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Curling
Curling, Olimpiadi PyeongChang 2018: l’incredibile storia degli Stati Uniti. Era considerata la squadra degli “scarti”, ora torna in patria con uno storico oro
Team Reject, ovvero la squadra degli “scarti”, così erano soprannominati gli statunitensi John Shuster, Tyler George, Matthew Hamilton, John Landsteiner e Joseph Polo, che quest’oggi sono saliti sul gradino più alto del podio per ricevere la medaglia d’oro nel curling alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang. Poco tempo fa molti li deridevano, ora sono osannati da un’intera nazione: è questa l’incredibile storia del team USA, che vale la pena approfondire.
Partiamo da quel soprannome, che nasce quattro anni fa. Infatti gli Stati Uniti chiudono le Olimpiadi di Sochi 2014 al penultimo posto, a causa delle pessime giocate dello skip John Shuster. A questo punto la federazione statunitense invia una mail a Shuster comunicandogli che di fatto è escluso dalla squadra titolare. Shuster però non ci sta, si allena duramente, torna in forma e mette in piedi una squadra con giocatori tutti non professionisti, come lui. Nei circoli del curling iniziano a chiamarli Team Reject, per indicare appunto una squadra con atleti scartati dalla federazione. Questo soprannome si è rivelato in verità una spinta ulteriore per questi atleti che hanno dimostrato sul ghiaccio il loro talento, iniziando a scalare il ranking nazionale e arrivando così ai trials, in cui hanno conquistato il pass olimpico.
Per questo motivo, alla vigilia delle Olimpiadi, negli Stati Uniti c’erano davvero poche speranze di vedere questa squadra salire sul podio e il pessimo inizio sembrava confermare questa ipotesi. Infatti Shuster e compagni avevano perso quattro delle prime sei partite, tra cui anche quella con l’Italia. A questo punto gli statunitensi erano con le spalle al muro, l’unica possibilità per andare in semifinale era quella di battere in successione tre delle squadre più forti del torneo: Canada, Svizzera e Gran Bretagna. Qui la squadra a stelle e strisce ha tirato fuori tutta la grinta, la rabbia e la qualità che aveva dentro, riuscendo a conquistare tre straordinarie vittorie e a raggiungere la semifinale, dove ha di nuovo superato i maestri canadesi.
Giungiamo quindi alla finale di oggi con la Svezia e come l’epilogo di un film, anche questo ha avuto un incredibile colpo di scena conclusivo. Infatti la giocata della vittoria è arrivata proprio da Shuster, ovvero quel giocatore per cui i critici avevano addirittura coniato un termine apposito per indicare il fallimento del curling ovvero Shustered. Sul ghiaccio coreano, il 35enne del Minnesota ha invece dimostrato al mondo il suo talento, con un tiro da cineteca che ha permesso di conquistare i cinque punti decisivi per la vittoria e regalare agli Stati Uniti la prima storica medaglia d’oro nel curling.
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alessandro.farina@oasport.it
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Foto: WCF / Richard Gray