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Sci alpino, Olimpiadi PyeongChang 2018: il Team Event ai Giochi insegna, l’Italia deve puntare di più sul parallelo

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Il team event di oggi ha chiuso il programma di PyeongChang 2018 dello sci alpino. L’Italia è riuscita a superare un solo turno, fermandosi ai quarti di finale contro la Francia. Un piazzamento in linea con quanto visto negli ultimi anni in questo particolare format di gara, ovvero che gli azzurri non hanno una tradizione particolarmente fortunata in questa specialità. Eppure la FIS punta in maniera forte da anni su questa competizione a squadre, tanto da averla fortemente voluta nel programma olimpico.

Il team event ha infatti debuttato tempo fa, nel lontano 2005 ai Mondiali di Bormio. Il format attuale, però, è in vigore solamente dal 2011. I primi anni di questa tipologia di gara avevano fatto ben sperare all’Italia, che in pochi ha centrato un ottimo quarto posto proprio in quell’edizione del Campionato del Mondo, a Garmisch, seguito da un secondo e un terzo posto alle finali di Coppa del Mondo del 2011 e del 2013. Risultati che avevano creato aspettative poi deluse, perché sono rimasti isolati: l’Italia ha raccolto da allora solo eliminazioni precoci, peraltro non sempre contro formazioni di grido (Repubblica Ceca, Canada e Slovacchia agli ultimi tre Mondiali).

Nelle ultime stagioni qualche soddisfazione è arrivata, ma nelle gare individuali. Stefano Gross è salito il podio nel city event di Stoccolma nel 2016, Giuiiano Razzoli e Chiara Costazza non hanno sfigurato l’anno seguente, sempre in Svezia, mentre in questa stagione è toccato a Irene Curtoni piazzarsi al terzo posto nel parallelo di Courchevel. Exploit forse inaspettati, ma pur sempre risultati incoraggianti, avvalorati dal quarto posto nella gara a squadre delle finali della Coppa del Mondo di Aspen dello scorso anno.

Una gara che quindi sembra poter dare buone prospettive e possibilità all’Italia, ma serve crederci e cominciare a lavorare in tal senso. Nel nostro paese non esistono al momento dei veri e propri specialisti del parallelo, atleti in grado di poter sempre dire la loro in questo format e di conseguenza fare la differenza nei team event. E dire che i tabelloni vengono stilati in base al ranking per nazioni e l’Italia, vista la buona posizione, potrebbe beneficiarne, magari con avversarie alla portata nei primi turni per poi arrivare a giocarsi tutto contro le big, un po’ come successo oggi con la comoda vittoria contro la non irresistibile Repubblica Ceca seguita dallo scontro con la Francia.

Un segnale, magari definitivo, potrebbe averlo dato la gara odierna, che deve invitare a riflettere. Ad impressionare di più nel quartetto azzurro è stato Alex Vinatzer, classe ’99, che, convocato nello scetticismo generale, si è ben comportato, stampando tempi interessanti nelle due manche effettuate. Proprio lui, all’inizio di questo mese, ha guidato l’Italia al quarto posto nel team event dei Mondiali juniores, con il bronzo sfumato per pochi centesimi. Un risultato promettente, dal quale partire per continuare a lavorare. Perché la gara a squadre non avrà la tradizione di una discesa ma assegna pur sempre una medaglia olimpica, il sogno di qualunque atleta e di qualsiasi squadra.

 

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alessandro.tarallo@oasport.it

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Foto: Fisi-Pentaphoto

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