Sci Alpino
Sci alpino, Italia in crisi tra gli uomini: 0 medaglie tra Mondiali e Olimpiadi. Gli azzurri soffrono il grande evento
L’Italia è in seria difficoltà nello sci alpino maschile. Lo zero assoluto raccolto alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018 non è altro che la sublimazione di quanto si è visto in questa stagione caratterizzata da una sola vittoria (quella di Dominik Paris a Bormio): negli ultimi mesi gli azzurri hanno seriamente faticato a esprimersi ai massimi livelli e nell’occasione più importante hanno steccato sonoramente. Sotto i riflettori di tutto il Pianeta, nell’evento che catalizza l’attenzione anche di chi non segue abitualmente gli sport invernali, gli italiani non sono riusciti a brillare, il miglior risultato è il quarto posto di Dominik Paris in discesa e non si può certamente essere soddisfatti.
Se in Coppa del Mondo siamo riusciti a difenderci nel corso delle ultime stagioni (Peter Fill ha vinto due Sfere di Cristallo in discesa e l’ultima in combinata, imprese mai riuscite nella nostra storia), il discorso muta radicalmente quando si parla degli eventi di punta, quelli in cui ci si gioca tutto in una gara secca, in un appuntamento da o la va o la spacca. Il medagliere piange: zero assoluto tra Mondiali 2015 (miglior risultato: Roberto Nani sesto in gigante), Mondiali 2017 (Dominik Paris quarto in combinata) e Olimpiadi 2018. Non riusciamo a salire sul podio dunque dai Giochi di Sochi 2014 quando Christof Innerhofer portò a casa due medaglie.
I numeri parlano chiaro: questo settore soffre davvero in maniera importante e il ricambio generazionale si sta rivelando problematico. La questione è molto seria e va analizzata con attenzione: bisogna correre ai ripari e allestire un progetto che riesca a portarci fuori da una crisi che rischia di riportarci indietro nel tempo. L’Italia è sempre riuscita a brillare nello sci alpino maschile, ha riscosso vittorie e trionfi in ogni contesto nella sua storia, ha sfornato decine di Campioni che hanno emozionato gli italiani ma ora è in chiara fase di stallo e si fatica davvero a vedere la luce. Le parole critiche di Christof Innerhofer hanno lanciato l’allarme e la Federazione dovrà iniziare a lavorare alacremente per garantire un futuro importante e riportare l’Italia nell’elite internazionale, non soltanto in maniera sporadica ma con grande costanza.
Se nelle prove veloci ci stiamo aggrappando a grandi veterani come Peter Fill, Christof Innerhofer e Dominik Paris, in slalom e in gigante siamo in sofferenza: Manfred Moelgg e Stefano Gross hanno ottenuto qualche discreto piazzamento in stagione, Luca De Aliprandini ci ha emozionato nella prima manche del gigante di PyeongChang prima di uscire ma è davvero troppo poco. Non si riescono a vedere giovani di spicco all’orizzonte: potrà bastare il buon Alex Vinatzer per risollevarci? I Mondiali di Are 2019, la rassegna iridata di Cortina nel 2021 e le Olimpiadi di Pechino 2022 sono i prossimi grandi appuntamenti: non andranno falliti.
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