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Biathlon, Thierry Chenal: “Dal podio di Oberhof ai Giochi Olimpici, per me è stato un mese fantastico”

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Alla vigilia della sprint dei Giochi Olimpici Invernali, abbiamo il piacere di intervistare Thierry Chenal. Il valdostano classe 1992 dell’Esercito è il volto nuovo della squadra di Coppa del Mondo di biathlon e con i risultati ottenuti in stagione, soprattutto per le prestazioni realizzate nella staffetta maschile, ha ottenuto il pass per poter partecipare per la prima volta alla rassegna olimpica. Gli ultimi anni non sono stati facili, ma da dicembre, con l’esordio in Coppa del Mondo, ha ritrovato grande fiducia ed entusiasmo. Vi riportiamo le sue impressioni rilasciate a OA Sport:

Tu e Nicole Gontier rappresenterete il biathlon valdostano in Corea, un movimento che crescendo molto anche a livello di numeri e di giovani. Avete svolto insieme la preparazione nella squadra B e passo dopo passo, con i risultati ottenuti in Ibu Cup e in Coppa del Mondo, siete riusciti a conquistare il pass Olimpico.

“Il mio obiettivo personale di questa stagione era quello di poter esordire in Coppa del Mondo, ed è arrivata la convocazione a dicembre in modo quasi inaspettato, perchè in Ibu Cup non avevo ottenuto dei risultati di livello. A Hochfilzen è andato tutto per il meglio, non mi sono posto obiettivi per cui non ero troppo nervoso o agitato. Ho avuto la possibilità di gareggiare anche a gennaio in Coppa del Mondo ed è arrivata anche la convocazione ai Giochi, per me è stato davvero un mese fantastico”.

Quanto è stato importante per te la figura di René-Laurent Vuillermoz, tuo responsabile nel gruppo sportivo dell’Esercito, soprattutto nelle stagioni più difficili e complicate, dove non riuscivi ad esprimerti al meglio, gareggiando in Ibu Cup e Coppa Italia?

“E’ veramente un buon amico, mi ha dato davvero tantissimi consigli. E’ stato il mio allenatore per 3 stagioni quando le cose non andavano come avrei voluto, il suo ruolo è stato fondamentale per la mia crescita. Ringrazio anche al corpo sportivo dell’Esercito, che mi ha incitato e sostenuto anche nei momenti più bui, dove non avevo moltissima voglia di continuare con il biathlon”.

Come te altri ragazzi del Gruppo Sportivo dell’Esercito sognano di poter esordire in Coppa del Mondo e stanno gareggiando nei circuiti di Coppa Italia (ad esempio Baretto, Guidetti e Romanin). Che consiglio ti senti di dare a loro, che sono stati tuoi compagni di allenamento in questi ultimi anni?

“Bisogna tener duro, perchè io ho avuto dei problemi fisici negli anni dove non riuscivo ad esprimermi al meglio, ho conosciuto dei professionisti come fisioterapisti e psicologi che mi hanno dato una grossa mano. So benissimo come lavorano, ossia con il massimo impegno, se si continua su questa linea possono ritagliarsi anche loro delle belle soddisfazioni”.

Sei stato inoltre impegnato nelle tre staffette stagionali come ultimo frazionista, in particolare a Oberhof è arrivato il podio inaspettato in mezzo ad una coltre di nebbia in condizioni estreme: che emozione è stata?

“A Hochfilzen, all’esordio nella staffetta, è stato davvero emozionante, dal momento che siamo riusciti a conquistare un’ottima quinta posizione. Ma a Oberhof i miei compagni hanno fatto un lavoro eccezionale, mi sono trovato in testa con un grande vantaggio sulle altre nazioni, ho cercato di mantenere il comando della gara con nervi saldi, sull’ultima serie ho sentito un po’ di pressione, ma l’emozione è stata indescrivibile. Siamo stati un po’ fortunati, ma chi avrebbe detto a inizio stagione che avrei potuto ottenere un podio in Coppa del Mondo. Persino a Ruhpolding, in uno scenario completamente diverso, i miei compagni mi hanno dato la possibilità di giocarmi il podio fino all’ultima serie e di essere lì con i grandi, anche se ovviamente non sono al loro livello. Anche da queste esperienze ho comunque imparato tanto e come squadra abbiamo dimostrato di poter lottare con le nazioni più forti”.

Su quali aspetti ti sei concentrato nel raduno preolimpico e quali sono i tuoi obiettivi della trasferta in Corea per i tuoi primi Giochi?

“A Lenzerheide non ho potuto allenarmi al meglio perchè mi ha colpito la febbre e ho raggiunto il raduno solo nella giornata di martedì. Mi sono concentrato soprattutto sul poligono, non voglio pormi degli obiettivi per l’appuntamento olimpico, cercherò di andare il più forte possibile limitando gli errori al tiro. Darò il 100% e vedremo quello che verrà…”.

Qual è il format che preferisci e su cui ti esprimi meglio?

“Al tiro sui due poligoni sono un po’ più competitivo, ma nell’individuale posso secondo me posso ottenere i migliori risultati, anche se a Ruhpolding nell’unica 20 km a cui ho preso parte in Coppa del Mondo non ero al massimo della condizione sugli sci. Non so ancora che tipo di format possa adattarsi alle mie caratteristiche, spero di scoprirlo gara dopo gara…”.

 

nicolo.persico@oasport.it

Foto: FISI (Serge Schwan)

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