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Biathlon, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: una medaglia di conferme e certezze

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L’Italia fa otto, grazie alla staffetta mista di biathlon: alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 Lisa Vittozzi, Dorothea Wierer, Lukas Hofer e Dominik Windisch hanno confermato la medaglia di bronzo di Sochi 2014 con una volata da togliere il respiro e il sorpasso di Windisch su Arnd Peiffer, con tanto di ricorso della squadra tedesca respinto dalla giuria. Partita con l’obiettivo di lottare per il podio, l’Italia si è sempre mantenuta nelle prime posizioni, fino all’apoteosi finale di un quartetto che ha dimostrato di valere i migliori del mondo.

È la medaglia di Lisa Vittozzi, l’unica dei quattro a non essere mai salita sul podio olimpico, fino ad oggi. Arriva a coronamento di una rassegna a Cinque Cerchi in cui ha chiuso al sesto posto la sprint e al quarto la mass start. Una frazione perfetta al lancio, con due poligoni rapidi e precisi, senza incertezze e con tanta consapevolezza nonostante sia ancora molto giovane. Il balzo in avanti rispetto alle scorse stagioni è stato evidente, ma da qui potrebbe ancora migliorare. Per lei queste Olimpiadi rappresentano un punto di partenza verso il quadriennio che la porterà a quelli che, sulla carta, potrebbero essere i Giochi della sua maturità a Pechino 2022, quando avrà 27 anni.

È la medaglia di Dorothea Wierer, sofferta come non mai. Era l’atleta più attesa dell’intera spedizione del biathlon, ma per un motivo o per l’altro non è riuscita a conquistare la medaglia individuale che probabilmente avrebbe dato un’altra dimensione alla sua già straordinaria carriera, tra le migliori di sempre per il biathlon azzurro. Si è presa la sua rivincita, dando il cambio alle spalle solamente della Germania e con un buon margine sulla Francia e soprattutto sulla Norvegia, tra le grandi favorite della vigilia. Le sue Olimpiadi non sono finite: la staffetta femminile per lasciare l’ultimo graffio.

È la medaglia di Lukas Hofer, in questa stagione finalmente tornato ai livelli cui era atteso da tempo. Rapido sugli sci, generalmente piuttosto preciso al poligono: un outsider in ogni gara, un potenziale vincitore proprio per le sue doti sugli sci stretti. Dopo alcuni anni difficili, Luki ha dimostrato di poter valere e di essere un big del circuito, nonostante in stagione non abbia ancora conquistato podi individuali. Sono mancati anche alle Olimpiadi, ma il suo ruolo in staffetta è stato fondamentale per dare a Windisch l’opportunità di giocarsi la medaglia. Come Wierer, è alla seconda medaglia olimpica della carriera.

È la medaglia di Dominik Windisch, mister Olimpiade. Assieme ad Arianna Fontana, al momento, è l’unico azzurro ad aver ottenuto più di un podio a PyeongChang. Certo, la valtellinese ha portato a casa anche un oro, ma Dominik sarà certamente soddisfatto con due bronzi. Di lui abbiamo già parlato: è l’esempio perfetto del tutto è possibile, del duro lavoro che paga, della capacità di sovvertire una carriera che non sembrava avviata verso risultati di questo tipo. La medaglia porta la sua firma, con una volata rischiosa ma vincente contro Arnd Peiffer per arrivare al terzo podio a Cinque Cerchi della carriera. Sono in pochi gli italiani che si sono concessi questo lusso negli ultimi anni. Lui, senza dubbio, ha lasciato il segno nella storia del biathlon e degli sport invernali in Italia.





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Foto: FISI-Pentaphoto

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