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Biathlon, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: la giovane Svezia alla conquista del mondo

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Quando ormai abbiamo superato la boa di metà gare alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 per quanto riguarda il biathlon, la Svezia è seconda nel medagliere dedicato alla disciplina con una medaglia d’oro e una medaglia d’argento all’attivo, conquistate da due ragazzi giovanissimi come Hanna Oeberg e Sebastian Samuelsson, le punte di diamante di un movimento che sta crescendo e che già nelle ultime tappe di Coppa del Mondo cui aveva preso parte era riuscito a togliersi soddisfazioni importanti.

Samuelsson, argento nell’inseguimento che oggi ha chiuso quarto, a lungo in lotta per le medaglie, è ancora Juniores e compirà 21 anni solamente a fine marzo. Nonostante questo, nella prima vera grande occasione della vita sta tirando fuori prestazioni superlative e ha già conquistato una medaglia, con l’opportunità concreta di incrementare il bottino nella mass start o, perché no, nelle staffette. Basti pensare che ad Oberhof la formazione scandinava è salita sul gradino più alto del podio con il quartetto maschile, che pur senza i grandi favori del pronostico partirà come potenziale outsider nella lotta alle medaglie. Nello stesso giorno, in quel di Oberhof, anche le donne avevano conquistato il podio, terze. In questo caso, una squadra ancora più giovane, che oggi è stata portata sul gradino più alto del podio dalla Oeberg. Dopo sostanzialmente un mese di assenza in Coppa del Mondo, a PyeongChang la svedese deve ancora uscire dalle prime 10 posizioni dopo tre gare, con il settimo posto della sprint, il quinto dell’inseguimento e l’oro inaspettato di oggi nella 15 chilometri.

Pensando solo alla gara odierna, nella prova femminile la Svezia ha piazzato tre atlete tra le migliori 14, con la quarta 37esima attardata da due errori. Colpisce, in particolare, l’abilità al poligono di queste giovani atlete, tutte sostanzialmente tra i 22 e i 23 anni: le loro percentuali sono tutte sopra l’85% e spesso si avvicinano al 90. Numeri di eccellenza, una base solida per poi mettersi nelle condizioni di entrare anche nella lotta per le prime posizioni, come sta succedendo con grande costanza in questi giorni. Meno precisi gli uomini ma ugualmente pericolosi, pur in un contesto molto competitivo: oltre Samuelsson quarto, oggi si è giocato la vittoria fino all’ultimo poligono anche Jesper Nelin prima di sprofondare a causa di tre errori, che però rispecchiano le prestazioni al poligono di questa stagione, mentre l’ormai esperto Lindstroem ha chiuso la prova ottavo con un errore all’ultimo poligono.

Una favola? No. Il frutto di un lavoro iniziato anni fa, quando la squadra svedese era ormai ridotta ai minimi termini, che ora sta iniziando a dare i suoi frutti. Nel prossimo decennio questi atleti potrebbero recitare una parte importante nella storia del biathlon moderno, dato il talento e l’attitudine che stanno mettendo in gioco in questa rassegna olimpica.





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gianluca.santo@oasport.it

Foto: By Andreaze (Own work) [CC BY-SA 4.0], via Wikimedia Commons

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