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Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018. A volte ritornano… La giornata delle conferme: bis o tris per tutti gli ori

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Vincere è difficile, riconfermarsi ancora di più. Non per i campioni olimpici di questo strano mercoledì 14 febbraio, giornata degli innamorati, del Dio Eolo che non la smette di soffiare sulle montagne di PyeongChang e dei pluri-campioni olimpici, che si riprendono tutto a distanza di quattro, otto o addirittura dodici anni dai trionfi precedenti.

Quattro titoli assegnati e tutti i vincitori avevano vinto almeno una volta in passato l’oro olimpico: il caso più eclatante è quello di Shaun White, il flying Tomato, che ha chiuso il cerchio conquistando la vittoria a Cinque Cerchi a otto anni dal trionfo di Vancouver e a dodici da quello di Torino 2006. Back to back quadriennale, invece, per Jorien ter Mors che, dopo l’oro olimpico dei 1500 metri a Sochi, ha concesso il bis nel chilometro stabilendo il nuovo primato olimpico.

Il bis nella stessa gara, invece, lo hanno concesso il tedesco Eric Frenzel che, quattro anni dopo Sochi, si è confermato campione olimpico della combinata nordica nella competizione dal trampolino piccolo a precedere il giapponese Akito Watabe e, restando in Germania, la coppia Wendl/Arlt, al secondo oro consecutivo alle Olimpiadi nello slittino, facendo segnare il miglior tempo nella prima e seconda manche e battendo con 88 millesimi di vantaggio una coppia austriaca, Penz/Fischler, così come sul tracciato russo quando i secondi furono Linger/Linger.

Tutte storie particolari, quelle dei nuovi/vecchi campioni olimpici: Shaun White, che ha rischiato la vita quando aveva un anno, è stato sottoposto a due interventi a cuore aperto e poi ha spiccato il volo in tutti i sensi diventando un autentico mito per tutti gli snowboarder del mondo, testimonial di videogames e di linee di abbigliamento, e rientrato appositamente per prendersi il terzo oro olimpico a 12 anni da Torino 2006. A Sochi era uscito con le ossa rotte, quarto, poi ad inizio stagione due infortuni serissimi ma niente poteva fermarlo. Missione compiuta, Animal!

Bella e impossibile, Jorien ter Mors ha fatto il grande salto dallo short track che l’ha vista protagonista nella prima parte della carriera, per dedicarsi allo speed skating dove negli ultimi quattro anni ha vinto tutto: oro nei 100 e nella staffetta a Sochi, oro oggi nei 1000 a PyeongChang, dove è stata bravissima a respingere l’assalto giapponese al gradino più alto del podio.

Eric Frenzel si candida come il più grande di tutti i tempi nella combinata nordica, anche se deve fare i conti con tanti campionissimi di una delle specialità più antiche dei Giochi. Il tedesco ha vinto da campione una gara nella quale non partiva favorito come invece era accaduto quattro anni fa a Sochi. In questa stagione Frenzel ha faticato, sembrava quasi fuori dai giochi ad un certo punto ma i campioni veri fanno così, sanno cosa vogliono ma non lo dicono e vincono al momento giusto. Il momento giusto era oggi: salto di buon livello, gara di fondo perfetta. Aggancio alla vetta dopo pochi km e ritmo giusto per non far rientrare lo spauracchio numero uno, il compagno-rivale Rydzek. Il finale era scritto: lo spunto in salita e Akito Watabe che non riesce a tenere il passo. Un trionfo, come tanti di cui è stato protagonista in questi anni ma forse il più bello di tutti perché inaspettato da tutti, tranne che da lui. E non è finita qui.

Tobias Wendl e Tobias Arlt: otto titoli mondiali, quattro europei, quattro coppe del mondo e, adesso, due volte campioni olimpici. Eppure non partivano con i favori del pronostico. Di fronte avevano il nuovo che avanza, i compagni di squadra Eggert/Benecken che sembravano destinati a togliere loro l’alloro olimpico. Invece i due trentunenni hanno dimostrato oggi di essere ancora i più forti, forse i più forti della storia in questa specialità, respingendo l’assalto dei compagni di squadra, che si confermano invece piuttosto fragili, ma soprattutto degli austriaci Penz/Fischler che volevano fare il bis olimpico dopo il trionfo a sorpresa di Gleirscher nel singolo ma stavolta si devono accontentare di un argento comunque luccicante.

 





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