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Sci alpino, Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: la temibile forza d’urto della Svizzera. Beat Feuz e Lara Gut le punte

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Una delle nazioni più attese alla vigilia delle Olimpiadi di PyeongChang 2018 è la Svizzera. Si tratta di una delle squadre protagoniste della scena dei Giochi Invernali, soprattutto in uno sport come lo sci alpino. In questa disciplina, infatti, la Nazionale elvetica è spesso salita sul gradino più alto del podio. Nelle ultime due edizioni delle Olimpiadi è successo quattro volte, due a Vancouver con Carlo Janka e Didier Defago e due a Sochi con Dominique Gisin e Sandro Viletta. Più in generale c’è un totale di 59 medaglie (20 ori, 19 argenti e 20 bronzi), un bottino che a PyeongChang potrebbe aumentare.

Le ambizioni del team svizzero sono importanti. A cominciare dalla discesa maschile, dove nelle ultime gare è salito prepotentemente sulla scena Beat Feuz. Ha vinto a Wengen e Garmisch, prendendosi la vetta della classifica della specialità. Soprattutto, è il campione del mondo di questa specialità ed è quindi uno che sa come si vince in gara secca. L’unica medaglia che manca alla sua bacheca è quella olimpica e a PyeongChang avrà due opportunità, considerando anche il superG. Sarà lui la punta della velocità di una squadra che può contare anche su Carlo Janka, le cui condizioni sono tutte da valutare dopo la rottura del crociato di ottobre.
Chance importanti anche nelle gare tecniche al maschile. Certo, sarà difficile inserirsi tra Hirscher e Kristoffersen, ma Luca Aerni e Daniel Yule hanno voglia di stupire, al pari di Ramon Zenhaeusern, che si presenta forte della prima vittoria (ma in parallelo). È la loro stagione, quella del salto tra i big, quella in cui hanno trovato per la prima volta il podio in Coppa del Mondo. Aerni, poi, ha già dimostrato di saper vincere in gara secca: è il campione del mondo in carica della combinata, specialità in cui è di conseguenza uno dei favoriti. Ma tra i pretendenti c’è un altro suo compagno di squadra, Mauro Caviezel, che proprio agli ultimi Mondiali fu terzo.

Ambizioni importanti e possibilità di medaglia praticamente in ogni gara anche tra le donne. La stella si chiama Lara Gut, per forza di cose. Non è stata però ideale la sua marcia di avvicinamento; il rientro dopo il terribile infortunio degli ultimi Mondiali è stato duro ma qualche risultato di rilievo è arrivato (due secondi posti e una vittoria in superG). Lara vuole fortemente quell’oro olimpico che le manca e proverà a mettere tutto in pista, nonostante le sensazioni non positive che ha manifestato dopo Lenzerheide, denunciando una condizione ben diversa da quella che si aspettava. Ma le chance della Svizzera in velocità non sono circoscritte a Gut, perché ci sono anche Jasmine Flury e Michelle Gisin (entrambe a podio quest’anno, Flury ha vinto), oltre a Corinne Suter.
Poteva mancare un’atleta da medaglia nelle specialità tecniche? No, di certo. Wendy Holdener è salita sul podio con regolarità in slalom quest’anno, specialità in cui è argento mondiale in carica. Le è mancata la vittoria ma l’exploit potrebbe arrivare proprio a PyeongChang. Ancora, la 24enne ha vinto la combinata a Lenzerheide, disciplina in cui ha trionfato anche al Mondiale dello scorso anno. Insomma, ha tutte le carte in regola per stupire. Infine, una menzione per Melanie Meillard: la 20enne era la principale candidata per recitare il ruolo di sorpresa in queste Olimpiadi ma la rottura del crociato in allenamento l’ha messa ko proprio alla vigilia dei suoi primi Giochi.

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Pier Colombo

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