Editoriali

Italia, le Olimpiadi non sono la Coppa del Mondo…

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Forte di 79 podi stagionali tra Coppa del Mondo e Grand Prix nelle varie discipline, l’Italia si è presentata alle Olimpiadi di PyeongChang 2018 con ottimismo ed entusiasmi forse eccessivi. La prima giornata dei Giochi ci ha fatto bruscamente tornare sulla terra.

Certo, non era da questo sabato 10 febbraio che dipendeva il medagliere azzurro. L’unica chance era riposta nella sprint femminile di biathlon, dove serviva la gara perfetta a Lisa Vittozzi e Dorothea Wierer per salire sul podio, risultato che in effetti si sarebbe materializzato in caso di 100% al poligono. Pur con condizioni di vento particolarmente complesse, le nostre portacolori si sono perse sul più bello, in particolare la Wierer, zavorrata da due errori pesantissimi anche in ottica inseguimento. Quando in gioco ci sono delle medaglie, la carabina sembra pesare di più, così come il bersaglio pare assottigliarsi. Stesso sport, sensazioni e soprattutto importanza diverse rispetto alla Coppa del Mondo.

Le prime due manche del singolo di slittino, inoltre, hanno certificato l’involuzione tecnica di Dominik Fischnaller. Un atleta di ormai 25 anni che, ad oggi, solo sporadicamente ha saputo graffiare in una carriera che sinora ha proposto molti più bassi che alti. E dire che le condizioni per ben figurare c’erano tutte: da una pista favorevole, fino al freddo tanto invocato per consentire alle slitte tricolori di rendere al meglio. Nonostante ciò, Fischnaller ha commesso errori gravi, archiviando in anticipo qualsiasi sogno di gloria. E’ vero, i risultati in Coppa del Mondo, vittoria di Lillehammer a parte, non vedevano l’altoatesino tra i favoriti, che aveva tuttavia puntato quasi tutto sulle Olimpiadi, testando di volta in volta materiali diversi. La realtà racconta di un buon atleta, capace di conquistare qualche ottimo piazzamento su determinate piste (su tutte Igls, dove fu bronzo iridato lo scorso anno), ma ancora incapace di mantenere quella continuità ai massimi livelli tipica dei campioni. Meglio di lui ha fatto il cugino Kevin, sesto e ancora potenzialmente in gara per una difficilissima medaglia di bronzo.

Le uniche note davvero liete della giornata sono pervenute dallo short track. L’Italia ha strappato una fondamentale qualificazione per la finale della staffetta femminile, trascinata da un’Arianna Fontana in ottima condizione anche negli amati 500 metri, dove ancora una volta dovrà vedersela con lo spauracchio britannico Elise Christie. Per il quartetto non sarà facile, con Canada, Corea del Sud e Cina, riuscire a strappare una medaglia. Le azzurre potranno di sicuro giocarsela e potrebbe rivelarsi determinante l’innesto dell’italo-canadese Cyntia Mascitto, a cui sinora è stata preferita Cecilia Maffei.

Archiviata la prima giornata, è già tempo di proiettarci sulle gare di domenica 11 febbraio. Nei 5000 metri di speed skating Nicola Tumolero ed Andrea Giovannini rientrano nel lotto di 6-7 atleti in lizza per una medaglia. Attesa poi per lo sci alpino con la discesa libera maschile. Nel 2017 l’Italia, nonostante una stagione da record in Coppa del Mondo, chiuse un Mondiale quasi fallimentare a St. Moritz, salvata solo dal bronzo di gigante di Sofia Goggia. Riusciranno gli alfieri del Bel Paese a mutare il trend, riuscendo finalmente a vincere o salire sul podio anche nei grandi eventi? In fondo le Olimpiadi non sono la Coppa del Mondo…

federico.militello@oasport.it

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1 Commento

  1. ale sandro

    10 Febbraio 2018 at 21:28

    Le Olimpiadi non saranno la Coppa del mondo , ma la gara di oggi ha confermato in buona sostanza ciò che è accaduto nella coppa del mondo sprint biathlon donne di quest’anno.
    Dahlmeier e Vitkova sono le uniche con Kuzmina (oggi sistemata nel gruppo tra Vittozzi e Wierer) ad aver fatto più di un podio in questa specialità, quindi una volta tanto che accade questo ,non credo sia il caso di parlare di medaglie mancate per le azzurre.
    E poi se tutte le atlete non avessero sbagliato, il podio non sarebbe arrivato in nessun caso, non si può sempre considerare lo zero errori al tiro delle nostre e contemporaneamente pensare che altre debbano invece sbagliare.

    Le cose realmente negative di giornata sono state al limite il secondo errore di Dorothea, soprattutto in funzione inseguimento di lunedì, e i due errori di Dominik Fischnaller (inizio della prima manche, seconda metà gara della seconda manche) che hanno commesso pure altri forti slittinisti.
    In ogni caso aspetterei a “seppellirli”.
    Tutto il resto francamente lo considero in linea coi valori che i nostri hanno dimostrato , compreso il positivo inizio dello short track.
    Non c’è dubbio che sia difficile per Fontana , Valcepina e le ragazze fare il grande risultato, ma intanto ci sono anche loro a giocarsela per le medaglie.

    Se si comincia a parlare così dal primo giorno, che era soprattutto di “costruzione” per noi, chissà cosa accadrà domani 😀
    A cominciare da stanotte con una gara come la discesa maschile , che ha visto vincere il titolo Moe, Cretier, Deneriaz. Non proprio gente da coppa del mondo né tantomeno supercampiooni.

  2. ste86

    10 Febbraio 2018 at 19:36

    Non mi sembra che Fischnaller e Wierer (soprattutto nella sprint) vadano a podio con continuità in coppa del mondo, per cui trovo il titolo fuori luogo.

    • Fabio90

      10 Febbraio 2018 at 20:19

      Piu che altro è un titolo giustificabile dopo 4 giorni a secco…dopo solo un giorno ( dove di fatto avevamo una sola gara dove aspirare) mi sembra prematuro.
      Da una parte quindi lo ritengo eccessivamente pessimista, anche perchè wierer e vittozzi hanno dimostrato di esserci e hanno fatto una buona gara ( per come va giudicato il biathlon, dove con un errore in piu sprofondi, ma la prestazione nella sua completezza va giudicata, e mi sono parse buonissime) nello slittino è vero che dominik ha fatto meno di quanto ci si aspettava ( perche aldila della stagione..veniva da un buon periodo e poi l’anno scorso mi pare vinse su questa pista)ma è altrettanto vero che quella che sarebbe potuta essere la sua posizione la occupa un altro italiano, e al movimento poco importa se ad arrivarci è dominik o kevin.
      Dall’altra pero mi sento io di spegnere leggermente gli entusiasmi sullo short track,che si è confermato sport dove poter attingere medaglie per noi, ma ho visto una distanza significativa rispetto al bottino pieno, è chiaro che per la staffetta bisogna cercare di giocarsela con il canada per il bronzo..e sui 500 ho visto atlete con un passo in piu..ma anche li un bronzo ci sta come possibilita…poi certo le cadute cambiano gli scenari e mai dire mai

  3. Luca46

    10 Febbraio 2018 at 19:23

    Dominik forse ha pagato l’olimpiade. Per il resto le olimpiadi sono una gara secca e come tale può succedere di tutto. Non credo che la carabina abbia pesato di più.

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