Pattinaggio Artistico
Pattinaggio artistico, Valentina Marchei e Ondrej Hotarek in forma per le Olimpiadi: “Vogliamo pattinare per il pubblico e fare vedere lo spirito italiano”
ESCLUSIVA OA SPORT – Per Valentina Marchei e Ondrej Hotarek quella di PyeongChang 2018 sarà la seconda partecipazione alle Olimpiadi, la prima insieme come coppia di artistico; Valentina infatti conquistò nel singolo un buon undicesimo posto a Sochi 2014, stessa posizione raggiunta da Ondrej in coppia con Stefania Berton. Inutile negarlo, quella di Marchei-Hotarek è una vera e propria favola sportiva: nell’estate del 2014 infatti, quasi per gioco, hanno iniziato a pattinare insieme; dopo qualche mese di prova tutto è diventato più concreto, tanto da spingere gli atleti allenati da Franca Bianconi ad allenarsi seriamente ponendosi come obiettivo finale l’Olimpiade in Corea del Sud.
Ora che il sogno olimpico è praticamente arrivato, Valentina e Ondrej daranno il massimo per superare i propri limiti regalando ai numerosi fan di tutto il mondo dei programmi magici. La coppia è reduce dalla bellissima prestazione realizzata in occasione degli ultimi Campionati Europei di Mosca, dove hanno conquistato il nuovo primato personale e record italiano di 204.20.
Ragazzi, siete reduci da un Campionato Europeo davvero pazzesco in cui avete letteralmente mandato in visibilio il pubblico russo, oltre che ottenere il nuovo record italiano. Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
(Valentina) “È stata un’esperienza preziosa, arricchita dai record italiani; nella corsa verso PyeongChang due performance così ci danno molta fiducia e sicurezza. Ci sono ancora delle cose che possono essere migliorate e stiamo quindi lavorando sui dettagli e sui piccoli accorgimenti tecnici da sistemare. L’apporto del pubblico russo è stato pazzesco, lo stadio è letteralmente impazzito durante il programma corto. Vivere un momento così vale più di qualsiasi record, è una sensazione che non si prova spesso e ci sentiamo fortunati ad averla vissuta“.
(Ondrej) “I Campionati Europei ci hanno dato tanta fiducia. Noi sapevamo che potenzialmente quest’anno eravamo forti. Abbiamo fatto una preparazione estiva molto più mirata, iniziando a lavorare con i programmi di gara molto presto. Abbiamo anche osato un po’ utilizzando programmi molto più rifiniti puntando molto su questa annata. Nella prima parte abbiamo avuto qualche delusione perché il lavoro era mirato per rendere al massimo nella seconda parte della stagione. I Campionati di Europa hanno confermato questo trend dandoci ancora più fiducia per i prossimi appuntamenti”.
La vostra è una vera e propria favola sportiva. In soli tre anni di attività siete riusciti a raggiungere un obiettivo così importante come la competizione a cinque cerchi. Come descrivereste la vostra cavalcata olimpica in tre aggettivi?
(Valentina) “Tre aggettivi forse sono pochi, o forse è difficile trovarne tre adeguati. È stata un’avventura, un salto nel vuoto che mi ha portato a scavare non solo nella Valentina atleta ma nella Valentina donna perché, se prima dovevo leccarmi le ferite da sola, dovevo automotivarmi, adesso ho una persona a fianco che culla il mio sogno come io cullo il suo. Di conseguenza ci si porta dietro delle responsabilità. Il compromesso si raggiunge con se stessi e non tanto con l’altro perché è importante avere pazienza, stringere i denti anche per la persona che hai di fianco, ponderare tutto quello che dici perché ognuno reagisce in maniera diversa. Devi metterti a nudo con le tue debolezze davanti a un’altra persona. Noi abbiamo sempre pensato che un modo per poter progredire più velocemente possibile è quello di essere onesti l’uno con l’altro. Questo perché se nei giorni in cui nel singolo ero totalmente a terra dovevo stringere i denti, in coppia puoi lavorare su altri aspetti differenti spostando l’attenzione su altre cose senza metterti a rischio. Tante volte hai tanta energia ma il fisico non ti viene dietro. Bisogna avere il coraggio di dire “ok, oggi riposo” e quindi il fatto di essere onesti l’uno con l’altro e di non avere paura di scoppiare in lacrime e di essere giudicata è quello che ci ha portato ad andare avanti più velocemente“.
