Combinata nordica

Combinata nordica, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: le speranze di medaglia dell’Italia. Alessandro Pittin l’asso pigliatutto. O la va o la spacca

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Tutto ruota intorno a Pittin. Le speranze di medaglia della pattuglia italiana della combinata nordica alle Olimpiadi Invernali 2018 di PyeongChang dipenderanno quasi totalmente dal talento del fuoriclasse carnico, che, alla sua quarta partecipazione olimpica, proverà a far saltare il banco e a regalare un’altra storica gioia ai colori azzurri. Pittin ha ritrovato lo smalto dei giorni migliori in questa stagione dopo due anni di appannamento e ha confermato una sua peculiarità: quando il gioco si fa duro, lui c’è ed è più competitivo che mai. Il secondo posto in Coppa del Mondo a Ramsau nella Gundersen con salto dal trampolino normale e, ancor di più, il quinto posto a Lillehammer a dispetto del trampolino lungo, a lui meno congeniale, rappresentano i due fotogrammi più intensi di un’annata finora eccellente per il carnico, la cui ambizione in ogni caso è ormai chiara. Pittin punta senza mezzi termini a ripetere l’impresa di Vancouver 2010, quando conquistò un fantastico bronzo, prima medaglia della storia per l’Italia nella combinata nordica. Un’impresa, tra l’altro, sfiorata nuovamente a Sochi 2014, quando il fenomeno italiano si piazzò al quarto posto, ad un soffio dal podio.

Le speranze di Pittin dipendono da un fattore preponderante: il trampolino. L’impressionante progressione dell’azzurro nel fondo, specialità in cui è di gran lunga il migliore tra i combinatisti di punta del circuito, potrà condurlo ai vertici soltanto se  riuscirà a limitare i danni nel salto, dove in genere i suoi riscontri sono estremamente altalenanti. La lotteria del trampolino dovrà rivelarsi propizia per l’azzurro proprio nei due giorni più importanti dell’intero quadriennio, mercoledì 14 e martedì 20 febbraio, quando andranno in scena le due Gundersen, nelle quali Pittin non nasconde ambizioni di medaglia. Contenere il gap dai primi entro il minuto e mezzo potrebbe davvero rappresentare una manna dal cielo per l’azzurro, che a Seefeld ha messo in evidenza la sua forma esplosiva nel fondo, pur non risultando altrettanto performante nel salto. E intanto l’Italia spera di potersi godere un’altra rimonta epica che proietterebbe Pittin dalla leggenda al mito.

La spedizione azzurra si compone di altri tre atleti che proveranno a ben figurare a PyeongChang. Lukas Runggaldier non è l’ultimo arrivato e a Sochi 2014 conquistò un eccellente settimo posto, salvo perdersi negli ultimi anni e finire ai margini nelle gare che contano. Difficile attendersi una rinascita improvvisa da un atleta che, in ogni caso, rappresenta uno dei migliori talenti della storia della disciplina in Italia. Raffaele Buzzi, dal canto suo, confida a PyeongChang di entrare nella top 15 e conquistare il miglior risultato della sua carriera, confermando i recenti progressi che gli hanno consentito a Ruka di fare capolino tra i migliori 30 per la seconda volta in carriera in Coppa del Mondo. Un lungo infortunio ha frenato l’ascesa di Buzzi, ma in Corea del Sud il giovane azzurro punta a consacrarsi e a mostrare al mondo il suo talento nella gara più importante. Aaron Kostner, infine, andrà a PyeongChang per fare esperienza e per testarsi tra i big dopo i Mondiali Juniores e le prime apparizioni in Coppa del Mondo. Il presente non lo vede ancora tra i protagonisti assoluti, ma il futuro è tutto dalla parte del 18enne nativo di Vipiteno.

E la staffetta? Difficile attendersi un grande risultato dal quartetto azzurro. I limiti collettivi dal trampolino quasi certamente costringeranno l’Italia a partire nelle retrovie prima della 4×5 km di fondo e un piazzamento a ridosso della quinta posizione sarebbe quasi un miracolo per un gruppo orfano di Samuel Costa e aggrappato a Pittin per scrivere altre epiche pagine di storia.





mauro.deriso@oasport.it

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Foto: Twitter Red Bull Italy

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