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Biathlon, Olimpiadi PyeongChang 2018: due occasioni perse per Lisa Vittozzi. Serve una svolta a Dorothea Wierer

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Due gare all’asciutto per l’Italia femminile di biathlon alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. Se la sprint aveva lasciato tanto amaro in bocca pur non essendo comunque la gara preferita dalle azzurre, nell’inseguimento di oggi le aspettative erano ben diverse sebbene la situazione alla partenza era diversa per le protagoniste.

I RIMPIANTI DI LISALisa Vittozzi partiva da un’ottima posizione oggi, la sesta, con un distacco di 40″. Le premesse per ambire al podio c’erano tutte ma alla fine l’azzurra è mancata proprio là dove ci si aspettava che desse il meglio, al poligono. L’inseguimento è infatti cominciato così come era finita la sprint, con un errore sull’ultimo bersaglio. Fatale, alla fine, perché Lisa è stata una delle poche a sbagliare al primo poligono, condizionando inevitabilmente il resto della gara, complicata poi da altri due errori nella seconda serie, quando ci si è messa anche la sfortuna, con il vento alzatosi proprio in quel momento. Eppure Vittozzi era riuscita comunque a rimettere a posto le cose, con lo zero in piedi. All’ultimo poligono lo spiraglio si era riaperto: Lisa è stata brava a gestire la situazione, prendendosi il suo tempo per sparare mentre fioccavano gli errori delle altre. Troppo (complice la fatica come ha ammesso lei), però, perché la pausa sull’ultimo bersaglio è stata prolungata oltremodo (52″ il range del quarto poligono), con conseguente e per certi versi inevitabile errore. Peccato, è mancato il guizzo definitivo, ma i segnali sono positivi, soprattutto sugli sci: l’imperativo è voltare pagina perché le occasioni perse sono già due in questa Olimpiadi, ma ci sono altre gare e Lisa può dire la sua.

LA SVOLTA DI WIERER – Stesso compito di Dorothea. L’inseguimento doveva essere la sua gara, quella in cui sa esprimersi meglio. L’azzurra partiva con una forte motivazione e con l’intento di giocarsi le sue carte ma alla fine il distacco di partenza accumulato nella sprint di sabato (1’14”) ha fatto la differenza, condizionandola psicologicamente. La chiave era il primo poligono dove invece sono arrivati due errori che hanno compromesso definitivamente una gara nata male già da sabato. Dorothea è infatti naufragata, con altri tre errori nelle altre due serie, prima di piazzare la zampata al quarto poligono, con lo zero che l’ha portata fino al 15° posto finale. Una giornata no, che si somma a quella di sabato. Il finale di oggi fa ben sperare ma da Dorothea ci si aspettava di più. E il freddo non può essere un alibi (“al primo poligono non sentivo già più le dita, non capisco nemmeno io perché ho patito così tanto il freddo“), come lei stessa ha ammesso, perché le condizioni sono sì difficili, con il vento che complica le cose, ma uguali per tutte. Bisogna abituarcisi al più presto, perché mercoledì si ritorna già in pista per l’individuale, la gara che quest’anno le ha dato la vittoria a Ruhpolding. Ripartiranno tutte da zero, dovrà farlo anche Wierer.

LE ALTRENicole Gontier era quella che aveva meno aspettative delle altre oggi, in un format che al contrario delle compagne le risulta indigesto. Ha chiuso al 48°, con il solito tallone d’Achille del poligono: 7 errori, 3 dei quali arrivati già alla prima serie. Nicole ha comunque fatto la sua gara, confermando quanto visto in Coppa del Mondo, ovvero un buon passo sugli sci (18° tempo, in linea con Dahlmeier). Serve solo aggiustare la mira per togliersi qualche soddisfazione in più. Gontier è comunque confermata per l’individuale, gara dalla quale è rimasta esclusa Federica Sanfilippo, non al meglio dopo la sprint. Al suo posto Alexia Runggaldier.

 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Nicolò Persico

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