Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: Italia, quando tornerai a vincere una medaglia? Le chance degli azzurri nella seconda settimana
L’Italia non vince una medaglia alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 da venerdì notte quando Michela Moioli trionfava nello snowboardcross: il nostro medagliere è fermo a 2 ori, 1 argento e 3 bronzi. Nel frattempo siamo scivolati in dodicesima posizione e ritornare in top ten è sempre più difficile.
Il digiuno di podi si protrarrà per il nostro Paese anche nella giornata di domani: sicuramente lunedì 19 febbraio non potremo festeggiare (si assegneranno soltanto tre titoli, non abbiamo nessuna speranza). Tutto rimandato a martedì 20 febbraio quando potremo sognare in grande: è il grande giorno della staffetta di short track trascinata da Arianna Fontana: atto conclusivo a 4, salire sul podio è un obiettivo da centrare per la nostra formazione che difende il bronzo di Sochi 2014. Poco prima ci sarà spazio per la staffetta mista di biathlon: Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi, Lukas Hofer e Dominik Windisch possono farci sognare. Da non dimenticare Anna Cappellini e Luca Lanotte anche se non sarà facile scalare le gerarchie nella danza, difficile sperare nel miracolo di Alessandro Pittin nella combinata nordica.
Mercoledì 21 febbraio sarà poi una giornata campale: la discesa libera femminile con Sofia Goggia sul piede di guerra e la team sprint di sci di fondo con un agguerrito Federico Pellegrino sono due delle nostre migliori carte in assoluto, si potrà addirittura lottare per le medaglie d’oro, fondamentali se si vorrà tornare tra le dieci migliori Nazioni del Pianeta. Andando ancora più in là pensiamo ai 1000m femminili di short track e alla staffetta femminile di biathlon (giovedì 22), all’infinita Carolina Kostner e alla combinata alpina (venerdì 23) e ai PGS di snowboard e alle mass start di speed skating (sabato 24).
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Luca46
18 Febbraio 2018 at 20:18
Io direi che siamo arrivati qui con delle carte serie da giocare e ce le siamo giocate bene. Mi riferisco a Fontana, Moioli, Pellegrino e Brignone. Ci sono state le sorprese di Windish e Tumulero. Per il resto Goggia a parte parliamo di prestazioni che potevano venire o non venire. Ci siamo fermati spesso ad un passo e si poteva anche raccogliere di più, non ce ne è andata bene una. Sono preoccupato dallo stato di forma di Pellegrino, di Giovannini e di altri. Le carte più probabili penso siano ora la Goggia e la Lollobrigida. Poi c’è ancora short track e biathlon. In linea di massima le cose sono andate anche bene perchè 2 ori comunque rappresenta un miglioramento. Speriamo non abbiano l’effetto di coprire le molte lacune passando per trionfale un olimpiade dalle quali sinceramente io ambirei a di più. Il serbatoio in molte discipline stenta e dove era forte si sta affievolendo. Molti talenti incontrano tantissimi problemi, la crescita non è lineare. Mi riferisco a giovani come Nani, Buzzi, Pittin, De Fabiani, lo stesso Paris secondo me a questo punto della carriera avrebbe dovuto scalzare i norveggesi dal trono ed invece alterna cose buone a cose meno buone. Io individuo nell’organizzazione e nelle risorse della FISI questo problema e forse al fatto che gli atleti non sono stimolati a lavorare veramente duro. Non si instaura quel circolo vizioso in cui gli atleti hanno tutto per allenarsi e quindi si richiedono dei risultati, in cui c’è competizione interna, in cui si vedono i risultati del lavoro e questo ti spinge ad accellerare ulteriormente. Nessuno fa fatica per niente. Ormai però serve lavorare sui dettagli e per questo servono infrastrutture e strumenti. Non so se tutto questo c’è.