Sci di fondo
Sci di fondo, l’Italia maschile vuole fare gruppo accanto a Federico Pellegrino. Energie e motivazioni supplementari per stupire
Federico Pellegrino è il punto di riferimento dello sci di fondo italiano, su questo dato non ci sono dubbi. Attorno a lui, sempre più protagonista assoluto nelle ultime tre stagioni, soprattutto nelle sprint, è cresciuta una squadra che non è composta di fenomeni ma che fa delle compattezza e capacità di saper soffrire e di gareggiare “sull’uomo” i suoi punti di forza.
Il carattere forte, determinato, di Chicco Pellegrino ha sicuramente aiutato il resto della squadra azzurra, composta anche da atleti più esperti rispetto all’aostano (Noeckler, Rastelli, Salvadori e De Fabiani), a crescere dal punto di vista mentale e della “cattiveria” in gara e questo aspetto in una staffetta 4×10 km che si preannuncia dal pronostico apertissimo, può fare la differenza.
Il De Fabiani visto al Tour de Ski, scaltro, capace di reagire alle avversità (la caduta di Oberstdorf che ha preceduto il suo terzo posto ne è la dimostrazione) è l’uomo che serve a dare la prima scossa alla staffetta, anche dal punto di vista psicologico. E proprio sul carattere, sulla capacità di soffrire nei momenti difficili, quando gli avversari (e che avversari) aprono il gas, fanno leva gli altri tre pretendenti ai due posti restanti della gara a squadre, Salvadori, Noeckler e Rastelli. Gli ultimi due si fanno preferire per l’esperienza che, in questa tipologia di gare, può sicuramente aiutare, il primo per la freschezza atletica dovuta alla giovane età.
Si tratta di una squadra, per dirla in modo anche un po’ sguaiato, “con gli attributi”, in grado di tirare fuori energie inattese dal punto di vista mentale e, dovessero i primi tre frazionisti essere in grado di passare il testimone a Pellegrino in una posizione di classifica molto vicina alla zona medaglie, c’è da giurare che il valdostano getterà sulla neve coreana tutte le energie a sua disposizione per arrivare in volata e far valere la sua qualità di sprinter e la sua capacità di ragionare anche quando la fatica annebbia la vista.