uomini lo scenario potrebbe essere lo stesso, con le previsioni che non promettono nulla di buono. Condizioni proibitive, come a Oberhof, dove a inizio gennaio l’Italia ha centrato un meraviglioso secondo posto in Coppa del Mondo, giocandosi la vittoria fino all’ultima frazione (in testa all’ultimo cambio). In quel quartetto c’era Chenal e soprattutto Bormolini al lancio, ma chissà che domani non possa ripetersi la stessa magia.

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: FISI

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