(Ondrej) “All’inizio ci eravamo detti di provare un anno, quindi a Pyeongchang non ci pensavamo neanche. Dopo il primo anno andato molto bene abbiamo deciso di continuare e arrivare fino alle Olimpiadi. Non ci rendevamo comunque conto all’inizio di quanto sarebbe stato difficile qualificarci. Questo perché la nostra specialità è salita di livello in maniera esponenziale. Ci sono coppie che quattro-cinque anni fa avrebbero lottato tra i primi dieci posti e adesso fanno addirittura fatica a qualificarsi. Per noi la cosa più importante è stata battere la coppia americana ai mondiali di Helsinki nel 2017 aggiudicandosi gli ultimi due posti disponibili per le Olimpiadi“.
Ciò che fa davvero impressione è l’altissimo livello da voi raggiunto in un lasso di tempo molto breve. Vi aspettavate di arrivare in queste condizioni a PyeongChang? 204 punti non si fanno certo per caso.
(Valentina) “Non abbiamo mai messo un obiettivo numerico. Questo è uno sport per cui pensi di avere dei limiti ma continui ad andare oltre e cerchi di superarli, di conseguenza non sai mai dove arrivare perché ti stupisce sempre di più. Noi ci siamo promessi di andare avanti e di spingerci sempre un po’ oltre, sempre nel rispetto del lavoro perché se c’è una nostra qualità è quella di essere dei grandi lavoratori. Quello che ci siamo prefissati quest’anno è stato dare in ogni allenamento il 100% di quello che possiamo dare quel giorno. Anche durante le sessioni in cui siamo stanchi ad esempio il 100% magari corrisponde al 75% di un giorno in cui ti senti bene ma è il massimo che puoi raggiungere in quel momento e che il tuo muscolo e la tua testa può dare. In generale il lavoro programmato dalla nostra allenatrice Franca Bianconi avrebbe fatto in modo che noi arrivassimo molto in forma per la seconda parte della stagione psicofisicamente ed, effettivamente, aveva ragione. La sua grande capacità è sempre stata quella di cambiare metodo di lavoro in corso: nei momenti di difficoltà, nei momenti in cui c’è bisogno di un cambio di programma, è capace di reinventarsi e di mettersi lei alla prova come allenatrice. Questa apertura mentale è stata quella che ci ha concesso anche di qualificarci per le Olimpiadi l’anno scorso, in quanto prima dei mondiali Ondrej ha subito un infortunio e quindi nelle tre settimane precedenti non abbiamo potuto fare nessun elemento di coppia, arrivando a Helnsiki lavorando solo a livello mentale con il paracadute e con i pesi addosso senza poter provare nessun tipo di elemento insieme. Sappiamo che arriviamo a PyeongChang avendo fatto il massimo di quello che potevamo fare. E’ bello lasciarsi sorprendere perché sport come questi ti danno la possibilità di scoprirti e di autosorprenderti. Noi ci atteniamo al lavoro, poi quello paga sempre“.
(Ondrej) “Effettivamente proprio pochi giorni fa facendo un resoconto con il nostro team ci siamo resi conto di avere fatto davvero un progresso importante dal punto di vista del punteggio, in quanto ci siamo avvicinati a tutte le coppie di vertice che però quattro anni fa facevano già questi risultati. In questo momento siamo a 5 punti dai Vice Campioni Olimpici, questo significa che te la giochi sull’errore in gara. Per noi sono numeri incoraggianti ed è molto bello poiché l’ambiente inizia a voler raccontare la nostra storia e i nostri programmi. Noi puntiamo molto sulla risposta del pubblico. Anche in Russia siamo scesi sul ghiaccio per gli spettatori presenti. Quando la tua performance fa battere le mani a tutti dall’inizio alla fine credo che sia il massimo di quello che puoi raggiungere. E’ un’esperienza unica.
Finalmente l’appuntamento di PyeongChang è arrivato: quali sono i vostri obiettivi per questa Olimpiade?
(Valentina) “Nel Team Event è chiaro che, essendo arrivati quarti a Sochi, il podio fa gola. Noi siamo una squadra molto forte, sarebbe stupido non dire che una minima possibilità c’è. Non è comunque questo l’obiettivo: l’obiettivo è fare una buona performance in modo da poter alzare la percentuale di probabilità. L’Olimpiade è una gara a sé che non c’entra niente con qualsiasi altro tipo di competizione, né mentalmente né in qualsiasi altro tipo di approccio fisico in quanto è un evento che c’è ogni quattro anni in cui sei sotto gli occhi di tutto il mondo. Non tutti possono permettere di arrivarci e quindi è giusto portarlo a termine bene. L’approccio all‘allenamento non cambia, abbiamo solo svolto il nostro lavoro pensando che quest’anno tra gennaio e marzo ci sono tre gare, in più con un’Olimpiade in mezzo. Quello che porteremo a casa per l’ Olimpiade lo lavoreremo per i Campionati Mondiali di Milano”.
