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Sci di fondo

Onore a chi ci ha sempre creduto. Una staffetta da podio…per metà

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I sogni sono il motore della vita. Sin dalla scorsa estate gli azzurri dello sci di fondo coltivavano una pazza idea: salire sul podio in staffetta alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. E nonostante i risultati stagionali nelle competizioni di distanza siano stati tutt’altro che incoraggianti, ancora alla vigilia dei Giochi sia Federico Pellegrino sia Francesco De Fabiani avevano ribadito di continuare a credere nelle ambizioni nel quartetto.

Oggi, per due quarti di gara, hanno dimostrato che il podio poteva effettivamente concretizzarsi. Maicoli Rastelli, entrato finalmente in una nuova dimensione, ha commosso nella prima frazione in tecnica classica, chiusa addirittura al terzo posto. In seconda De Fabiani, in forma al momento giusto, dopo averla lungamente inseguita, si è preso addirittura il lusso di staccare il norvegese Martin Johnsrud Sundby. Dopo le prime due frazioni, l’Italia si trovava in seconda posizione: incredibile.

Il sogno è poi sfumato con Giandomenico Salvadori: il 25enne di Mezzano ha provato a gettare il cuore oltre l’ostacolo, rimanendo in scia a Norvegia, Francia ed OAR, prima di crollare nei 3 km conclusivi. Quando arriva la crisi, la luce si spegne completamente e le gambe non rispondono più: l’azzurro ha pagato a caro prezzo l’aver provato a reggere un ritmo superiore alle sue possibilità.

Con il podio ormai compromesso, la sensazione è che Federico Pellegrino non si sia neppure spremuto più di tanto in ultima frazione per risparmiare energie in vista della team sprint. L’Italia ha concluso settima, sostanzialmente in linea con le aspettative della vigilia.

Resta una prestazione esaltante e va dato onore ad una squadra che, oggettivamente, non era da medaglia, ma con orgoglio e testardaggine ha dimostrato di voler provare sino in fondo a spingersi oltre i propri limiti.

Ora bisognerà lavorare per provare davvero a salirci sul podio nel 2022. Il quartetto in gara oggi è ancora giovane e può crescere. Bisognerà lavorare sui giovani, alcuni dei quali hanno lasciato intravedere qualcosa di interessante nelle sprint. Per le lunghe distanze servirà un progetto mirato, perché il gap dalle nazioni di vertice resta ampio, come ha messo in risalto la 15 km con partenza ad intervalli in questa Olimpiade.

L’attenzione si sposta ora sulla team sprint a tecnica libera di mercoledì. Chi affiancherà Federico Pellegrino nella rincorsa ad una medaglia? Il favorito sembra essere Francesco De Fabiani, ma anche Maicol Rastelli non sembra fuori da giochi. Speranze ridotte al lumicino, invece, per Dietmar Noeckler, già ‘tagliato’ anche per la staffetta.

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4 Commenti

1 Commento

  1. Luca46

    18 Febbraio 2018 at 17:52

    Ogni discorso secondo me è abbastanza ipotetico. La cosa concreta è che la coperta è corta e per giunta il livello non è alto. Cambiare le frazioni non avrebbe portato a differenze sostanziali. A me sembra che in Fisi funzioni poco o niente e che per giunta alle spalle ci sia il vuoto. Fatte alcune eccezzioni la verità è che siamo alla canna del gas non solo nello sci di fondo. Serve investire. Qualcosa c’è ma va valorizzato.

  2. Andry84

    18 Febbraio 2018 at 17:38

    Per la medaglia non c’ era niente da fare si sapeva che almeno Norvegia, Russia , Francia e Svezia a cose normali sono troppo più forti però secondo me la formazione ideale in termine di tempi nelle gambe era Rastelli-Salvadori-De Fabiani-Pellegrino perchè secondo me Salvadori , che non è affatto maglio a skating ma è molto più forte in classico, anche se sembra che tutti siano convinti del contrario, perde meno rispetto a De Fabiani in classico di quanto non perda a skating; poi posso capire che probabilmente il discorso fatto dai tecnici sia del tipo “stiamo attaccati il più possibile in classico e poi vediamo quello che succede perché se ci stacchiamo in classico, anche di una ventina di secondi, poi lo stesso De Fabiani non rientra sui primi”.Pensare che una quindicina di anni fa ne mettevamo 7 o 8 a punti in una 15 km a skating.

