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Calcio a 5, Europei 2018: Italia, il ciclo è finito. Serve voltare pagina dopo tre fallimenti di fila

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Parola d’ordine: ricostruzione. L’Italia deve ripartire da zero dopo la fallimentare esperienza agli Europei 2018 di calcio a 5. L’eliminazione nella fase a gironi rappresenta il punto più basso della storia di una Nazionale che appena 4 anni fa ad Anversa alzava al cielo il trofeo continentale, mettendo in fila le squadre che nei giorni scorsi si sono contese la vittoria in una fase finale davvero sensazionale in termini di spettacolo ed emozioni. La generazione dei fenomeni ormai non basta più a coprire i limiti di un gruppo che sembra appagato e che fa fatica a gestire la tensione nei match da dentro o fuori. La disfatta a Lubiana contro i padroni di casa della Slovenia, tutt’altro che irresistibili sul piano tecnico e tattico, rappresenta la cartina di tornasole dell’attuale condizione di un’Italia a cui è bastato fronteggiare Osredkar per andare in crisi e mettere in mostra tutte le sue lacune.

I veterani ormai sono l’ombra dei calciatori che hanno segnato un’epoca e non sono riusciti ad amalgamare il gruppo con le nuove generazioni, non ancora in grado di affermarsi sul palcoscenico internazionale. E il proliferare degli stranieri nel campionato italiano non agevola la crescita delle nuove leve, che rappresentano la speranza futura di una Nazionale che ora più che mai ha bisogno di azzerare tutto e ripartire con nuove prospettive. Dopo l’uscita di scena ai quarti contro il Kazakistan a Belgrado 2016 e la clamorosa eliminazione agli ottavi ad opera del modesto Egitto ai Mondiali 2018 in Colombia, stavolta l’Italia è riuscita persino a fare peggio, realizzando appena due reti in totale e chiudendo gli Europei senza neppure una vittoria.

Il pareggio con la Serbia, in realtà, era stato accompagnato da una prestazione tutto sommato discreta, ma è contro la Slovenia che l’Italia ha messo in mostra tutti i segnali negativi che hanno caratterizzato l’ultimo terribile biennio. Mammarella ha tenuto a galla gli azzurri con le sue parate finché ha potuto, mentre Merlim non è riuscito a fare la differenza, al pari di Calderolli, Murilo, Ercolessi, Fortino e De Oliveira, quest’ultimo indicato come il pivot del futuro ma apparso in grande difficoltà nel torneo continentale. Anche il ct Menichelli, che non ha voluto in alcun modo sentir parlare di fallimento, sembra aver perso la grinta che lo contraddistingueva negli anni scorsi e ha dato poca fiducia all’enfant prodige Fortini e ad altri giovani che probabilmente avrebbero portato una ventata di freschezza al gruppo. Ma non è da escludere che Menichelli abbia deciso di fidarsi dei veterani perché le nuove generazioni non sarebbero ancora all’altezza dei fenomeni del 2014, un segnale poco rassicurante in prospettiva futura, ma anche un monito da cui ripartire. Dando fiducia ai più giovani e approntando un piano di crescita per l’intero movimento, la mazzata di Lubiana potrebbe anche rivelarsi salutare per ripartire verso un futuro florido.





mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Euro Futsal 2018

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