Pattinaggio Artistico
Carolina Kostner, grazie di tutto. Campionessa leggendaria, Regina del Ghiaccio da amare. Hai scaldato l’Italia
Semplicemente grazie di tutto. Grazie per averci emozionato, grazie per averci fatto battere il cuore, grazie per averci regalato gioie a cui non eravamo abituati, grazie per aver illuminato la scena per oltre un decennio, grazie per la tua smisurata eleganza, grazie per la tua artisticità, grazie per le tue struggenti e passionarie interpretazioni, grazie per la tua capacità di stare in scena, grazie per aver dato l’anima in ogni singolo istante della tua monumentale carriera, grazie per aver riscritto la storia del pattinaggio artistico italiano e averci permesso di esplorare terreni sconosciuti.
Grazie per averci fatto volare sulle tue ali, per averci guidato verso nuovi confini, grazie per averci fatto stropicciare gli occhi, grazie per le notti di passione, grazie per il tuo atto di devozione nei confronti del ghiaccio. Ma grazie anche per essere ritornata dalla squalifica, per aver stretto i denti, per essere risorta come un’araba fenice, per aver incantato folle di appassionati e platee di innamorati dell’arte più magica. Le tue lame hanno disegnato delle autentiche opere d’arte che verranno ricordate per l’eternità, autentiche primizie che hanno contributo all’epica di questo magnifico sport, cioccolatini da gustare e rigustare anche negli anni a venire. Nessuna come te, adesso e probabilmente per moltissimi anni ancora. Unica e inimitabile. Una vera Regina del Ghiaccio. Una Musa che ha fatto sognare generazioni intere e che ha riscaldato il ghiaccio.
Carolina Kostner meriterebbe un monumento per la sua carriera, una vera pioniera del pattinaggio artistico alle nostre latitudini, la più vincente di tutti i tempi con un palmares da far rabbrividire. Un amore smodato per lo sport e il suo elevato agonismo le hanno permesso di superare ogni ostacolo, arrivando a disputare la quarta Olimpiade della carriera: da Torino 2006 a PyeongChang 2018, da giovane portabandiera nell’indimenticabile edizione casalinga a donna di riferimento in Corea del Sud. In mezzo l’edizione di Vancouver e soprattutto il bronzo conquistato a Sochi 2014, il giusto coronamento per la più grande. Dall’innocenza ammirata nel capoluogo piemontese alla maturità vista in Corea del Sud, un vero e proprio percorso di vita durato dodici anni e che è andato oltre ogni logica fisica: una Campionessa di longevità davvero unica nel suo genere che anche oggi ha tentato l’impossibile per diventare sempre più leggenda.
La rincorsa al podio non le è riuscita, la 31enne si è fermata al quinto posto e ha dovuto dire addio ai sogni di gloria: la rincorsa su un’indemoniata Kaetlyn Osmond si è rivelata davvero impossibile. Ha assistito da vicino alla memorabile battaglia per l’oro tra Alina Zagitova ed Evegenia Medvedeva: ha vinto la 15enne, ha la metà degli anni della nostra Carolina. Quando l’altoatesina sfilava col tricolore all’Olimpico di Torino, la russa andava all’asilo. Carolina oggi ha dato tutto in quello che molto plausibilmente era il suo ultimo atto a cinque cerchi: un vero atto d’amore, nei confronti di se stessa, del pubblico, di questo sport. Il futuro è incognito (andando oltre gli imminenti Mondiali di Milano, naturalmente) ma il presente e il passato parlano di una Campionessa eccezionale, totalmente da omaggiare. Grazie per l’eternità.
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