Biathlon
Biathlon, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: Dominik Windisch e Lukas Hofer, le mine vaganti. Serve la giornata della vita al poligono per sognare
Lukas Hofer e Dominik Windisch, negli ultimi anni, hanno dimostrato in più occasioni di poter lottare per il podio anche nello scenario ultra competitivo del biathlon maschile, nel quale più di trenta atleti, potenzialmente, possono finire sul podio in ogni gara. I due azzurri si presenteranno alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 senza i favori del pronostico ma con la consapevolezza di non partire battuti nella corsa alle medaglie.
Lukas Hofer viene dalla stagione migliore della carriera. Con costanza tra i migliori 10 al traguardo, stabilmente al top per quanto riguarda il passo nello sci di fondo. Caratteristiche che, sulla carta, lo potrebbero portare a sbancare il banco in occasione delle gare a Cinque Cerchi. Discorso simile, riguardo le caratteristiche, per Dominik Windisch, anche se rispetto ad Hofer ha faticato in questa stagione, specialmente nel trovare costanza al poligono. Al contrario, Lukas sta sparando meglio di quanto fatto nelle ultime stagioni, abbinando anche un passo sugli sci superiore che lo ha riportato nelle posizioni di vertice. Per entrambi, la condizione fondamentale per ottenere un risultato di prestigio sarà quello di evitare errori al tiro, o comunque chiudere la gara con alte percentuali per evitare di essere risucchiati in classifica. Sia per Hofer che per Windisch, l’obiettivo può essere la medaglia, ma senza disperarsi nel caso in cui non dovessero riuscire a salire sul podio: pur avendone le potenzialità, in stagione non sono ancora entrati tra i migliori 3, anche considerando che Johannes Boe e Martin Fourcade hanno concesso davvero poco agli avversari, finendo quasi sempre a podio nelle gare che si sono disputate fino a questo momento.
I due azzurri partiranno nelle gare individuali come outsider, nel lotto degli atleti che possono finire sul podio. Windisch, per caratteristiche, potrebbe avere le possibilità maggiori nella sprint, mentre Hofer ha dimostrato di saper far bene anche nelle gare su quattro poligoni e sull’uomo. Per Dominik, nonostante un ultimo giro potenzialmente inferiore a pochi avversari, le quattro sessioni di tiro dell’inseguimento e della mass start potrebbero portarlo a qualche errore di troppo, anche se l’unica gara vinta in carriera in Coppa del Mondo è arrivata proprio nella partenza in linea di Canmore, nel 2016.
Condizione diversa, invece, nelle staffette e in particolare nella mista, gara in cui l’Italia è bronzo uscente dalle Olimpiadi di Sochi 2014 con entrambi schierati titolari. Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer, che salvo sorprese dovrebbero essere schierate in prima e seconda frazione, hanno tutte le carte in regola per passare il testimone nelle primissime posizioni, in testa o con un ritardo minimo rispetto alle prime. Da lì, potrebbe essere compito di Windisch e Hofer quello di amministrare le quattro sessioni rimanenti al tiro. La sensazione è che con una gara pulita dei due uomini al poligono l’Italia possa confermare lo straordinario risultato di quattro anni fa. Non a caso, nell’unico precedente stagionale gli azzurri hanno chiuso al secondo posto (vicinissimi al successo) nonostante Hofer sia incorso in un giro di penalità al settimo poligono.
Il potenziale c’è, a PyeongChang va sfruttato con la forza e la leggerezza di chi non ha nulla da perdere e tanto da guadagnare, a partire dalla sprint di domenica che aprirà il programma maschile del biathlon ai Giochi Olimpici Invernali.
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gianluca.santo@oasport.it