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Olimpiadi PyeongChang 2018 – Giovanni Malagò: “Italia da 7. A Pechino per fare meglio. L’emozione più forte? L’oro di Fontana. Non mancano le ombre…”
L’Italia ha concluso le Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 con dieci medaglie (3 ori, 2 argenti, 5 bronzi). La nostra Nazione è tornata in doppia cifra dopo 12 anni e ha rivinto dei titoli dopo l’edizione a secco di Sochi 2014. Giovanni Malagò, Presidente del Coni, ha tracciato un bilancio finale in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport.
Il numero 1 dello sport azzurro ha ribadito il suo voto alla spedizione, già dato ieri in conferenza stampa: “Un 7. E’ stata un’Olimpiade complicata perché c’erano tante aspettative, avevamo una squadra forte ma ci si rimette in discussione sempre. Anche per noi è un esame, non solo per gli atleti. Ho giocato d’anticipo quando parlavo di doppia cifra, consapevole che su 122 atleti solo 25-30 sarebbero stati da medaglia“.
Giovanni Malagò non ha dubbi sull’emozione più forte vissuta durante questi Giochi: “L’oro di Arianna Fontana: dopo 24 anni anni la portabandiera che vince oro, argento e bronzo è una cosa bellissima: è nel pantheon dello sport, un grazie per sempre“.
Il Presidente del Coni è molto fiero per “aver incrementato del 25% le medaglie rispetto a Sochi e mai con tanti medagliati così giovani: 10 podi con 3 ori così è una cosa eccellente di cui deve andare fiera soprattutto la Lombardia. Tra 4 anni a Pechino sono sicuro che incrementeremo il bottino perché chi non ha vinto qui ha fatto esperienza, penso agli slittinisti“.
Pesa tantissimo lo zero dello sci alpino maschile: “Lo sfogo di Innerhofer sui ricambi? Succede. Lo slalom? Ci sono problemi, ma nel prossimo quadriennio possiamo affrontarli per migliorare: 500mila euro di investimento non è garanzia di risultato. Chi viene dopo di me se non vince 3 ori e 10 medaglie ha fallito. Abbiamo fatto salire l’asticella. E abbiamo rimpianti come i due millesimi di Fischnaller nello slittino: ma ora lo slittino è una squadra competitiva, sembrava che dopo Zoeggeler fosse finito tutto“.
Non sono però mancate le ombre come ad esempio bob, freestyle e sci nordico (eccezion fatta per l’argento di Federico Pellegrino): “Bisogna investire su specialità giovani come halfpipe, big air e freestyle: è più complicato vincere in nuove discipline, ma non possiamo disinteressarcene. Ci aspettavamo di più da altri sport“.
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