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Olimpiadi PyeongChang 2018, le pagelle di sabato 24 febbraio: la giornata dei rimpianti. Lollobrigida e Fischnaller, che peccato

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LE PAGELLE DELLE OLIMPIADI INVERNALI DI PYEONGCHANG 2018 (SABATO 24 FEBBRAIO)

Alex Vinatzer, 8: 18 anni, prima Olimpiade. Conclude il Team Even da imbattuto, unico azzurro a riuscirci. Piace per l’atteggiamento con cui interpreta il parallelo, si toglie lo sfizio di sconfiggere il francese Alexis Pinturault. Lo sci alpino italiano ha disperatamente bisogno di questo ragazzo. Bisognerà lavorare bene per ottenere dei risultati importanti tra qualche stagione.

Chiara Costazza, 5: due sconfitte su due nel Team Event. Il parallelo non è la sua specialità e non le si può certo chiedere che lo diventi a quasi 34 anni.

Irene Curtoni, 5: doveva essere la trascinatrice dell’Italia nella prova a squadre di sci alpino. In questa stagione aveva ottenuto un podio in parallelo a Courchevel. La sua sconfitta contro Tessa Worley, di fatto, ha spento le ambizioni azzurre.

Riccardo Tonetti, 6: ci ha provato, mettendo in atto anche la nuova tecnica di abbattimento dei pali con le braccia in parallelo. Un’Olimpiade in cui ha provato a superare i propri limiti e, per questo, va apprezzato.

Giandomenico Salvadori, 6: 16°, è il migliore degli italiani nella 50 km. In questa Olimpiade ha fatto meglio in tecnica classica che a skating.

Maicol Rastelli, 6,5: questi Giochi lo hanno proiettato in una nuova dimensione. Vive una prima parte di gara da assoluto protagonista, portandosi anche in testa. Nel finale cala e chiude 19°. Un atleta che può far bene sia nelle sprint sia nelle lunghe distanze. Mentalmente potrebbe aver svoltato.

Dietmar Noeckler, 5: 21° a 8’07” dalla vetta. Un risultato che non aggiunge niente ad una Olimpiade non sufficiente.

Francesco De Fabiani, 4: il valdostano, per rendimento e piazzamenti, ha vissuto un’Olimpiade molto simile a quella di Sochi 2014. 4 anni dopo, l’atteso salto di qualità non si è materializzato. Dopo l’ottima prestazione in staffetta, oggi è andato in crisi nella 50 km. Al di là della 22ma piazza, pesano i 9 minuti di distacco da Niskanen. Questo non può essere il vero De Fabiani.

Roland Fischnaller, 6,5: esce ai quarti di finale cedendo per soli 6 centesimi allo svizzero Nevin Galmarini, poi oro. L’altoatesino ha pagato una qualifica non esaltante, che lo ha costretto a gareggiare sulla pista meno performante. Un peccato, perché il veterano altoatesino era davvero in forma.

Edwin Coratti, 6,5: stesso discorso fatto per Fischnaller. Sulla ‘pista blu’ era impossibile fare di più. Bisognava ottenere un piazzamento migliore nelle qualificazioni.

Aaron March, 5: un’occasione che rimpiangerà per tutta la carriera, forse più del quarto posto nel PSL a Sochi 2014. Aveva dominato la prima manche di qualifica, poi un errore lo ha estromesso addirittura dai migliori 16.

Mirko Felicetti, 5: era il meno atteso degli azzurri e non è riuscito a valicare lo scoglio delle qualificazioni.

Francesca Lollobrigida, 5: domina la semifinale, poi nell’atto conclusivo le manca qualcosa nella volata conclusiva che chiude quarta (settima poi nella classifica finale che tiene conto anche dei punti negli sprint intermedi). L’occasione era davvero ghiotta e, considerati i risultati ottenuti nell’arco della stagione, una medaglia appariva l’obiettivo minimo. La romana, infatti, poteva giocarsi l’oro. Ci riproverà a Pechino 2022. La sensazione è che debba credere di più in se stessa: può ancora crescere moltissimo nelle distanze tradizionali.

Francesca Bettrone, 4: era molto attesa dopo l’argento agli Europei. Ha ammesso di essere arrivata svuotata in finale dopo le energie spese in precedenza per il passaggio del turno.

Andrea Giovannini, 5: mai in gara per le medaglie nella mass start. Non è stata la sua Olimpiade.

federico.militello@oasport.it

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