  3. ste86

    18 Febbraio 2018 at 13:05

    Ma vi pare che Pellegrino in lotta per la quarta posizione (che poi con davanti la Russia non si sa mai…) alle Olimpiadi molli completamente per risparmiare energie? Più che altro si confermano le difficoltà di Pellegrino a tenere alla distanza in tecnica libera, l’ho già detto è inutile mettere un sprinter in quarta frazione se tanto allo sprint non ci arriva. Che poi, quante posizioni si sono decise oggi allo sprint?
    Buona la prestazione di Rastelli in ottica futura, obbligatoria spostare De Fabiani in terza/quarta frazione.
    Certo che se qualche anno fa ci avessero detto che nel 2018 l’Italia avrebbe fatto la differenza in tecnica classica per poi cedere in tecnica libera ci saremmo messi a ridere, quando il nostro strorico problema è sempre stato l’opposto.

    • ale sandro

      18 Febbraio 2018 at 15:44

      E con De Fabiani in quarta frazione cosa ci fai?
      Recuperi un minuto ai tre davanti? O aspetti la squalifica postuma della Russia?
      Ammesso che De Fabiani faccia poi la grande frazione che tu ti aspetti, il che è tutto da vedere.
      Ma soprattutto anche se per ipotesi metti Pellegrino al lancio, pensi che faccia la stessa frazione di De Fabiani e Rastelli? Tutta questa certezza non c’è affatto.
      Inoltre rimane sempre il problema che in una frazione a tecnica libera sei scoperto per tentare il podio.
      Perchè è l’unica cosa che interessa, non certo piazzamenti.

      I risultati non danno ragione a quello che scrivi.
      Pellegrino ha dimostrato già di poter fare gare di distanza ad inseguimento migliori a tecnica libera che in classico, in questa stagione. Oltre a essere o il migliore o il secondo italiano a tecnica libera in quella determinata gara.
      Secondo me hai una visione di Pellegrino legata più ad alcuni anni fa che attuale. E riguarda anche il rendimento della sprint a tecnica classica.
      L’unico podio in staffetta di tutto il quadriennio l’Italia lo ha fatto proprio con Pellegrino in ultima frazione, quando gli si permise di cambiare attaccato al gruppo delle terze, e non staccato di 13 o 15 secondi o mezzo minuto , e anche oltre , come in altre circostanze.

      Anche oggi ha dovuto forzare per prendere il finlandese ,se poi avrà avuto problemi come è anche comprensibile, non vedo cosa ci sia di strano nel rifiatare.
      Fra tre giorni c’è una delle gare più importanti dello sci di fondo italiano degli ultimi anni,non mi sembra il caso di arrivarci già cotto.

      Proprio tu criticavi Svizzera e Francia che dovevano mettere Cologna e Manificat in ultima frazione. Ma se non hanno alternisti validi ,cosa devono fare, sperare di recuperare minuti dopo?
      Poi con la Francia di questi ultimi anni, con tanti ottimi elementi a skating , e i risultati ottenuti da Sochi in poi , il discorso podio era veramente proibitivo.
      Loro hanno avuto e hanno 4-5 fondisti a tecnica libera costanti da zona punti e anche piazzamenti nei dieci quindici o venti posti.
      Noi neanche la metà.
      La differenza sta tutta lì. Altro che Manificat a skating.

      Io non posso certo criticare nè gli azzurri che sono stati tutti bravi , nè tantomeno il c.t. Chenetti, che sa decisamente cosa è opportuno fare, e più di così oggi per me non si poteva ottenere.

      Quando avremo un paio di fondisti costanti a skating nei primi 15-20 in tutte le gare che fanno, e due alternisti che fanno esattamente ciò che hanno fatto oggi sempre , a differenza degli ultimi due mondiali dove furono loro in alternanza ad avere problemi, vedrai che non ci sarà più Pellegrino in staffetta, nè al lancio nè in ultima frazione.
      Fino ad allora altre soluzioni non ne vedo.

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