(Ondrej) “Noi dobbiamo prima affrontare il Team event dove sentiamo molto la presenza di tutta la nazionale. A Sochi questa gara è stata affrontata da tutti in modo più “personale”: quest’anno sarà un vero e proprio lavoro di gruppo. Ci stiamo impegnando al 100% per dare il massimo per la squadra. Ci siamo sentiti molto con Carolina e tra tutti noi ragazzi per prendere le giuste decisioni. Siamo tutti molto allineati. La nostra squadra è molto forte e la dimostrazione sono stati appunto i Campionati Europei.
Nella gara di specialità cercheremo di fare ciò che abbiamo fatto in Russia, ovvero pattinare per il pubblico, fare vedere lo spirito italiano con il nostro sorriso e preparare il terreno per i mondiali di Milano. Vogliamo attirare al meglio l’attenzione sull’ultimo appuntamento dell’anno che per noi è davvero molto importante”.
Voi che siete i veterani del gruppo, come vedete il futuro della nazionale italiana?
(Valentina) “Bisogna vedere chi dei veterani smetterà l’attività. Noi dopo i Campionati Mondiali ci prenderemo un po’ di riposo e penseremo serenamente al nostro futuro. In questo momento è impossibile dover decidere per per due motivi: il primo per le gare che ci aspettano, il secondo perché è un momento in cui l’adrenalina è talmente alta che è bellissimo pattinare e vivere queste sensazioni. Chiaramente ci saranno le nuove leve che tra quattro anni cresceranno indipendentemente dalla decisione dei veterani. E’ bello vedere che c’è un bel movimento, i nuovi ragazzi ereditano qualcosa di noi che c’è stato per tantissimi anni e si costruiranno la loro scalata nel prossimo quadriennio. Sono tutti atleti molto giovani. Per quanto mi riguarda posso parlare solo dal punto di vista maschile perché Matteo Rizzo si allena con noi tutti i giorni: la sua freddezza, la sua voglia di progredire più che di arrivare, il suo modo di allenarsi sta pagando molto quest’anno. Matteo è uno di quei pattinatori che nutre molto rispetto per i veterani, si affida molto a noi non tanto nei consigli ma per assorbire la nostra energia. C’è molta simpatia e molta empatia soprattutto con Ondrej. Sarà quindi molto bello vivere questa esperienza anche attraverso i suoi occhi. Stesso discorso per Micol Cristini, altra atleta con cui condividiamo i nostri allenamenti. Siamo una grande famiglia molto unita, non c’è differenza tra chi è più vecchio e più giovane, ci teniamo molto a fare gruppo. La condivisione ha molto più valore quando c’è una vittoria perché la vittoria è comune”.
(Ondrej) “Credo che con il cambio generazionale non sarà facile aspettarsi dei risultati nell’immediato. Allo stesso tempo però abbiamo un po’ di atleti giovani che potrebbero davvero raggiungere buoni risultati: dalle ragazze Junior a tante altre atlete giovani che sono molto brave e hanno bisogno di maturare e di fare esperienza. Noi stiamo cercando di passare più esperienza possibile agli atleti che partono con noi per le gare internazionali come Giada Russo e Micol Cristini, stiamo cercando di tirare tutti un po’ in mezzo per far sì che vivano da protagonisti questi eventi con noi. Matteo Rizzo ha dimostrato che quando uno è determinato ci può arrivare“.
Fondamentale è di certo promuovere al massimo la disciplina. In quest’ottica i Campionati del Mondo che si svolgeranno a Milano nel mese di marzo saranno fondamentali…
(Ondrej) “Noi quello che ci auguriamo è che grazie ai Campionati Mondiali di Milano possiamo guadagnare come sport tanta visibilità, sperando di spingere tanti bambini e ragazzini ad iniziare a pattinare così che nelle prossime stagioni possiamo avere degli atleti di alto livello. E’ importante avere tanti numeri all’inizio così da avere una buona selezione. Milano è una cornice bellissima per un Campionato del Mondo. Uno sport così elegante e ricco di emozioni potrà ingolosire un po’ tutti, verranno anche tantissime persone dalla Russia, dal Giappone quindi anche dal punto di vista turistico sarà indubbiamente un successo. Sarà un evento imperdibile, il team organizzativo è davvero appassionato e professionale, il direttore artistico è Corrado Giordani, il quale sta cercando di fare insieme ai suoi collaboratori un Campionato indimenticabile. Solitamente i Mondiali che arrivano dopo le Olimpiadi sono molto difficili in quanto dopo l’emozione Olimpica torni a casa e devi continuare a prepararti. Quest’anno noi italiani però abbiamo una motivazione e una spinta in più perché giochiamo in casa e potrebbe essere per noi una marcia in più”.